Metrica: interrogazione
116 sineresi in Siroe H  (recitativo) 
Amo in Siroe il valore,
Siroe, t'accosta e dal minor germano
Siroe finora i tuoi trionfi accrebbe.
gemea della lorica in faccia a morte
Siroe al suo re? Sai che de' giorni tuoi
Siroe che fa? Riposa
stringer la destra mia, Siroe, già sai
Non t'amo?
                        Ecco Laodice; ella, che gode
a consolar, Laodice, un fido amante.
il crederò.
                     Ti dirà Siroe il resto.
Eh Laodice, t'inganni.
Siroe tu non conosci; io lo conosco.
Siroe rossor! Sinora
Siroe, non parli? Or di che temi? Idaspe
(Che importuna!) Ah Laodice,
Altre ancor ve ne son. Laodice, addio.
ed in Siroe un eroe conserva al regno.
Siroe un eroe? T'inganni; ha un'alma in seno
così cangiar Laodice?
esser colpa non può. Siroe è l'audace.
rassicurati, o cara. Ah Siroe ingrato, (Passeggiando)
Laodice non favella?
                                       Io son confusa.
un reo celar che ad ambi è caro. Alfine
siano i tuoi giorni. Ah! Non voler nel sangue
di questo reo contaminar la mano.
chi l'arcano scoprì?
                                     Fu Siroe istesso.
Chi 'l crederebbe?
                                    Ei mi volea compagno
                    (Che veggio mai!)
                                                       Siroe nascoso
Donde l'avviso? È noto il reo? (Rende il foglio a Cosroe)
                                                        Medarse
Difendermi non posso e reo non sono.
Siroe sarà.
                      Ma questo è troppo, Idaspe.
Così fosse per te di Siroe il core.
Difendermi non posso e reo non sono.
E non è reo chi niega
Non è reo l'ardimento
Non è reo chi nascoso
Non è reo chi ha potuto
Tutti reo mi volete e reo non sono.
in Siroe un traditor?
                                        Tanto infedele
a un principe Laodice.
Non credo che sian tali
del periglio di Siroe in mezzo al core
il rimorso e l'orrore.
                                       Alfin, Laodice,
Come quel di Laodice,
reo del delitto e mel sopporto e taccio.
scoprire a Cosroe, io prevenir l'accusa;
implacabil nemico, in Siroe io deggio
Mi vuoi reo, mi vuoi morto;
né a me né a Cosroe il farti reo.
                                                          Ma basta
Tutto è vero; io son reo; tradisco il padre,
forse contro di sé volgea l'acciaro.
è la vita di Siroe. Ei non ancora
che Siroe suggerì).
                                    (Tradirmi Idaspe!
siam soli; il tempo è questo).
                                                      (Un reo l'accusa
Nel più vivo del cor Siroe m'offese.
quell'idea che m'oltraggia; e al fianco mio
potrà celarsi il reo. (Son quasi in porto).
del popolo fedel Siroe gran parte.
che appagar Siroe e sollevarlo al trono.
è Siroe l'infedel. Vorrei punirlo
Laodice attenda.
                                Ubbidirò. (Si ritira in disparte)
                                                     Medarse,
Siedi, Siroe, e m'ascolta. (Cosroe siede)
Siroe, tu sei. Per questa volta soffri
tenti Laodice e la minacci; Idaspe
Torniam, figlio, ad amarci; il reo mi svela
(Veggio Siroe commosso.
Odi, Siroe. Se temi
per la vita del reo, paventi invano.
siano dal tuo castigo i tradimenti,
che il tuo cenno, signor, Laodice attende?
al nome di Laodice
la debolezza mia; Laodice adoro;
Forse non crederai...
                                       Chiedea Laodice
Parla. Laodice è tua. Di più che brami?
Sdegno Laodice e favellar non deggio.
eccomi al fianco tuo.
                                       Venga Laodice.
Signor, se amai Laodice,
Eccomi a' cenni tuoi.
                                        Siroe, m'ascolta.
che offro uno scampo. Abbi Laodice e il trono,
il carcere o Laodice.
                                      Or che risolvi?
Di Siroe, a quel ch'io sento,
senza noia Laodice
mirar, senza avvampar, quell'aureo crine,
Siroe si perde.
                             Il cielo
Amo Siroe e mi pento
che, Siroe ucciso, il popolo ribelle
i tumulti sedar, non sian più fieri?
ma pure ubbidirò. Di Siroe amico
un sedizioso stuol che Siroe chiede.
fugge l'anima rea. Così gliel rendo.
chiesi da Siroe e il suo disprezzo volli
È reo di fellonia;
è reo perché ti piace e vuo' che mora.
sollevarti volea; né tutto ho detto.
se il mio sangue potrà...
                                             Parti, Laodice.
di Siroe il nome in cento bocche e cento.
Ma Siroe è un traditor.
                                            Ma Siroe è figlio,
la delizia di Cosroe e la speranza.
al tuo collo stendea la mano imbelle;
temea dell'elmo o le tremanti piume.
merita la mia fé, Siroe non mora.
Vive il prence?
                              Non vive.
                                                  Ah Siroe!
                                                                      Oh figlio!
astri non ha per me che sian felici;
Che vuoi, d'un empio re più reo ministro?
Siroe respira ancor.
                                      Come!
                                                     La cura
perché più nol temea; se vivo il crede,
Siroe dov'è?
                         Fra' lacci
chiede il nostro periglio. A Siroe io vado.
che già Siroe morì.
                                     Ma per qual mano?
Siroe trovar mi giova.
                                          Io ti precedo.
Vieni, Siroe.
                         Ah difendi,
Arasse, il tuo signor.
                                       Siroe difendo.
Siroe, già so qual sorte
in gran parte io destai.
                                           Siroe è l'offeso.
Nulla Siroe rammenta. E tu, mio bene, (Ad Emira)
Siroe sarà tuo sposo.
                                       Oh lieto giorno! (Siegue l’incoronazione di Siroe)

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