Metrica: interrogazione
48 quinari in Demetrio P1 
l'impero io sdegno.
è finto il regno. (Parte Cleonice seguita da Mitrane, dai grandi, dalle guardie e dal popolo)
   Non v'è più barbaro
di chi non sente
pietà d'un misero,
d'un innocente
vicino a perdere
   Gli astri m'uccidano
se reo son io.
Ma non dividano
colei ch'è l'anima
di questo sen. (Parte)
   So che per gioco
mi chiedi amore.
Ma poche lagrime,
costa la perdita
   A un altro oggetto,
che tu non sai,
anch'io l'affetto
e in sì bel foco
vivrò fedel. (Parte)
   Manca sollecita
più dell'usato
ancor che s'agiti
con lieve fiato
face che palpita
presso al morir.
   Se consolarmi
voi non potete,
perché turbarmi,
la forza accrescere
del mio martir. (Parte)
   Più liete imagini
nell'alma aduna.
Già la Fortuna
ti porge il crine.
È tempo alfine
   Avvezzo a vivere
senza conforto,
ancor nel porto
paventi il mar. (Parte)

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