Metrica: interrogazione
89 settenari (pezzi chiusi) in Romolo ed Ersilia R 
   Questa è la bella face
che mi destina amore;
e questa del mio core
l'unico ardor sarà.
   Finor beltà maggiore
mai non formar gli dei;
e il minor pregio in lei
è il pregio di beltà. (Parte con Ostilio)
   Sorprender mi vorresti,
nume dell'alme imbelli;
ma invano a me favelli;
nume non sei per me.
   All'alma mia disciolta
invan catene appresti;
fra' suoi rigori involta
scherno farà di te. (Parte)
   Con vanto menzognero
fido amator si chiama
chi nel ben suo non ama
che il proprio suo piacer.
   Alma ben vile ha in petto
chi render può felice
un adorato oggetto
e non ne sa goder. (Parte)
   Ah che vuol dir quel pianto?
L'affanno tuo qual è?
   Sento morirmi; e intanto
non saprei dir perché.
   Reo del tuo duol son io?
Tu... S'io sapessi... Addio.
                              Che giova?
Non mi lasciar così.
   Angustia così nuova
chi mai finor soffrì?
   No, fin ad or giammai
gli affetti io non provai
che provo in questo dì.
   Ah perché, quando appresi
a sospirar d'amore,
in altro ardor m'accesi,
non sospirai per te?
   Perché d'un primo foco
sa giudicar sì poco,
sì mal distingue un core
la fiamma sua qual è? (Parte)
   Sprezzami pur per ora,
ostenta pur coraggio;
presto a cangiar linguaggio
forse t'insegnerò.
   Lontan dal Campidoglio
vedrem se in campo ancora
m'insulterà l'orgoglio
che in Roma m'insultò. (Parte)
   Basta così, vincesti;
ceduto ha il mio rigore;
tutto il mio cor vedesti;
non dimandar di più.
   Nel suo dover costante
sempre sarà quest'alma,
benché a celar bastante
gli affetti suoi non fu. (Parte)
   Con gli amorosi mirti
fra i bellici sudori
ad intrecciare io vo.
   E corrisposto amante
e vincitor guerriero,
di due trionfi altero
a Roma io tornerò. (Parte)
   Respira al solo aspetto
del porto che lasciò
chi al porto non sperò
   A tutti è dolce oggetto
dopo il notturno orror
quel raggio precursor
   Perdono al primo eccesso
del suo dolor concedi;
tu intendi amor, tu vedi
   Se un dì sperar sereno
a lei non fu permesso,
abbia del pianto almeno
l'amara libertà. (Parte)
   Numi che intenti siete
gli eventi a regolar,
le sorti a dispensar
   soavi i dì rendete
di coppia sì fedel,
già che formaste in ciel

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