Metrica: interrogazione
96 settenari (pezzi chiusi) in Demofoonte H 
   O più tremar non voglio
fra tanti affanni e tanti;
o ancor chi preme il soglio
ha da tremar con me.
   Ambo siam padri amanti;
ed il paterno affetto
parla egualmente in petto
del suddito e del re. (Parte)
   Sperai vicino il lido,
credei calmato il vento
ma trasportar mi sento
fra le tempeste ancor.
   E, da uno scoglio infido
mentre salvar mi voglio,
urto in un altro scoglio
del primo assai peggior. (Parte)
   Il suo leggiadro viso
non perde mai beltà;
bello nella pietà,
   Quand'apre i labbri al riso
parmi la dea del mar
e Pallade mi par
   Padre, perdona... Oh pene!
Prence, rammenta... Oh dio!
(Già che morir degg'io,
potessi almen parlar!)
   Misera, in che peccai?
Come son giunta mai
de' numi a questo segno
lo sdegno a meritar? (Parte)
   Tu sai chi son; tu sai
quel che al mio onor conviene;
pensaci; e s'altro avviene,
non ti lagnar di me.
   Tu re, tu padre sei
ed obbliar non dei
come comanda un padre,
come punisce un re. (Parte)
   Se tronca un ramo, un fiore
l'agricoltor così,
vuol che la pianta un dì
   Tutta sarebbe errore
lasciarla inaridir,
per troppo custodir
   Se tutti i mali miei
io ti potessi dir,
divider ti farei
per tenerezza il cor.
   In questo amaro passo
sì giusto è il mio martir
che, se tu fossi un sasso,
ne piangeresti ancor. (Parte fra le guardie ed i ministri che la guidano al tempio)
   Felice età dell'oro,
bella innocenza antica,
quando al piacer nemica
non era la virtù!
   Dal fasto e dal decoro
noi ci troviamo oppressi;
e ci formiam noi stessi
la nostra servitù. (Parte)
   Perfidi, già che in vita
v'accompagnò la sorte,
perfidi, no, la morte
non vi scompagnerà.
   Unito fu l'errore,
sarà la pena unita;
il giusto mio rigore
non vi distinguerà. (Parte)
   Ah, che né mal verace
né vero ben si dà;
prendono qualità
   Secondo in guerra o in pace
trovano il nostro cor,
cambiano di color
   Misero pargoletto,
il tuo destin non sai.
Ah! Non gli dite mai
qual era il genitor.
   Come in un punto, oh dio,
tutto cambiò d'aspetto!
Voi foste il mio diletto,
voi siete il mio terror. (Parte)
   Non dura una sventura,
quando a tal segno avanza;
principio è di speranza
l'eccesso del timor.
   Tutto si muta in breve;
e il nostro stato è tale
che, se mutar si deve,
sempre sarà miglior. (Parte)
   Aspira a facil vanto
chi l'ombre, onde maggior
si renda il tuo splendor,
   Luce l'antica età
che alla tua luce accanto

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