Metrica: interrogazione
78 ottonari in Semiramide P2 
   Che quel cor, quel ciglio altero
senta amor, goda in mirarmi
non lo credo, non lo spero.
Tu vuoi farmi insuperbir.
   O pretendi allor che torni
ai selvaggi tuoi soggiorni
rammentar così per gioco
l'amoroso mio martir.
   Bel piacer saria d'un core
quel potere a suo talento,
quando amor gli dà tormento,
ritornare in libertà.
   Ma non lice e vuole amore
che a soffrir l'alma s'avezzi
e che adori anche i disprezzi
d'una barbara beltà.
   Fiumicel, che s'ode a pena
mormorar fra l'erbe e i fiori,
mai turbar non sa l'arena
e alle ninfe ed ai pastori
bell'oggetto è di piacer.
   Venticel, che a pena scuote
picciol mirto o basso alloro,
mai non desta la tempesta
ma cagion è di ristoro
allo stanco passagier.
   Rondinella a cui rapita
fu la dolce sua compagna
vola incerta, va smarrita
dalla selva alla campagna
e si lagna intorno al nido
dell'infido cacciator.
   Chiare fonti, apriche rive
più non cerca, al dì s'invola,
sempre sola, e finché vive
si rammenta il primo amor.
   Il pastor se torna aprile
non rammenta i giorni algenti.
Dall'ovile all'ombre usate
riconduce i bianchi armenti
e l'avene abbandonate
fa di nuovo risuonar.
   Il nocchier placato il vento
più non teme o si scolora.
Ma contento in su la prora
va cantando in faccia al mar.
   Passaggier, che su la sponda
sta del naufrago naviglio,
or al legno ed or all'onda
fissa il guardo e gira il ciglio.
Teme il mar, teme l'arene,
vuol gittarsi e si trattiene
e risolversi non sa.
   Pur la vita e lo spavento
perde alfin nel mar turbato.
Quel momento fortunato
quando mai per me verrà!
   Quando un fallo è strada al regno
non produce alcun rossore,
son del trono allo splendore
nomi vani onore e fé.
   Se accoppiar l'incauto ingegno
la virtù spera all'errore
non adempie alcun disegno,
non è giusto e reo non è.
   Quel vapor che in valle impura
s'inalzò da ignobil fonte
gli astri oscura, adombra il monte,
si colora in faccia al sol.
   Ma disciolto a poco a poco
o dell'aure è scherzo e gioco
o ritorna in grembo al suol.
   Viva lieta e sia reina
chi finor fu nostro re. (Semiramide si ripone in capo la corona)
   Donna illustre il ciel destina
a te regni, imperi a te.
   Viva lieta e sia reina
chi finor fu nostro re.

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