Metrica: interrogazione
51 ottonari in Alessandro nell'Indie P 
   Vil trofeo d'un'alma imbelle
è quel ciglio allor che piange;
io non venni infino al Gange
le donzelle a debellar.
   Ho rossor di quegli allori
che non han fra' miei sudori
cominciato a germogliar. (Parte)
   Se mai più sarò geloso,
mi punisca il sacro nume
che dell'India è domator.
   Se mai turbo il tuo riposo,
se m'accendo ad altro lume,
pace mai non abbia il cor.
   Fosti sempre il mio bel nume,
sei tu solo il mio diletto
e sarai l'ultimo affetto
come fosti il primo amor. (Parte)
   Se mai turbo il tuo riposo,
se m'accendo ad altro lume,
pace mai non abbia il cor.
   Se mai più sarò geloso,
mi punisca il sacro nume
che dell'India è domator.
   Infedel, questo è l'amore?
Mensogner, questa è la fede?
Chi non crede al mio dolore
che lo possa un dì provar.
   Per chi perdo o giusti dei
il riposo de' miei giorni!
A chi mai gli affetti miei
giusti dei serbai finora!
Ah si mora e non si torni
   Non sarei sì sventurata,
se nascendo infra le schiere
dalle amazzoni guerriere
apprendevo a guerreggiar.
   Avrei forse il crine incolto,
fiero il ciglio e rozzo il volto
ma saprei farmi temere,
non sapendo innamorar. (Parte)
   Sommi dei, se giusti siete,
proteggete il bel desio
d'un amor così pudico.
   Son confusa pastorella
che nel bosco a notte oscura
senza face e senza stella
   Ogni moto più leggiero
mi spaventa e mi scolora,
è lontana ancor l'aurora
e non spero un chiaro dì. (Parte)

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