Catone in Utica, Roma, Bernabò, 1728

 CATONE IN UTICA
 
 
    Tragedia per musica di Artino Corasio, pastore arcade, da rappresentarsi nel teatro detto delle Dame, nel carnevale dell’anno 1728, dedicato alla serenissima Violante di Baviera, gran principessa di Toscana.
    Si vendono nella libreria di Pietro Leone a Pasquino, all’insegna di San Giovanni di Dio.
    In Roma, nella stamperia del Bernabò, 1728, con licenza de’ superiori.
 
 Serenissima gran principessa,
    fra lo strepito de’ pubblici applausi che vi risuonan d’intorno, non isdegnate serenissima gran principessa di rivolgervi per un momento al nostro Catone in Utica che umilmente vi rechiamo in tributo. Il nome di un tanto eroe e la nota clemenza, con cui generosamente accogliete qualunque benché menoma offerta, possono giustificare in parte l’audacia nostra; e dove tutto ciò non bastasse, è sempre degno di compatimento quel fallo che deriva da soverchio amor di sé stesso, colpa troppo universale perché debba altri arrossirne. Saressimo stati per avventura meno arditi, se non avessimo conosciuto quanto a noi sia gloriosa la libertà che benignamente ci permettete di poterci col più profondo rispetto pubblicare, serenissima gran principessa, vostri umilissimi, ossequiosissimi servitori.
 
    Li possessori del teatro
 
 
 ARGOMENTO
 
    Doppo la morte di Pompeo il di lui contradittore Giulio Cesare fattosi perpetuo dittatore si vidde rendere omaggio non solo da Roma e dal Senato ma da tutto il rimanente del mondo, fuor che da Catone il Minore, senatore romano, che poi fu detto Uticense dal luogo della sua morte. Uomo già venerato come padre della patria non meno per l’austera integrità de’ costumi che per il valore, grand’amico di Pompeo ed acerbissimo difensore della libertà romana. Questi avendo raccolti in Utica li pochi avvanzi delle disperse milizie pompeiane, con l’aiuto di Giuba re de’ Numidi, amico fedelissimo della republica, ebbe costanza di opporsi alla felicità del vincitore. Cesare vi accorse con esercito numeroso e benché in tanta disuguaglianza di forze fosse sicurissimo di opprimerlo, pure invece di minacciarlo, innamorato della virtù di lui, non trascurò offerta o preghiera per renderselo amico; ma quegli ricusando aspramente qualunque condizione, quando vidde disperata la difesa di Roma, volle almeno morir libero uccidendo sé stesso. Cesare nella morte di lui diede segni di altissimo dolore, lasciando in dubbio la posterità se fosse più ammirabile la generosità di lui, che venerò a sì alto segno la virtù ne’ suoi nemici, o la costanza dell’altro che non volle sopravvivere alla libertà della patria. Tutto ciò si ha dagli storici, il resto è verisimile.
    Per comodo della musica cangeremo il nome di Cornelia, vedova di Pompeo, in Emilia e quello del giovane Iuba, figlio dell’altro Iuba re di Numidia, in Arbace.
    Le parole numi, fato, eccetera non hanno cosa alcuna di comune cogl’interni sentimenti dell’autore che si professa vero cattolico.
    La scena è in Utica città dell’Africa.
 
 
 MUTAZIONI DI SCENE
 
    Nell’atto primo: sala d’armi; parte interna delle mura di Utica con porta della città in prospetto chiusa da un ponte che poi si abbassa; fabriche in parte rovinate vicino al soggiorno di Catone.
    Nell’atto secondo: alloggiamenti militari su le rive del fiume Bagrada con varie isole che comunicano fra loro per diversi ponti; camera con sedie.
    Nell’atto terzo: cortile; acquedotti antichi ridotti ad uso di strada sotterranea che conducono dalla città alla marina con porta chiusa da un lato del prospetto; luogo magnifico nel soggiorno di Catone.
    Ingegnere e pittore delle scene il signor Alessandro Mauri.
    Inventore e direttore de’ balli monsù Sarò.
 
 
 PERSONAGGI
 
 CATONE
 (il signor Giovanni Battista Pinacci, virtuoso di sua altezza serenissima il signor principe d’Armstat)
 CESARE
 (il signor Giovanni Carestini, virtuoso di sua altezza serenissima il signor duca di Parma)
 MARZIA figlia di Catone e amante occulta di Cesare
 (il signor Giacinto Fontana da Perugia detto Farfallino)
 ARBACE principe reale di Numidia amico di Catone e amante di Marzia
 (il signor Giovanni Battista Minelli, virtuoso di sua altezza serenissima il signor principe d’Armstat)
 EMILIA vedova di Pompeo
 (il signor Giovanni Ossi, virtuoso di sua eccellenza il signor prencipe Borghese)
 FULVIO legato del Senato romano a Catone, del partito di Cesare e amante di Emilia
 (il signor Filippo Giorgi)
 
    Musica del signor Leonardo Vinci, provicemaestro della Real Cappella di Napoli.