Olimpiade, Parigi, Quillau, 1755

 SCENA III
 
 MEGACLE ed ARGENE
 
 MEGACLE
 Deh secondate, o numi,
 la pietà d'Aristea. Chi sa se 'l padre
 però si placherà! Troppa ragione
 ha di punirlo. È ver; ma della figlia
1105lo vincerà l'amore. E se nol vince?
 Oh dio, potessi almeno
 veder come l'ascolta. Argene, io voglio
 seguitarla da lungi.
 ARGENE
                                      Ah tanta cura
 non prender di costui. Vedi che 'l cielo
1110è stanco di soffrirlo. Al suo destino
 lascialo in abbandono.
 MEGACLE
 Lasciar l'amico! Ah così vil non sono.
 
    Lo seguitai felice,
 quand'era il ciel sereno;
1115alle tempeste in seno
 voglio seguirlo ancor.
 
    Come dell'oro il fuoco
 scopre le masse impure,
 scoprono le sventure
1120de' falsi amici il cor. (Parte)