Il Demofoonte, Venezia, Bettinelli, 1733

 SCENA VI
 
 DIRCEA e poi CREUSA
 
 DIRCEA
 Fermati. Ah non m'ascolta. Eterni dei
 custoditelo voi. S'ei pur si perde,
780chi avrà cura del figlio? In questo stato
 mi mancava il tormento
 di tremar per lo sposo. Avessi almeno
 a chi chieder soccorso... Ah principessa,
 ah Creusa pietà. Non puoi niegarla;
785la chiede al tuo bel cuore
 nell'ultime miserie una che muore.
 CREUSA
 Chi sei? Che brami?
 DIRCEA
                                         Il caso mio già noto
 purtroppo ti sarà. Dircea son io,
 vado a morir; non ho delitto. Imploro
790pietà, ma non per me. Salva, proteggi
 il povero Timante. Egli si perde
 per desio di salvarmi. In te ritrovi,
 se i prieghi di chi muor vani non sono,
 disperato assistenza e reo perdono.
 CREUSA
795E tu a morir vicina
 come puoi pensar tanto al suo riposo?
 DIRCEA
 O dio! Più non cercar. Sarà tuo sposo.
 
    Se tutti i mali miei
 io ti potessi dir,
800divider ti farei
 per tenerezza il cor.
 
    In questo amaro passo
 sì giusto è il mio martir,
 che se tu fossi un sasso
805ne piangeresti ancor. (Parte)