Zenobia, Torino, Reale, 1757

 SCENA VIII
 
 ZENOBIA sola
 
 ZENOBIA
 E vivi e spiri e pronunciar potesti,
 donna crudel, sì barbaro decreto
 senza morir! Né mi scoppiasti in seno,
 ingratissimo cor! Dunque... Che dici,
830folle Zenobia? Il tuo dover compisti;
 e ti lagni e ne piangi? Ah questo pianto
 scema prezzo al trionfo. È colpa eguale
 un mal che si commetta
 e un ben che si detesti. È ver; ma intanto
835muor Tiridate, io lo condanno e forse
 or chiamandomi a nome... Ah dei clementi,
 difendetelo voi. Salvar lo sposo
 eran le parti mie; le vostre or sono
 protegger l'innocenza. Han dritto in cielo
840le suppliche dolenti
 d'un'anima fedel. Né col mio pianto
 rea d'alcun fallo innanzi a voi son io;
 vien da limpida fonte il pianto mio.
 
    Voi leggete in ogni core;
845voi sapete, o giusti dei,
 se son puri i voti miei,
 se innocente è la pietà.
 
    So che priva d'ogni errore
 ma crudel non mi volete;
850so che in ciel non confondete
 la barbarie e l'onestà. (Parte)
 
 Fine dell’atto secondo