Siroe re di Persia, Napoli, Vocola, 1727

 SCENA XV
 
 EMIRA
 
 EMIRA
 Sì diversi sembianti
 per odio e per amore or lascio, or prendo
 ch'io me stessa talor né meno intendo.
 Odio il tiranno ed a svenarlo io sola
1100mille non temerei nemiche squadre;
 ma penso poi che del mio bene è padre.
 Amo Siroe e mi pento
 d'esser io la cagion del suo periglio;
 ma penso poi che del tiranno è figlio.
1105Così sempre il mio core
 è infelice ne l'odio e ne l'amore.
 
    Non vi piacque ingiusti dei
 ch'io nascessi pastorella.
 Altra pena or non avrei
1110che la cura d'un'agnella,
 che l'affetto d'un pastor.
 
    Ma chi nasce in regia cuna
 più nemica ha la fortuna,
 che nel trono ascosi stanno
1115e l'inganno ed il timor.
 
 Fine dell’atto secondo