Romolo ed Ersilia, Torino, Reale, 1768

 SCENA IX
 
 ROMOLO, indi OSTILIO
 
 ROMOLO
 Ah non è dubbio il mio trionfo; ho vinto
715l'austero cor d'Ersilia; il genitore,
 sol che alfin si rinvenga,
 resister non potrà. Preghiere, offerte,
 nulla fia ch'io risparmi
 per ottener da lui...
 OSTILIO
                                      Romolo, all'armi. (Con premura)
 ROMOLO
720Che fu?
 OSTILIO
                  Roma è in periglio. Ingrato Acronte
 a' benefici tuoi, libero a pena,
 d'assalirla minaccia.
 ROMOLO
                                        E con quai schiere?
 OSTILIO
 Co' Ceninesi suoi. Già in vari aguati
 pronti gli avea, che ad un suo cenno io vidi
725popolar di guerrieri
 la vicina campagna, inaspettati
 balenar mille acciari e cento e cento
 improvvise bandiere aprirsi al vento.
 ROMOLO
 Mal preparati il folle
730sorprenderne sperò. Lo disinganni
 il suo castigo. (In atto di partire)
 OSTILIO
                             Al fianco tuo... (Volendolo seguire)
 ROMOLO
                                                         No, resta.
 Roma io confido a te. Veglia in difesa
 della patria e d'Ersilia. Il fraudolento
 potria, chi sa, qui aver lasciata alcuna
735non ancor eseguita insidia ascosa.
 Va', non tardar.
 OSTILIO
                                Sulla mia fé riposa. (Parte)
 ROMOLO
 Grazie, o nume dell'armi,
 grazie, o madre d'amor, del sangue mio
 immortali sorgenti.
740Vostro de' miei contenti e vostro è il dono
 dell'ardir ch'io mi sento. In ogni impresa
 vicino a voi mi trovo; e a voi vicino
 è piano alla mia gloria ogni cammino.
 
    Con gli amorosi mirti
745fra i bellici sudori
 i marziali allori
 ad intrecciare io vo.
 
    E corrisposto amante
 e vincitor guerriero,
750di due trionfi altero
 a Roma io tornerò. (Parte)
 
 Fine dell’atto secondo