Catone in Utica, Venezia, Buonarigo, 1729, II edizione

 SCENA XV
 
 EMILIA ed ARBACE
 
 EMILIA
 Udisti Arbace? Il credo appena. A tanto
 giunge dunque in costei
 un temerario amor? Ne vanti il foco,
1155te ricusa, me insulta e il padre offende.
 ARBACE
 Di colei che m'accende
 ah non parlar così.
 EMILIA
                                     Non hai rossore
 di tanta debolezza! A tale oltraggio
 resisti ancor?
 ARBACE
                            Che posso far. È ingrata,
1160è ingiusta, io la conosco e pur l'adoro.
 E sempre più s'avanza
 colla sua crudeltà la mia costanza.
 EMILIA
 
    Se sciogliere non vuoi
 dalle catene il cor,
1165di chi lagnar ti puoi,
 non sei costante.
 
    Ti piace il suo rigor,
 non cerchi libertà,
 l'istessa infedeltà
1170ti rende amante.