Catone in Utica, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA VIII
 
 FULVIO
 
 FULVIO
 Oh dei, tutta sé stessa
970a me confida Emilia ed io l'inganno!
 Ah perdona, mio bene,
 questa frode innocente; al tuo nemico
 io troppo deggio. È in te virtù lo sdegno;
 sarebbe colpa in me. Per mia sventura,
975se appago il tuo desio,
 l'amicizia tradisco e l'onor mio.
 
    Nascesti alle pene,
 mio povero core.
 Amar ti conviene
980chi, tutta rigore,
 per farti contento
 ti vuole infedel.
 
    Di' pur che la sorte
 è troppo severa;
985ma soffri, ma spera,
 ma fino alla morte
 in ogni tormento
 ti serba fedel. (Parte)