Artaserse, Torino, Reale, 1757

 SCENA IV
 
 ARTASERSE e MEGABISE
 
 ARTASERSE
 Qual vittima si svena! Ah Megabise...
 MEGABISE
 Sgombra le tue dubbiezze. Un colpo solo
 punisce un empio e t'assicura il regno.
 ARTASERSE
205Ma potrebbe il mio sdegno
 al mondo comparir desio d'impero.
 Questo, questo pensiero
 saria bastante a funestar la pace
 di tutt'i giorni miei. No no; si vada
210il cenno a rivocar... (In atto di partire)
 MEGABISE
                                      Signor, che fai?
 È tempo, è tempo ormai
 di rammentar le tue private offese.
 Il barbaro germano
 ad essere inumano
215più volte t'insegnò.
 ARTASERSE
                                      Ma non degg'io
 imitarlo ne' falli. Il suo delitto
 non giustifica il mio. Qual colpa al mondo
 un esempio non ha? Nessuno è reo,
 se basta a' falli sui
220per difesa portar l'esempio altrui.
 MEGABISE
 Ma ragion di natura
 è il difender sé stesso. Egli t'uccide,
 se non l'uccidi.
 ARTASERSE
                              Il mio periglio appunto
 impegnerà tutto il favor di Giove
225del reo germano ad involarmi all'ira. (In atto di partire)