Artaserse, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA III
 
 ARTABANO, con seguito di congiurati, poi MEGABISE, tutti da’ cancelli, a guardia de’ quali restano i congiurati
 
 ARTABANO
 Figlio, Arbace, ove sei? Dovrebbe pure
1265ascoltar le mie voci. Arbace? Oh stelle!
 Dove mai si celò? Compagni, intanto
 ch'io ritrovo il mio figlio,
 custodite l'ingresso. (Entra fra le scene a mano destra)
 MEGABISE
                                        E ancor si tarda? (Ai congiurati)
 Ormai tempo saria... Ma qui non vedo
1270né Artabano né Arbace.
 Che si fa? Che si pensa? In tanta impresa
 che lentezza è mai questa?
 Artabano, signore? (Entrando fra le scene a mano sinistra)
 ARTABANO
                                       Oh me perduto! (Uscendo dall’istesso lato pel quale entrò ma da strada diversa)
 Non trovo il figlio mio. Gelar mi sento;
1275temo... Dubito... Ascoso...
 forse in quest'altra parte io non invano...
 Megabise! (Incontrandosi in Megabise che esce dall’istesso lato pel quale entrò ma da strada diversa)
 MEGABISE
                        Artabano!
 ARTABANO
 Trovasti Arbace?
 MEGABISE
                                  E non è teco?
 ARTABANO
                                                             Oh dei!
 Crescono i dubbi miei.
 MEGABISE
                                             Spiegati, parla,
1280che fu d'Arbace?
 ARTABANO
                                  E chi può dirlo? Ondeggio
 fra mille affanni e mille
 orribili sospetti. Il mio timore
 quante funeste idee forma e descrive!
 Chi sa che fu di lui! Chi sa se vive!
 MEGABISE
1285Troppo presto all'estremo
 precipiti i sospetti. E non potrebbe
 Artaserse, Mandane, amico, amante
 aver del prigioniero
 procurata la fuga? Ecco la via
1290che alla reggia conduce.
 ARTABANO
                                              E per qual fine
 la sua fuga celarmi? Ah Megabise,
 no, più non vive Arbace;
 e ognun pietoso al genitor lo tace.
 MEGABISE
 Cessin gli dei l'augurio. Ah ricomponi
1295i tumulti del cor. Sia la tua mente
 men torbida e più pronta,
 che l'impresa il richiede.
 ARTABANO
                                                E quale impresa
 vuoi ch'io pensi a compir, perduto il figlio?
 MEGABISE
 Signor, che dici? Avrem sedotti invano
1300tu i reali custodi ed io le schiere?
 Risolviti; a momenti
 va del regno le leggi
 Artaserse a giurar. La sacra tazza
 già per tuo cenno avvelenai. Vogliamo
1305perder così vilmente
 tanto sudor, cure sì grandi?
 ARTABANO
                                                     Amico,
 se Arbace io non ritrovo,
 per chi deggio affannarmi? Era il mio figlio
 la tenerezza mia. Per dargli un regno
1310divenni traditor, per lui mi resi
 orribile a me stesso; e lui perduto
 tutto dispero e tutto
 veggio de' falli miei rapirmi il frutto.
 MEGABISE
 Arbace estinto o vivo
1315dalla tua mano aspetta
 il regno o la vendetta.
 ARTABANO
                                          Ah! Questa sola
 in vita mi trattien. Sì, Megabise,
 guidami dove vuoi; di te mi fido.
 MEGABISE
 Fidati pur, che a trionfar ti guido.
 
1320   Ardito ti renda,
 t'accenda di sdegno
 d'un figlio il periglio,
 d'un regno l'amor.
 
    È dolce ad un'alma
1325che aspetta vendetta
 il perder la calma
 fra l'ire del cor. (Parte)