Il Demetrio, Madrid, Mojados, 1751

 SCENA IV
 
 ALCESTE, poi OLINTO
 
 ALCESTE
 Di Cleonice i detti
1140mi confondon la mente. Ella desia
 ch'io la rimiri in braccio ad altro sposo
 e poi dice che pensa al mio riposo.
 Questo è un voler ch'io mora
 pria di partir. Ma s'ubbidisca. Io sono
1145per lei pronto a soffrire ogni cordoglio
 e il suo comando esaminar non voglio.
 OLINTO
 Sei pur solo una volta. Or non avrai
 chi differisca il tuo partir. Permetti
 che in pegno d'amistà l'ultimo amplesso
1150ti porga Olinto.
 ALCESTE
                               Un generoso eccesso
 del tuo bel cor la mia partenza onora;
 ma la partenza mia non è per ora.
 OLINTO
 Come! Per qual ragione?
 ALCESTE
 La regina l'impone.
 OLINTO
                                       Ogni momento
1155vai cangiando desio.
 ALCESTE
 Il comando cangiò, mi cangio anch'io.
 OLINTO
 Ma che vuol Cleonice? È suo pensiero
 forse eleggerti re?
 ALCESTE
                                    Tanto non spero.
 OLINTO
 Dunque ti vuol presente
1160al novello imeneo. Barbaro cenno
 che non devi eseguir.
 ALCESTE
                                          T'inganni. Io voglio
 tutto soffrir. Sarà, qualunque sia,
 bella se vien da lei la sorte mia.
 
    Quel labbro adorato
1165m'è grato, m'accende,
 se vita mi rende,
 se morte mi dà.
 
    Non ama da vero
 quell'alma che ingrata
1170non serve all'impero
 d'amata beltà. (Parte)