Didone abandonata, Napoli, Ricciardo, 1724

 SCENA VII
 
 DIDONE ed ENEA
 
 DIDONE
 Come! Ancor non partisti? Adorna ancora
 questi barbari lidi il grande Enea?
750E pur io mi credea
 che già varcato il mar d'Italia in seno
 in trionfo traessi
 popoli debellati e regi oppressi.
 ENEA
 Quest'amara favella
755mal conviene al tuo cor bella reina.
 Del tuo, dell'onor mio
 sollecito ne vengo. Io so che vuoi
 del moro il fiero orgoglio
 con la morte punir.
 DIDONE
                                      E questo è il foglio.
 ENEA
760La gloria non consente
 ch'io vendichi in tal guisa i torti miei.
 Se per me lo condanni...
 DIDONE
 Condannarlo per te! Troppo t'inganni.
 Passò quel tempo Enea
765che Dido a te pensò; spenta è la face,
 è sciolta la catena
 e del tuo nome or mi rammento appena.
 ENEA
 Sappi che re de' Mori
 è l'orator fallace.
 DIDONE
770Io non so qual ei sia, lo credo Arbace.
 ENEA
 Oh dio, con la sua morte
 tutta contra di te l'Africa irriti.
 DIDONE
 Consigli or non desio,
 tu provedi al tuo regno, io penso al mio.
775Senza di te finor leggi dettai,
 sorger senza di te Cartago io vidi.
 Felice me se mai
 tu non giungevi, ingrato, a questi lidi.
 ENEA
 Se sprezzi il tuo periglio
780donalo a me. Grazia per lui ti chieggio.
 DIDONE
 Sì, veramente io deggio
 il mio regno e me stessa al tuo gran merto.
 A sì fedele amante,
 ad eroe sì pietoso, a' giusti prieghi
785di tanto intercessor nulla si nieghi.
 Inumano, tiranno, è forse questo
 l'ultimo dì che rimirar mi dei,
 venghi sugli occhi miei,
 sol d'Arbace mi parli e me non curi.
790T'avessi pur veduto
 d'una lagrima sola umido il ciglio.
 Uno sguardo, un sospiro,
 un segno di pietade in te non trovo.
 E poi grazie mi chiedi?
795Per tanti oltraggi ho da premiarti ancora? (Sottoscrive il foglio)
 Perché tu lo vuoi salvo, io vuo' che mora.
 ENEA
 Idol mio, che pur sei
 ad onta del destin l'idolo mio,
 che posso dir, che giova
800rinovar co' sospiri il tuo dolore?
 Ah se per me nel core
 qualche tenero affetto avesti mai
 placa il tuo sdegno e rasserena i rai.
 Quell'Enea tel domanda
805che tuo cor, che tuo bene un dì chiamasti,
 quel che finora amasti
 più della vita tua, più del tuo soglio,
 quello...
 DIDONE
                  Basta, vincesti, eccoti il foglio.
 Vedi quanto t'adoro ancora ingrato.
810Con un tuo sguardo solo
 mi togli ogni difesa e mi disarmi.
 Ed hai cor di tradirmi? E puoi lasciarmi?
 
    Ah non lasciarmi no
 bell'idol mio.
815Di chi mi fiderò
 se tu m'inganni.
 
    Di vita mancherei
 nel dirti addio.
 Che viver non potrei
820fra tanti affanni. (Parte)