Didone abbandonata, Parigi, Quillau, 1755, II

 SCENA VIII
 
 SELENE e detti
 
 SELENE
 Tanto ardir nella reggia! Olà fermate.
 Così mi serbi fé? Così difendi,
 Araspe traditor, d'Enea la vita?
 ENEA
780No principessa, Araspe
 non ha di tradimenti il cor capace.
 SELENE
 Chi di Iarba è seguace
 esser fido non può.
 ARASPE
                                      Bella Selene,
 puoi tu sola avanzarti
785a tacciarmi così.
 SELENE
                                 T'accheta e parti.
 ARASPE
 
    Tacerò, se tu lo brami;
 ma fai torto alla mia fede,
 se mi chiami traditor.
 
    Porterò lontano il piede;
790ma di questi sdegni tuoi
 so che poi tu avrai rossor. (Parte)