Issipile, Torino, Reale, 1757

 SCENA III
 
 ISSIPILE e LEARCO
 
 ISSIPILE
 Ecco le sacre piante ove si cela
 l'amato genitore. Al primo arrivo
 l'ombra, il timor, l'impaziente brama
 i miei passi confuse. Or non m'inganno.
450Padre, signor, t'affretta.
 LEARCO
                                              (È pur la voce (Esce dal bosco)
 questa dell'idol mio. Coraggio. Oh dei!
 Palpita il cor, mentre m'appresso a lei).
 ISSIPILE
 Vieni. Dove t'aggiri? I passi ascolto
 e trovarti non so. Fra questo orrore
455forse... Pur t'incontrai. (Incontra Learco e lo prende per mano)
 LEARCO
                                             (M'assisti, amore).
 ISSIPILE
 Tu tremi, o padre? Ah non temer! Giasone
 ci assicura la fuga. Ei, non ha molto,
 giunse al porto di Lenno.
 LEARCO
                                                (Aimè, che ascolto!)
 ISSIPILE
 Già da lungi rimiro
460lo splendor delle faci.
 LEARCO
                                         (Io son perduto).
 ISSIPILE
 E d'ascoltar già parmi
 le voci del mio ben.
 LEARCO
                                      (Torno a celarmi). (Torna al bosco)
 ISSIPILE
 Dove vai? Perché fuggi? Oh come mai
 gli animi più virili
465la sventura avvilisce!