Adriano in Siria, Torino, Reale, 1757, II

 SCENA III
 
 OSROA solo
 
 OSROA
 Dalla man del nemico
135il gran pegno si tolga
 che può farmi tremare; e poi si lasci
 libero il corso al mio furor. Paventa,
 orgoglioso roman, d'Osroa lo sdegno.
 Son vinto e non oppresso
140e sempre a' danni tuoi sarò l'istesso.
 
    Sprezza il furor del vento
 robusta quercia, avvezza
 di cento verni e cento
 l'ingiurie a tollerar.
 
145   E se pur cade al suolo,
 spiega per l'onde il volo;
 e con quel vento istesso
 va contrastando in mar. (Parte)