Achille in Sciro, Parigi, Hérissant, 1780

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
  Portici della reggia, corrispondenti al mare. Navi poco lontane dalla riva.
 
 ULISSE ed ACHILLE in abito militare
 
 ULISSE
 Achille, or ti conosco. Oh quanta parte
 del maestoso tuo real sembiante
 defraudavan le vesti! Ecco il guerriero,
 ecco l'eroe. Ringiovanita al sole
885esce così la nuova serpe; e sembra,
 mentre s'annoda e scioglie,
 che altera sia delle cambiate spoglie.
 ACHILLE
 Sì, tua mercé, gran duce, io torno in vita;
 respiro alfin; ma, qual da' lacci appena
890disciolto prigionier, dubito ancora
 della mia libertà; l'ombre ho sugli occhi
 del racchiuso soggiorno;
 mi sento il suon delle catene intorno.
 ULISSE
 (Ed Arcade non vien!) (Guardando intorno)
 ACHILLE
                                             Son queste, Ulisse,
895le navi tue?
 ULISSE
                         Sì; né superbe meno
 andran del peso lor che quella d'Argo
 già del suo non andò. Compensa assai
 di tanti eroi lo stuolo
 e i tesori di Frisso Achille solo.
 ACHILLE
900Dunque che più si tarda?
 ULISSE
                                                 Olà, nocchieri,
 appressatevi a terra. (E pur non miro
 Arcade ancora). (Come sopra)
 ACHILLE
                                 Ah perché mai le sponde
 del nemico Scamandro
 queste non son! Come s'emendi Achille
905là si vedrà. Cancellerà le indegne
 macchie del nome mio di questa fronte
 l'onorato sudor; gli ozi di Sciro
 scuserà questa spada; e forse tanto
 occuperò la fama
910co' novelli trofei
 che parlar non potrà de' falli miei.
 ULISSE
 Oh sensi! Oh voci! Oh pentimento! Oh ardori
 degni d'Achille! E si volea di tanto
 fraudar la terra? E si sperò di Sciro
915nell'angusto recinto
 celar furto sì grande? Oh troppo ingiusta,
 troppo timida madre! E non previde
 che a celar tanto fuoco
 ogni arte è vana, ogni ritegno è poco?
 
920   Del terreno nel concavo seno
 vasto incendio se bolle ristretto,
 a dispetto del carcere indegno
 con più sdegno gran strada si fa.
 
    Fugge allora; ma, intanto che fugge,
925crolla, abbatte, sovverte, distrugge
 piani, monti, foreste e città.
 
 ACHILLE
 Ecco i legni alla sponda;
 Ulisse, io ti precedo. (S’incammina al mare)
 
 SCENA II
 
 ARCADE frettoloso e detti
 
 ULISSE
                                         Arcade, oh quanto
 tardi a venir!
 ARCADE
                            Partiam, signor; t'affretta;
930non ci arrestiam.
 ULISSE
                                  Che mai t'avvenne?
 ARCADE
                                                                        Andiamo;
 tutto saprai.
 ULISSE
                          Ma con un cenno almeno...
 ARCADE
 Oh numi! Ebbra d'amor, cieca di sdegno,
 Deidamia ci siegue. Io non potei
 più trattenerla e la prevenni. (Piano ad Ulisse)
 ULISSE
                                                        Ah questo
935fiero assalto s'eviti.
 ACHILLE
                                      Or che si attende? (Tornando impaziente dalla riva del mare)
 ULISSE
 Eccomi.
 ACHILLE
                  Sì turbato,
 Arcade? Che recasti?
 ARCADE
 Nulla.
 ULISSE
               Partiam.
 ACHILLE
                                  Ma che vuol dir quel tanto (Ad Arcade)
 volgerti indietro e rimirar? Che temi?
940Parla.
 ULISSE
              (Oh stelle!)
 ARCADE
                                     Signor... Temo... Potrebbe
 il re saper la nostra
 partenza inaspettata
 ed a forza impedirla.
 ACHILLE
                                         A forza? Io sono
 dunque suo prigionier; dunque pretende...
 ULISSE
945No; ma è saggio consiglio
 fuggir gl'inciampi. (Vuol prenderlo per mano)
 ACHILLE
                                      A me fuggir! (Scostandosi)
 ULISSE
                                                                Tronchiamo
 le inutili dimore. Al mare, al mare,
 or che l'onde ha tranquille. (Lo prende per la mano e seco s’incammina)
 
 SCENA III
 
 DEIDAMIA e detti
 
 DEIDAMIA
 Achille, ah dove vai? Fermati, Achille. (Achille si rivolge, vede Deidamia e s’arrestano entrambi guardandosi attentamente senza parlare)
 ULISSE
950(Or sì ch'io mi sgomento). (Avendo lasciato Achille)
 ARCADE
 (E la gloria e l'amore ecco a cimento).
 DEIDAMIA
 Barbaro! È dunque vero? (Con passione ma senza sdegno)
 Dunque lasciar mi vuoi?
 ULISSE
                                                Se a lei rispondi, (Piano ad Achille)
 sei vinto.
 ACHILLE
                    Tacerò. (Ad Ulisse)
 DEIDAMIA
                                    Questa, o crudele,
955questa bella mercede
 serbavi a tanto amore! Alma sì atroce
 celò quel dolce aspetto! Andate adesso,
 credule amanti, alle promesse altrui
 date pur fé. Quel traditor poc'anzi
960mi giurava costanza; in un momento
 tutto pose in obblio;
 parte, mi lascia e senza dirmi addio.
 ACHILLE
 Ah!
 ARCADE
           (Non resiste).
 DEIDAMIA
                                       E qual cagion ti rese
 mio nemico in un punto? Io che ti feci?
965Misera me! Di qual delitto è pena
 quest'odio tuo?
 ACHILLE
                               No, principessa...
 ULISSE
                                                                 Achille.
 ACHILLE
 Due soli accenti. (Ad Ulisse)
 ULISSE
                                  (Aimè!)
 ACHILLE
                                                    No, principessa,
 non son, qual tu mi chiami,
 traditore o nemico. Eterna fede
970giurai, la serberò. Legge d'onore
 mi toglie a te; ma tornerò più degno
 de' cari affetti tuoi. S'io parto e taccio,
 odio non è né sdegno
 ma timore e pietà, pietà del tuo
975troppo vivo dolor, tema del mio
 valor poco sicuro; uno previdi;
 non mi fidai dell'altro. Io so che m'ami,
 cara, più di te stessa; io sento...
 ULISSE
                                                           Achille.
 ACHILLE
 Eccomi.
 ARCADE
                  (E pur non viene).
 ACHILLE
                                                      Io sento in petto...
 DEIDAMIA
980Non più; troppo, lo veggo,
 troppo trascorsi. Al grande amor perdona
 i miei trasporti. È ver, sé stesso Achille
 deve alla Grecia, al mondo
 ed alle glorie sue. Va'; non pretendo
985d'interromperne il corso; avrai seguaci
 gli affetti, i voti miei. Ma già ch'io deggio
 restar senza di te, sia meno atroce,
 sia men subito il colpo. Abbia la mia
 vacillante virtù tempo a raccorre
990le forze sue. Chiedo un sol giorno; e poi
 vattene in pace. Ah non si niega a' rei
 tanto spazio a morir; temer degg'io
 ch'abbia a negarsi a me?
 ARCADE
                                                (Se un giorno ottiene,
 tutto otterrà).
 DEIDAMIA
                            Pensi? Non parli? E fisse
995tieni le luci al suol?
 ACHILLE
                                      Che dici, Ulisse? (Ad Ulisse quasi con timore)
 ULISSE
 Che, signor di te stesso,
 puoi partir, puoi restar, che a me non lice
 premer più questo suolo,
 che a venir ti risolva o parto solo.
 ACHILLE
1000(Che angustia!)
 DEIDAMIA
                                E ben, rispondi.
 ACHILLE
                                                                Io resterei.
 Ma... udisti? (Accennandole Ulisse)
 ULISSE
                           E ben, risolvi.
 ACHILLE
                                                       Io verrei teco
 ma... vedi? (Accennandogli Deidamia)
 DEIDAMIA
                         Eh già comprendo;
 già di partir scegliesti.
 Va', ingrato. Addio. (Mostrando partire)
 ACHILLE
                                       Ferma, Deidamia. (Seguendola)
 ULISSE
                                                                           Intendo;
1005hai la dimora eletta.
 Resta, imbelle; io ti lascio. (Mostrando partire)
 ACHILLE
                                                   Ulisse, aspetta.
 DEIDAMIA
 Che vuoi?
 ULISSE
                      Che brami?
 ACHILLE (A Deidamia, poi da sé)
                                              A compiacerti... (Oh stelle!
 È debolezza). A seguitarti... (Ad Ulisse) (Oh numi!
 È crudeltà). Sì, ma la gloria esige...
1010No, l'amor mio non soffre... Oh gloria! Oh amore!
 ARCADE
 (È dubbio ancor chi vincerà quel core).
 DEIDAMIA
 E ben, giacché ti costa
 sì picciola pietà pena sì grande,
 più non la chiedo. Or da te voglio un dono
1015che è più degno di te. Parti; ma prima
 quel glorioso acciaro
 immergi in questo sen. L'opra pietosa
 giova ad entrambi. Ad avvezzarti, Achille,
 tu cominci alle stragi; io fuggo almeno
1020un più lungo morir. Tu lieto vai
 senza aver chi t'arresti; io son contenta
 che quella destra amata, (Piange)
 arbitra di mia sorte,
 se vita mi niegò, mi dia la morte.
 ARCADE
1025(Io cederei).
 DEIDAMIA
                          L'ultimo dono...
 ACHILLE
                                                         Ah taci;
 ah non pianger, mia vita. Ulisse, ormai
 l'opporsi è tirannia.
 ULISSE
                                       Lo veggo.
 ACHILLE
                                                           Alfine
 non chiede che un sol giorno. Un giorno solo
 ben puoi donarmi.
 ULISSE
                                     Oh questo no. Men vado
1030d'Achille a' duci argivi
 le glorie a raccontar. Da me sapranno
 qual nobile sudor le macchie indegne
 lavi del nome suo, quai scuse illustri
 fa degli ozi di Sciro
1035già la tua spada, e di qual serie augusta
 va per te di trofei la fama onusta.
 ACHILLE
 Ma valor non si perde...
 ULISSE
                                              Eh di valore
 più non parlar. Spoglia quell'armi; a Pirra
 non sarian che d'impaccio. (Ai detti mordaci di Ulisse Achille si turba, s’accende e sdegnasi per gradi) Olà, rendete
1040la gonna al nostro eroe. Riposi ormai,
 che sotto l'elmo ha già sudato assai.
 ARCADE
 (Vuol destarlo e lo punge).
 ACHILLE
                                                   Io Pirra! Oh dei!
 La gonna a me! (Ad Ulisse)
 ULISSE
                                No? D'animo virile
 desti gran prova inver. Non sei capace
1045di vincere un affetto.
 ACHILLE
                                         Ah meglio impara
 a conoscere Achille. Andiam. (Risoluto)
 DEIDAMIA
                                                        Mi lasci?
 ACHILLE
 Sì.
 DEIDAMIA
         Come!
 ACHILLE
                        All'onor mio
 è funesto il restar; Deidamia, addio. (Achille parte risoluto ed ascende il ponte della nave, dove poi s’arresta. Ulisse ed Arcade il van seguendo; Deidamia rimane alcun tempo immobile)
 ARCADE
 (Sentì lo sprone).
 ULISSE
                                   (E pur non son sicuro).
 DEIDAMIA
1050Ah perfido! Ah spergiuro!
 Barbaro! Traditor! Parti? E son questi
 gli ultimi tuoi congedi? Ove s'intese
 tirannia più crudel! Va', scellerato,
 va' pur; fuggi da me; l'ira de' numi
1055non fuggirai. Se v'è giustizia in cielo,
 se v'è pietà, congiureranno a gara
 tutti tutti a punirti. Ombra seguace,
 presente ovunque sei,
 vedrò le mie vendette. Io già le godo
1060immaginando; i fulmini ti veggo
 già balenar d'intorno... Ah no, fermate,
 vindici dei. Di tanto error se alcuno
 forza è che paghi il fio,
 risparmiate quel cor; ferite il mio.
1065S'egli ha un'alma sì fiera,
 s'ei non è più qual era, io son qual fui;
 per lui vivea; voglio morir per lui. (Sviene sopra un sasso)
 ACHILLE
 Lasciami. (Ad Ulisse)
 ULISSE
                      Dove corri?
 ACHILLE
 A Deidamia in aiuto.
 ULISSE
                                         Ah dunque...
 ACHILLE
                                                                   E speri
1070ch'io l'abbandoni in questo stato?
 ULISSE
                                                               È questa
 di valore una prova.
 ACHILLE
                                       Eh tu pretendi (Sdegnoso)
 prove di crudeltà, non di valore.
 Scostati, Ulisse. (Si fa strada con impeto e corre a Deidamia)
 ARCADE
                                 (Ha trionfato amore).
 ACHILLE
 Principessa, ben mio, sentimi. Oh numi,
1075l'infelice non ode! Apri le luci,
 guardami; Achille è teco.
 ULISSE
                                                Arcade, il tempo
 di sperar più vittoria ora non parmi;
 cediamo il campo. Adopreremo altr'armi. (Parte con Arcade, non veduto da Achille)
 
 SCENA IV
 
 ACHILLE, DEIDAMIA, poi NEARCO
 
 DEIDAMIA
 Aimè!
 ACHILLE
               Lode agli dei,
1080comincia a respirar. No, mia speranza,
 Achille non partì.
 DEIDAMIA
                                   Sei tu? M'inganno?
 Che vuoi?
 ACHILLE
                      Pace, cor mio.
 DEIDAMIA
                                                  Potesti, ingrato,
 negarmi un giorno solo! Ed or...
 ACHILLE
                                                            Non fui
 io che m'opposi; eccoti il reo... Ma... Come!
1085Non veggo Ulisse! Ah mi lasciò.
 NEARCO
                                                           Se cerchi
 d'Ulisse, ei corre al re; dal re ti vuole,
 or che scoperto sei.
 DEIDAMIA
                                      Questa sventura (S’alza da sedere)
 sol mancava fra tante. Ecco palese
 al padre il nostro arcano.
 NEARCO
                                                Infino ad ora
1090nascosto non gli fu. Già Teagene
 cercò de' tuoi trasporti,
 ritrovò la cagione; al re sen corse
 ed ancora è con lui.
 DEIDAMIA
                                      Misera! Oh dei,
 che fia di me! Se m'abbandoni, Achille,
1095a chi ricorrerò?
 ACHILLE
                               Ch'io t'abbandoni
 in periglio sì grande! Ah no; sarebbe
 fra le imprese d'Achille
 la prima una viltà. Vivi sicura;
 lascia pur di tua sorte a me la cura.
 
1100   Tornate sereni,
 begli astri d'amore;
 la speme baleni
 fra il vostro dolore;
 se mesti girate,
1105mi fate morir.
 
    Oh dio! Lo sapete,
 voi soli al mio core,
 voi date e togliete
 la forza e l'ardir. (Parte)
 
 SCENA V
 
 DEIDAMIA e NEARCO
 
 DEIDAMIA
1110Nearco, io tremo; ah mi consola!
 NEARCO
                                                             E come
 consolarti poss'io, se son più oppresso,
 più confuso di te?
 DEIDAMIA
                                    Numi clementi,
 se puri, se innocenti
 furon gli affetti miei, voi dissipate
1115questo nembo crudel; voi gl'inspiraste;
 proteggeteli voi. Se colpa è amore,
 sì, lo confesso, errai;
 ma grande è la mia scusa; Achille amai.
 
    Chi può dir che rea son io
1120guardi in volto all'idol mio
 e le scuse del mio core
 da quel volto intenderà,
 
    da quel volto in cui ripose
 fausto il ciel, benigno amore
1125tante cifre luminose
 di valore e di beltà. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 NEARCO solo
 
 NEARCO
 Di tue cure felici
 or va', Nearco, insuperbisci. A Teti
 di' che il feroce Achille
1130sapesti moderar. Vanta gli scaltri
 lusinghieri discorsi; ostenta i molli
 piacevoli consigli. Ecco perduti
 gli accorgimenti e l'arti. Il solo Ulisse
 tutto a scompor bastò. Qual astro infido
1135fu mai quel che lo scorse a questo lido!
 
    Cedo alla sorte
 gli allori estremi;
 non son più forte
 per contrastar.
 
1140   Nemico è il vento,
 l'onda è infedele;
 non ho più remi,
 non ho più vele;
 e a suo talento
1145mi porta il mar. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 Reggia.
 
 LICOMEDE, ACHILLE, TEAGENE, con numeroso corteggio
 
 ACHILLE
 Né di risposta ancora
 Licomede mi degna?
 TEAGENE
                                         È troppo ormai,
 gran re, lungo il silenzio. I prieghi miei,
 le richieste d'Achille
1150soddisfa alfin. Che ti sospende? È forse
 la fé che a me donasti? Ah, non son io
 tanto incognito a me che oppormi ardisca
 a sì grande imeneo. So quanto il mondo
 debba quindi aspettar; veggo che in cielo
1155si preparò; tante vicende insieme
 non tesse mai senza mistero il fato.
 Che sdegnar ti potria? L'amor? Ma quando
 fu colpa in cor gentile
 un innocente amor? L'inganno? È Teti
1160la rea; già fu punita. Ella in tal guisa
 celare ad ogni ciglio
 il figlio volle e fe' palese il figlio.
 Oh come al nodo illustre
 la terra esulterà, che mai non vide
1165tanto valor, tanta bellezza e tante
 virtudi unir. Qual di tai sposi il cielo
 cura non prenderà, se ne deriva
 l'uno e l'altro egualmente! E quai nipoti
 attenderne dovrai, se tutti eroi
1170furon gli avi d'Achille e gli avi tuoi!
 ACHILLE
 (Chi mai sperato avrebbe
 in Teagene il mio sostegno!)
 LICOMEDE
                                                      Achille,
 sì grande questo nome
 suona nell'alma mia che usurpa il loco
1175a tutt'altro pensier. Che dir poss'io
 dell'imeneo richiesto? Il generoso
 Teagene l'applaude, il ciel lo vuole,
 tu lo domandi; io lo consento. Ammiro
 sì strani eventi; e rispettoso in loro
1180del consiglio immortal gli ordini adoro.
 ACHILLE
 Ah Licomede... Ah Teagene!... Andate
 la mia sposa, il mio bene,
 custodi, ad affrettar. Principe, (A Teagene) oh quanto,
 quanto ti deggio mai! Padre, signore,
1185come a sì caro dono
 grato potrò mostrarmi?
 LICOMEDE
                                              A Licomede
 l'esser padre a tal figlio è gran mercede.
 
    Or che mio figlio sei,
 sfido il destin nemico;
1190sento degli anni miei
 il peso alleggerir.
 
    Così chi a tronco antico
 florido ramo innesta
 nella natia foresta
1195lo vede rifiorir.
 
 SCENA ULTIMA
 
 ULISSE, poi DEIDAMIA e detti; indi tutti
 
 ACHILLE
 Ah vieni, Ulisse. I miei felici eventi
 sapesti forse?
 ULISSE
                            Assai diversa cura
 qui mi conduce. Eccelso re, conviene
 che, deposto ogni velo, alfin t'esponga
1200della Grecia il voler. Sappi...
 LICOMEDE
                                                      Già tutto
 mi è noto. A parte a parte alle richieste
 risponderò.
 ACHILLE
                         Mia cara sposa, alfine (Incontrandola)
 giungesti pur. Non tel diss'io? La sorte
 non cambiò di sembianza?
 DEIDAMIA
                                                    a' piedi tuoi,
1205mio re, mio genitor... (Inginocchiandosi)
 LICOMEDE
                                           Sorgi. (Deidamia si alza) È soverchio
 ciò che dir mi vorresti. Io già de' fati
 tutto l'ordine intendo. Una gran lite
 compor bisogna; a me s'aspetta; udite.
 Tutto del cor d'Achille
1210l'impero ad usurpar pugnano a gara
 e la gloria e l'amor. Questo capace
 sol di teneri affetti e quella il vuole
 tutto sdegni guerrieri. Ingiusti entrambi
 chiedon soverchio. E che sarebbe, Ulisse,
1215il nostro eroe, se respirasse ognora
 ira e furor? Qual diverrebbe, o figlia,
 se languir si vedesse
 sempre in cure d'amor? Dove lo chiama
 la tromba eccitatrice
1220vada ma sposo tuo. Ti torni al fianco
 ma cinto di trofei. Co' suoi riposi
 del sudor si ristori;
 e col sudore i suoi riposi onori.
 ACHILLE
 Sposa, Ulisse, che dite?
 DEIDAMIA
                                             Alle paterne
1225giuste leggi m'accheto.
 ULISSE
 Lieta il saggio decreto
 ammirerà la Grecia.
 ACHILLE
                                        Or non mi resta
 che desiar.
 LICOMEDE
                       Gl'illustri sposi unisca
 il bramato da lor laccio tenace;
1230e la gloria e l'amor tornino in pace.
 CORO
 
    Ecco, felici amanti,
 ecco Imeneo già scende;
 già la sua face accende,
 spiega il purpureo vel.
 
1235   Ecco a recar sen viene
 le amabili catene
 a voi per man de' numi
 già fabbricate in ciel. (Mentre cantasi il coro che precede, scenderà dall’alto denso globo di nuvole che prima ingombrerà dilatandosi gran parte della reggia e scoprirà poi agli spettatori il luminoso tempio della Gloria, tutto adornato de’ simulacri di coloro ch’ella rese immortali. Si vedranno in aria innanzi al tempio medesimo la Gloria, Amore ed il Tempo, ed in sito men sollevato numerose schiere di lor seguaci)
 
 LA GLORIA, AMORE ed IL TEMPO
 
 LA GLORIA
 E quale a me vi guida,
1240rivali dei, nuova cagione? Amore,
 che a sedurmi i seguaci
 sempre pensò, l'invido Tempo, inteso
 ad oscurarmi ognor, come in un punto
 cambia costume e l'uno e l'altro amico
1245orma in volto non ha dell'odio antico?
 IL TEMPO
 Non v'è più sdegno in cielo.
 AMORE
                                                     a' numi ancora
 questa lucida aurora
 messaggiera è di pace. Oggi dell'Istro
 su la sponda real l'anime auguste
1250di Teresa e Francesco
 stringe nodo immortale. Opra è d'Amore
 la fiamma lor; ma di sì bella fiamma
 deggio i principi a te. Bastar potea
 quella sola a destarla, onde son cinte,
1255maestosa beltà; ma trarla io volli
 da fonti più sublimi. Agli alti sposi
 le scambievoli esposi
 proprie glorie ed avite e le comuni
 vive brame d'onor. L'anime grandi
1260si ammiraro a vicenda; e sé ciascuna
 nell'altra ravvisò. Le rese amanti
 tal somiglianza. Indi in entrambe Amore
 fu cagione ed effetto, in quella guisa
 che il moto, ond'arde e splende
1265face a face congiunta, acquista e rende.
 Ah mentre il fuoco mio,
 se alimento ha da te, tanto prevale,
 tuo seguace son io, non tuo rivale.
 IL TEMPO
 Né me, dea degli eroi,
1270tuo nemico chiamar. Come oscurarti
 dopo un tale imeneo? Su' grandi esempi
 e di Carlo e d'Elisa i regi sposi
 formar sé stessi. Or che gli accoppia il cielo,
 propagheran ne' figli
1275le cesaree virtù. Qual ombra opporre
 a tanto lume? Ah non lo bramo; altero
 son d'esser vinto. a' secoli venturi
 dian nome i grandi eredi. Io della loro
 inestinguibil lode
1280farò tesoro e ne sarò custode.
 LA GLORIA
 Giunse dunque una volta il dì felice
 di cui tanto nel cielo
 si ragionò? Che le speranze accoglie
 di tanti regni, e che precorso arriva
1285da tanti voti? Oh lieto dì! Corriamo,
 amici dei, della festiva reggia
 ad accrescer la pompa. Unir conviene
 a pro de' chiari sposi
 tutte le nostre cure.
 AMORE
                                      Al nobil fuoco,
1290che in lor destai, somministrar vogl'io
 sempre nuovo alimento.
 IL TEMPO
                                               Io de' lor anni
 lunghissimo e tranquillo
 il corso reggerò.
 AMORE
                                Per me d'eroi
 il talamo reale
1295sarà fecondo.
 IL TEMPO
                           Io serberò gli esempi
 degli atavi remoti
 ai più tardi nipoti.
 LA GLORIA
                                     Io fui di quelli,
 io di questi sarò compagna e duce;
 tutti i lor nomi io vestirò di luce.
 LA GLORIA, AMORE ed IL TEMPO
 
1300   Tutti venite, o dei,
 il nodo a celebrar,
 i dolci ad affrettar
 bramati istanti.
 
 CORO
 
    Ecco, felici amanti,
1305ecco Imeneo già scende;
 già la sua face accende,
 spiega il purpureo vel.
 
 TUTTI
 
    Ecco a recar sen viene
 le amabili catene
1310a voi per man de' numi
 già fabbricate in ciel.
 
 FINE