La clemenza di Tito, Venezia, Bettinelli, 1737
LA CLEMENZA DI TITO | |
ARGOMENTO | |
Per consenso di quasi tutti gli storici, non ha conosciuto l’antichità né migliore né più amato principe di Tito Vespasiano. Il concorso delle più rare doti dell’animo e de’ più amabili pregi del corpo, che si ammiravano in lui, ma soprattutto la naturale inclinazione alla clemenza, suo particolar carattere, lo resero universalmente sì caro, che fu chiamato «la delizia del genere umano». Non bastò tutto questo ad assicurarlo dalle insidie dell’infedeltà. Ritrovossi chi poté pensare a tradirlo; e ritrovossi fra’ suoi più cari. Due giovani patrizi, uno de’ quali egli teneramente amava e ricolmava ogni giorno di nuovi benefizi, cospirarono contro di lui. Si scoperse la trama; ne furono convinti i colpevoli, e per decreto del Senato condannati a morire. Ma il clementissimo principe, contento d’averli paternamente ripresi, concesse, non meno ad essi che a’ lor seguaci, un pieno e generoso perdono (Svetonio Tranquillo, Aurelius Victor, Dione, Zonara, eccetera). | |
Il luogo dell’azione è quella parte del colle Palatino che confina col Foro romano. | |
PERSONAGGI | |
TITO VESPASIANO imperador di Roma | |
VITELLIA figlia dell’imperador Vitellio | |
SERVILIA sorella di Sesto, amante d’Annio | |
SESTO amico di Tito, amante di Vitellia | |
ANNIO amico di Sesto, amante di Servilia | |
PUBLIO prefetto del Pretorio | |
Coro di senatori e popolo | |