Il Ruggiero o vero L’eroica gratitudine, Parigi, Hérissant, 1781

 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Deliziosa parte de’ giardini reali.
 
 CARLO MAGNO ed OTTONE
 
 OTTONE
 Non crederlo, signor; dall'ardua impresa
395non v'è ragion che vaglia
 il greco prence a frastornar.
 CARLO MAGNO
                                                     Vogl'io
 tentarlo almen. Dicesti a lui che bramo
 seco parlar di nuovo?
 OTTONE
                                          Il dissi; ei viene
 ma sol la pugna ad affrettar.
 CARLO MAGNO
                                                      Va'; prendi
400del guerriero apparato
 tu la cura frattanto; io qui Leone
 attenderò. Chi sa? Forse a mio senno
 svolger potrò quel giovanil pensiero.
 OTTONE
 Cesare, il bramo anch'io ma non lo spero.
 
405   È dal corso altero fiume
 l'arrestar difficil meno
 che agli affetti imporre il freno
 d'inesperta gioventù.
 
    Dell'età nel primo ardore
410cede agl'impeti del core
 la ragione e la virtù. (Parte)
 
 SCENA II
 
 CARLO MAGNO e poi LEONE
 
 CARLO MAGNO
 Del giovane reale io pur vorrei
 il periglio evitar. S'ei qui perisse,
 qual saria dell'augusto
415suo genitor la doglia! E qual... Ma viene
 già risoluto a me. Principe amato,
 tu già pugnar vorresti; io tutto in volto
 ti leggo il cor.
 LEONE
                            Sì, lo confesso, io vengo
 ad affrettarne il sospirato istante.
 CARLO MAGNO
420Ma sai di Bradamante
 qual sia l'arte guerriera,
 quanto il poter?
 LEONE
                                Sì; ma compagno in campo
 so che avrò meco amore; e i fidi suoi
 so che amor, quando vuol, cangia in eroi.
 CARLO MAGNO
425È bello anche l'eccesso
 d'un giovanile ardir. Quel che sarai
 io già veggo nel tuo; ma pur conviene
 che il fren senta per or. Del tempo è dono
 l'esperienza ed il vigore; e in erba
430gran speranze recidi,
 se innanzi tempo al tuo gran cor ti fidi.
 LEONE
 Se quella ch'or m'alletta
 dolce speme, o signor, perdo o trascuro,
 dell'altre i doni io conseguir non curo.
435Deh secondar ti piaccia
 le impazienze mie.
 CARLO MAGNO
                                      Ma prendi almeno
 qualche tempo a pensar.
 LEONE
                                               No; di mia sorte
 la penosa incertezza
 soffrir non so; vengasi all'armi; il segno
440fa' che ne dian le trombe
 senz'altro indugio. Il sol favor che imploro
 da te, Cesare, è questo.
 CARLO MAGNO
                                             Il vuoi? S'adempia
 il tuo voler. Quel marzial recinto
 vedi colà, solo a festivi assalti
445destinato finor? Là per mio cenno
 la tua bella nemica
 a momenti sarà. Va'; t'arma e vieni,
 se tentar vuoi di Marte il dubbio giuoco.
 Ma pensa che fra poco
450potresti nel periglio
 rammentar troppo tardi il mio consiglio.
 
    Non essere a te stesso
 per troppo ardir crudele;
 pria di spiegar le vele
455guarda di nuovo il mar.
 
    Pensa che poco è fido,
 che or giova essere accorto,
 che sarà lungi il porto
 quando vorrai tornar. (Parte)
 
 SCENA III
 
 LEONE e poi BRADAMANTE
 
 LEONE
460Ah, se d'un tal portento
 di valor, di beltà potrò vantarmi
 d'esser io possessor, d'astro sì chiaro
 se illustrar l'Oriente
 fortunato io potrò, chi fra' mortali
465felice al par di me... Ma Bradamante
 quella non è? Sì, non m'inganno.
 BRADAMANTE
                                                              Oh stelle!
 Ecco il greco importuno.
 Se n'eviti l'incontro. (In atto di ritirarsi)
 LEONE
                                         Ah soffri almeno,
 bella nemica mia, soffri ch'io possa,
470pria che al tuo ferro il petto,
 offrire a te d'un fido cor l'omaggio.
 BRADAMANTE
 Prence, questo è linguaggio
 da vincitor; prima d'usarlo è d'uopo
 nell'arringo prescritto
475di sé far prova ed acquistarne il dritto.
 LEONE
 Se a chi non è capace
 di resisterti in campo è sì gran fallo,
 adorabil guerriera, offrirti il core,
 chi mai reo non sarà? Dritto ha d'amarti
480sol chi ascolta il tuo nome; e a chi ti mira
 divien l'amor necessità.
 BRADAMANTE
                                              Se forte
 sei tu quanto cortese,
 io comincio a tremar.
 LEONE
                                          Ah so purtroppo
 che a Bradamante in petto
485un ignoto è il timor straniero affetto;
 ma so che un'alma grande
 ingrata esser non può.
 BRADAMANTE
                                           Nol sono; e pronta
 eccomi a darne prova, ove tu vogli
 secondar le mie brame.
 LEONE
                                              Arbitra sei
490del mio voler; tutto farò.
 BRADAMANTE
                                               L'impresa
 dunque abbandona, o prence.
 LEONE
                                                         Io?
 BRADAMANTE
                                                                  Sì.
 LEONE
                                                                          Crudele!
 Così grata mi sei?
 BRADAMANTE
                                    Grata non sono
 se contro te mi spiace
 trattar l'armi omicide e se procuro
495i tuoi rischi evitar?
 LEONE
                                      Fra i rischi miei
 il perderti è il maggior.
 BRADAMANTE
                                             Deh, s'egli è vero (Con dolcezza)
 che in tal pregio io ti sono e che disporre
 del tuo voler poss'io, lasciami, o prence,
 lasciami in pace. A gara
500a te d'Asia e d'Europa offre ogni trono
 spose di te ben degne.
 LEONE
                                           Ah no, perdono;
 il sol tuo cenno è questo
 ch'io non posso eseguir.
 BRADAMANTE
                                              No? Forse in campo (Con sdegno)
 meglio saprò persuaderti armata.
505Vieni al cimento; e non chiamarmi ingrata.
 LEONE
 
    Quell'ira istessa che in te favella
 divien sì bella nel tuo rigore
 che più d'amore languir mi fa.
 
    Ah s'è a tal segno bello il tuo sdegno,
510che mai sarebbe la tua pietà? (Parte)
 
 SCENA IV
 
 BRADAMANTE e poi CLOTILDE
 
 BRADAMANTE
 Lo strano ardir di questo
 sconsigliato garzon mi fa dispetto,
 meraviglia e pietà. L'ire a fatica
 io tenni a fren.
 CLOTILDE
                              Liete novelle, amica. (Allegra e frettolosa)
 BRADAMANTE
515Liete? Ah son di Ruggier.
 CLOTILDE
                                                 Sì.
 BRADAMANTE
                                                         Vive?
 CLOTILDE
                                                                      È giunto.
 BRADAMANTE
 Dove?
 CLOTILDE
                Qui.
 BRADAMANTE
                           Non t'inganni?
 CLOTILDE
                                                         Io stessa il vidi;
 Otton seco parlò.
 BRADAMANTE
                                  L'editto intese,
 a conquistarmi ei corre. Oh dio, che assalto
 d'improvviso piacere!
 CLOTILDE
                                           Ecco finiti
520i palpiti, gli affanni; eccoti sposa
 del tuo fido Ruggiero.
 BRADAMANTE
                                          Ah principessa,
 lasciami respirar; purtroppo è angusto
 a tanta gioia il cor... Ma dove è mai?
 Perché di me non cerca? Andiam...
 CLOTILDE
                                                                  Non vedi
525che a noi di là rivolge i passi?
 
 SCENA V
 
 RUGGIERO e dette
 
 BRADAMANTE
                                                        Ah vieni,
 mia dolce unica speme,
 mia cura, mio tormento e mio conforto.
 A te pervenne il grido
 del proposto cimento?
 RUGGIERO
530Sì.
 BRADAMANTE
         Dunque va'; le usate
 illustri armi ti cingi e a vincer vieni,
 non a pugnar.
 RUGGIERO
                             Mia Bradamante, ascolta;
 molto ho da dir.
 BRADAMANTE
                                Ne stringe
 troppo il tempo, o Ruggier. Chiederti anch'io
535mille cose vorrei: se ognor m'amasti,
 quai furo i casi tuoi, se per costume
 fra' tuoi labbri il mio nome,
 qual fra' miei sempre è il tuo, trovossi mai,
 se penasti lontan quanto io penai.
540Ma in campo andar convien; la pugna affretta,
 forse per lui fatale,
 un rival temerario.
 RUGGIERO
                                      Ah qual rivale!
 BRADAMANTE
 Leon!
 RUGGIERO
              Sì, Bradamante,
 è il mio benefattor; per lui respiro;
545il ben di rivederti
 solo è dono di lui.
 BRADAMANTE
                                   Come?
 RUGGIERO
                                                   Sorpreso
 in un carcere orrendo
 fra gli strazi io moria; Leon nemico
 venne a serbarmi in vita
550e a rischio della sua.
 CLOTILDE
                                        Che ascolto!
 BRADAMANTE
                                                                Ah degno
 è ben d'alma reale atto sì grande!
 RUGGIERO
 Non deggio essergli grato?
 BRADAMANTE
                                                   Anzi ho ragione
 d'esserla anch'io; son miei
 tutti gli obblighi tuoi.
 RUGGIERO
                                          Ma vai, ben mio,
555ad assalirlo armata! Egli inesperto...
 tu terror de' più forti...
 BRADAMANTE
                                            E ben, se vuoi,
 non l'esponiamo. In campo
 tu precedilo e nostro
 sia l'arringo primier; luogo al secondo
560non resterà.
 RUGGIERO
                         Ma con qual fronte io posso
 a tutto il mondo in faccia
 dichiararmi rival del mio pietoso
 liberator?
 BRADAMANTE
                      Dunque la sorte in campo
 tenti prima Leone. Egli al cimento
565non reggerà, lo spero, e tu disciolto
 sarai da ogni riguardo. Allor che un dritto
 da lui perduto ad acquistar tu vieni,
 non sei più suo rivale.
 RUGGIERO
                                           Ah s'io felice
 al suo disastro insulto,
570sono ingrato e crudel.
 BRADAMANTE
                                          Ma che per lui
 che di più far potrei?
 RUGGIERO
 Deh se gli obblighi miei
 è pur ver che sian tuoi...
 BRADAMANTE
 Segui, parla, che vuoi?
 RUGGIERO
575Premialo tu per me.
 BRADAMANTE
                                        Ma come?
 RUGGIERO
                                                             Il fato
 nega a me la tua mano; abbiala almeno
 chi mi salvò.
 BRADAMANTE
                          Che? Sposa
 io di Leone! Ad altro amante in braccio
 andar dee Bradamante
580e il propone Ruggier! Clotilde, udisti?
 Che ti par del consiglio?
 CLOTILDE
                                               Oppressa io sono
 dallo stupor.
 BRADAMANTE
                          Da sì remote sponde
 così la tua fedele
 ritorni a consolar? Bella mercede
585mi rendi inver di tanto amor, di tanti
 palpiti, affanni e pianti
 sostenuti finora,
 sparsi per te! Costa al tuo cor ben poco
 il perdermi, o crudel.
 RUGGIERO
                                          Quel che mi costa
590non curar di saper; troppo è funesto
 lo stato, oh dio! di chi crudel tu chiami.
 BRADAMANTE
 No, tu mai non m'amasti o più non m'ami.
 Questo è un pretesto all'incostanza. I suoi
 confini ha la virtù; non merta fede
595quando a tal segno eccede
 la misura comune. Ho un'alma anch'io
 capace di virtù; ma so fin dove
 l'umanità può secondarla; e sento
 ch'io non avrei vigore
600a sostener bastante
 l'idea del tuo martire,
 a trafiggerti il core e non morire.
 RUGGIERO
 Ah s'io non moro ancora...
 BRADAMANTE
                                                  Ad altro amante
 ch'io porga la mia man! Che atroce insulto!
605Che disprezzo inumano!
 Che nera infedeltà!
 RUGGIERO
                                      Se meno irata,
 mia vita, udir mi vuoi...
 BRADAMANTE
                                              Né voglio udirti,
 né mirarti mai più. (In atto di partire)
 RUGGIERO
                                        Senti, ben mio;
 non partir, dove vai?
 BRADAMANTE
                                         Vo d'un infido (Pianto ed ira)
610a svellermi, se posso,
 l'immagine dal cor; le smanie estreme
 d'un amor, che non merti,
 vado almeno a celarti;
 di vivere o d'amarti
615vo, barbaro, a finir. (In atto di partire)
 RUGGIERO
                                       Deh in questo stato
 deh non mi abbandonar. (Trattenendola)
 BRADAMANTE
                                                 Lasciami, ingrato. (Staccandosi da lui)
 
    Non esser troppo altero,
 crudel, del mio dolore;
 questo è un amor che more
620e tutto amor non è.
 
    Lagrime or verso, è vero,
 per tua cagion, tiranno;
 ma l'ultime saranno
 ch'io verserò per te. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 RUGGIERO e CLOTILDE
 
 RUGGIERO
625In odio al mio bel nume
 no, viver non poss'io. Seguirla io voglio;
 voglio almeno al suo piè...
 CLOTILDE
                                                 Gl'impeti primi
 d'un irritato amore
 non affrettarti a trattener. Sé stesso
630indebolisce il fiume, il suo furore
 se sfoga in libertà.
 RUGGIERO
                                    Ma intanto, oh dio!
 ella freme, s'affanna
 e mi crede infedele.
 CLOTILDE
                                       Io le tempeste
 di quell'alma agitata
635tenterò di calmar.
 RUGGIERO
                                    Sì, principessa,
 pietà di lei, pietà di me. Procura
 di raddolcir l'affanno suo; t'adopra
 a placarla con me. Dille ch'io l'amo,
 che sarà, che fu sempre
640l'unico mio pensier; spiegale il mio
 lagrimevole stato in cui mi vedi;
 dille...
 CLOTILDE
               Non più; tutto dirò; t'accheta;
 fidati a me.
 RUGGIERO
                         Del tuo bel cor mi fido;
 ma poco è quel ch'io spero;
645quello sdegno è sì fiero...
 CLOTILDE
                                                Ah quello sdegno
 ben più che di pietà d'invidia è degno.
 
    Lo sdegno ancor che fiero
 sempre non è periglio;
 quando d'amore è figlio
650ei riproduce amor.
 
    Mai dal furor del vento
 un grande incendio è vinto;
 spesso ti sembra estinto
 quando si fa maggior. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 RUGGIERO solo
 
 RUGGIERO
655Oh dio! Comincio a disperar; m'opprime
 il debito e l'amor. Tremo al periglio
 del mio benefattor; moro all'affanno
 del bell'idolo mio. D'ingrato il nome
 inorridir mi fa; quel di crudele
660non ho forza a soffrir. Fuggirli entrambi
 possibile non è; sceglier fra questi
 infelice io non so. Morire almeno
 innocente vorrei; le vie m'affanno
 a rintracciarne invan; condanno, approvo
665or questa, or quella e sempre reo mi trovo.
 E spiro ancora! E nodi
 questa misera vita ha sì tenaci
 che a scioglierli non basta
 tanto dolore? Ah perché mai di nuovo
670pietosa man gli strinse, allor che tanto
 già per me l'ore estreme eran vicine?
 Che bel morir!...
 
 SCENA VIII
 
 LEONE frettoloso e detto
 
 LEONE
                                 Pur ti ritrovo alfine.
 RUGGIERO
 Prence!
 LEONE
                  Ah mio fido, ecco il momento in cui
 rendere un generoso all'amor mio
675contraccambio potrai.
 RUGGIERO
                                           Che mai, signore,
 che sperar puoi da me?
 LEONE
                                              L'onor, la vita,
 la mia felicità.
 RUGGIERO
                             Spiegati.
 LEONE
                                                Udisti
 che Bradamante a conquistar...
 RUGGIERO
                                                           Con lei
 so che pugnar si dee; so che tu vuoi
680esporti al gran cimento; e gelo al rischio
 del mio liberator.
 LEONE
                                   Calmati; appieno
 della bella eroina
 l'invincibil valor, che m'innamora,
 io ben conosco, Erminio; e tanto ignoto
685a me non son che lusingarmi ardisca
 di resistere a lei.
 RUGGIERO
                                  Con qual coraggio
 dunque...
 LEONE
                     Il coraggio mio,
 caro amico, sei tu. Quel che tu puoi
 vidi io medesmo; e qual per me tu sei
690senza troppo oltraggiarti
 io non posso ignorar; perciò l'impresa
 del tuo poter, del tuo voler sicuro
 ad accettar m'indussi, il mio destino
 ad un altro me stesso
695prudente a confidar.
 RUGGIERO
                                        Come?
 LEONE
                                                        Tu dei
 pugnar per me.
 RUGGIERO
                                Con Bradamante! (Attonito)
 LEONE
                                                                   Appunto.
 RUGGIERO
 Io!
 LEONE
         Sì, tu. Ma ciascuno
 Leon ti crederà. Le mie d'intorno
 cognite avrai spoglie guerriere; il volto
700nell'elmo asconderai; l'aurea al tuo fianco
 splenderà nello scudo
 aquila oriental. Chi vuoi che possa
 non crederti Leone? Ah già mi sembra
 vincitor d'abbracciarti, e della mia
705Bradamante adorata
 stringer la bella man. Ma tu, se m'ami,
 d'offenderla ah ti guarda e cauto attendi
 a difenderti solo. Andiam; vogl'io
 di propria man cingerti l'armi.
 RUGGIERO
                                                           Ah pensa
710meglio, Leone. Ardua è l'impresa; io tremo
 alla proposta sol.
 LEONE
                                 Di che? L'arcano,
 fidati, alcun non scoprirà. Gl'istessi
 scudieri miei ti seguiran credendo
 me di seguir. Nel mio soggiorno ascoso
715io fin che tu ritorni... Altri s'appressa;
 potrebbe udirne; in più segreta stanza
 cotesti dubbi tuoi
 io scioglierò. Seguimi, amico. (Parte)
 
 SCENA IX
 
 RUGGIERO, indi OTTONE e poi LEONE
 
 RUGGIERO
                                                         Oh stelle!
 Che m'avvien! Che ascoltai!
720Sogno? Vivo? Son io?
 OTTONE
                                          Ruggier, che fai?
 Della tromba guerriera i primi inviti
 non odi già? Vola ad armarti e vieni
 della tua Bradamante
 le smanie a consolar. Tu la rendesti
725dubbiosa di tua fede;
 tradita esser si crede e piange e freme
 d'ira e d'amor.
 RUGGIERO
                              Misero me!
 OTTONE
                                                      Potresti
 trascurar d'acquistarla allor che l'offre
 sì destra a te la sorte? Ah no; l'eccesso
730ti muova almen del giusto suo dolore.
 RUGGIERO
 Sento spezzarmi in cento parti il core.
 OTTONE
 Su, risolvi, o Ruggier.
 RUGGIERO
                                          (S'uno abbandono... (Fra sé)
 Se così l'altra obblio... Se vo, se resto...)
 LEONE
 Erminio? Amico? Ah quale indugio è questo! (Da un lato indietro)
 RUGGIERO
735Eccomi a te. (Movendosi verso Leone)
 LEONE
                           Vieni, t'affretta. (Parte e Ruggiero vuol seguirlo)
 OTTONE
                                                          E senza
 rispondermi tu parti?
 RUGGIERO
 Ah per pietà non tormentarmi.
 OTTONE
                                                           Almeno
 dimmi se vinto il tuo rivale audace...
 RUGGIERO
 Nulla dirti poss'io; lasciami in pace. (Con impeto)
 OTTONE
740Povera Bradamante! (Parte)
 
 SCENA X
 
 RUGGIERO solo
 
 RUGGIERO
                                          Ah sì, da questo (Risoluto dopo aver pensato qualche momento)
 laberinto di pene
 ecco la via d'uscir. Senza difesa
 ai colpi del mio ben s'esponga il petto,
 si mora di sua man; così... Che dici,
745Ruggiero ingrato? E non tradisci allora
 di Leon le speranze? Ah cerco invano
 scampo, consiglio, aiuto;
 la mia sorte è decisa; io son perduto.
 
    Di quello ch'io provo
750più barbaro affanno,
 destin più tiranno
 provar non si può.
 
    Io sol della morte,
 ch'è il fin de' tormenti,
755io sol fra' viventi
 l'asilo non ho.
 
 Fine dell’atto secondo