Semiramide riconosciuta, Venezia, Buonarigo, 1729

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
  Campagna su le rive dell’Eufrate con navi che sono incendiate. Mura de’ giardini reali da un lato con cancelli aperti allo spuntar del giorno.
 
 IRCANO con seguito di sciti armati parte su le navi e parte su la riva del fiume
 
 IRCANO
1155Che fa, che tarda? Impaziente ormai
 la sposa attendo. Il nuovo sol già nasce
 e Sibari non torna. Ah qualche inciampo
 all'impresa trovò. Ma genti ascolto!
 È Sibari che vien; Tamiri è mia.
1160Compagni ora vi bramo
 solleciti al partir.
 
 SCENA II
 
 SIBARI con spada nuda e detto
 
 SIBARI
                                  Signor fuggiamo.
 IRCANO
 E Tamiri dov'è?
 SIBARI
                                 Fuggiam, che tutta
 di grida feminili
 suona la regia e al feminil tumulto
1165accorrono i custodi. Argine intanto
 faran que' pochi sciti
 che mi desti all'impresa. Ah già che il fato
 non arrise al disegno
 due vittime togliamo al regio sdegno.
 IRCANO
1170Questa è la sposa a cui trovarmi in braccio
 dovea l'aurora? E tu senza Tamiri
 a me ritorni avanti?
 SIBARI
 Era vano arrischiarmi incontro a tanti.
 IRCANO
 Ah codardo, quel sangue
1175che temesti versar sparger vogl'io. (Cava la spada)
 SIBARI
 Qual ingiusto desio!
 E pur colpa non ho.
 IRCANO
                                      Cadi trafitto.
 Sempre in te punirò qualche delitto. (Ircano in atto di uccider Sibari e Sibari con spada nuda si difende)
 
 SCENA III
 
 MIRTEO con spada nuda e detti
 
 MIRTEO
 Traditori al mio sdegno (Di dentro)
1180non potrete involarvi. (Esce Mirteo inseguendo alcuni sciti che si ritirano alle navi e doppo lui escono gli assiri, tutti con l’armi)
 SIBARI
                                           Aita o prence. (Sibari veduto Mirteo lascia l’attacco)
 A difender Tamiri
 non basto incontro a lui.
 MIRTEO
                                               Barbaro scita. (Avanzandosi nel mezzo)
 Fra voi colle rapine
 si contrastan gli amori?
 IRCANO
                                              A tuo dispetto,
1185la sposa avrò.
 MIRTEO
                            L'avrai! Correte assiri;
 distrugga il ferro, il foco
 e le navi e i guerrieri.
 IRCANO
 Ti svenarò superbo.
 MIRTEO
                                       Invan lo speri. (Ircano, Mirteo e Sibari si disviano combattendo. Gli sciti balzano dalle navi e siegue incendio delle dette con zuffa fra sciti e gli assiri, quale terminata colla fuga de’ primi, escono di nuovo combattendo Ircano e Mirteo e resta Ircano perditore)
 Cedi il ferro o t'uccido.
 IRCANO
                                            A me l'acciaro
1190non toglierai, se non rimango estinto.
 MIRTEO
 No no, vivrai ma disarmato e vinto. (Mirteo disarma Ircano e getta la spada)
 IRCANO
 Crudel destino!
 MIRTEO
                                Assiri,
 al re lo scita altero
 prigionier conducete.
 IRCANO
                                          Io prigioniero!
 MIRTEO
1195Sì fremi traditor.
 IRCANO
                                   Di mie sventure
 sarà prezzo il tuo sangue.
 MIRTEO
                                                Eh di minaccie
 tempo non è, grazia e pietade implora.
 IRCANO
 Grazia e pietà? Farò tremarvi ancora.
 Scoglio avvezzo agli oltraggi
1200e del cielo e del mar giammai non cede.
 Impazienti al piede
 gli fremon le tempeste,
 i folgori sul capo, i venti intorno.
 E pur di tutti a scorno
1205in mezzo ai nembi procellosi e neri
 fa da lunge tremar navi e nocchieri. (Ircano parte fra le guardie)
 
 SCENA IV
 
 MIRTEO, poi SIBARI
 
 MIRTEO
 Inutile furor.
 SIBARI
                           Mirteo respira.
 Tu il barbaro opprimesti, i suoi seguaci
 io dispersi e fugai. Salva è Tamiri,
1210lode agli dei.
 MIRTEO
                           Quanto ti deggio amico.
 SIBARI
 Il tradimento infame
 chi preveder potea. Fu gran ventura
 ch'io primiero ascoltassi
 lo strepito dell'armi; accorsi e vidi
1215cinto da quegl'infidi
 di Tamiri il soggiorno, aperto il varco
 del giardino reale, Ircano armato,
 disposto ogni nocchier, sciolto ogni legno.
 Compresi il reo dissegno.
1220M'inorridì, m'opposi, il brando strinsi
 pronto a ceder la vita
 ma non la preda al temerario scita.
 MIRTEO
 Ah prendi in quest'amplesso
 d'un'eterna amistà Sibari un pegno.
1225Tu mi rendi la pace; io piangerei
 privo dell'idol mio.
 SIBARI
                                      L'opre dovute
 alcun merto non hanno.
 MIRTEO
 Che fido cor!
 SIBARI
                           (Che fortunato inganno!)
 MIRTEO
 Ecco un rival di meno
1230per te mi trovo.
 SIBARI
                                Il tuo maggior nemico
 non t'è noto però.
 MIRTEO
                                   Lo so, Scitalce
 funesto è all'amor mio.
 SIBARI
                                             Solo all'amore?
 Ah Mirteo nol conosci.
 MIRTEO
                                           Io nol conosco?
 SIBARI
 No. (S'irriti costui). Scitalce è quello
1235che col nome d'Idreno
 ti rapì la germana.
 MIRTEO
                                     Oh dei! Che dici?
 Donde Sibari il sai?
 SIBARI
                                       Noto in Egitto
 egli mi fu; del tuo gran padre allora
 ero i custodi a regolare eletto,
1240quando tu pargoletto
 crescevi in Battra a Zoroastro appresso.
 MIRTEO
 Potresti errar.
 SIBARI
                             Non dubitarne, è desso.
 MIRTEO
 Ah la pugna s'affretti,
 si voli a Nino, il traditor si uccida.
 SIBARI
1245Ove o prence ti guida
 un incauto furor? Taci con Nino.
 Troppo amico è a Scitalce e non t'avvedi
 che da voi la sua cura
 prigionier l'assicura? Ov'è la pena
1250minacciata con fasto,
 per deludervi solo, al suo delitto?
 Troppo credulo sei.
 MIRTEO
                                      Lo veggo e intanto
 che deggio far?
 SIBARI
                               Dissimular lo sdegno,
 accertar la vendetta; un vile acciaro
1255basta a compirla e tuo rossor saria
 s'ei per tua man cadesse.
 MIRTEO
                                                Ardo di sdegno;
 non soffre l'ira mia freno o ritegno.
 
    In braccio a mille furie
 sento che l'alma freme,
1260sento che unite insieme
 colle passate ingiurie
 tormentano il mio cor.
 
    Quella l'amor sprezzato
 dentro il pensier mi desta
1265e mi rammenta questa
 l'invendicato onor.
 
 SCENA V
 
 SIBARI
 
 SIBARI
 Quell'ira ch'io destai
 inutile non è. Scitalce estinto
 dal dubbio mi difende
1270ch'ei palesi il mio foglio
 e di lei che m'accende
 un inciampo mi toglie al letto e al soglio.
 So che questa lusinga
 di delitto in delitto ognor mi guida
1275ma il rimorso a che giova!
 Doppo un error commesso
 necessario si rende ogn'altro eccesso.
 
    Quando un fallo è strada al regno
 non produce alcun rossore,
1280son del trono allo splendore
 nomi vani onore e fé.
 
    Se accoppiar l'incauto ingegno
 la virtù spera all'errore
 non adempie alcun disegno,
1285non è giusto e reo non è.
 
 SCENA VI
 
 Galleria corrispondente a’ gabinetti reali.
 
 SEMIRAMIDE, poi MIRTEO
 
 SEMIRAMIDE
 Nol voglio udir. Da questa regia Ircano (Nell’uscire ad una comparsa che ricevuto l’ordine parte)
 parta a momenti; egli perdé nel vile
 tradimento intrapreso
 ogni ragione all'imeneo conteso.
1290Mirteo, dal tuo valore
 riconosce Tamiri...
 MIRTEO
                                     Ove s'asconde?
 Che fa Scitalce? Al paragon dell'armi
 perché non vien?
 SEMIRAMIDE
                                   La principessa offesa
 tace e solo Mirteo pugnar desia?
 MIRTEO
1295S'ella i suoi torti oblia
 io mi rammento i miei.
 Scitalce è un traditor.
 SEMIRAMIDE
                                          (Che ascolto o dei).
 MIRTEO
 Tu la pugna richiesta
 contendermi non puoi, legge è del regno.
1300Al popolo, alle squadre
 la chiederò se me la nieghi e quando
 né pur l'ottenga, a trucidar l'indegno
 saprò d'un vil ministro armar la mano.
 E poi non è l'Egitto assai lontano.
 SEMIRAMIDE
1305Qual impeto è mai questo? A me ti fida
 caro Mirteo, ti sono amico e penso
 al tuo riposo al par di te.
 MIRTEO
                                               Tu pensi
 a difender Scitalce, egli t'è caro.
 Questa è la cura tua, tutto m'è noto.
 SEMIRAMIDE
1310(Che favellar!)
 MIRTEO
                              Risolvi o l'ira mia
 libera avvamparà.
 SEMIRAMIDE
                                    Taci; un momento
 ti chiedo sol, t'appagherò, m'attendi
 nelle vicine stanze e torna intanto
 a richiamar quel mansueto stile
1315che t'adornò finora.
 MIRTEO
                                       Indarno il chiedi.
 Quand'è l'ingiuria atroce
 alma pigra allo sdegno è più feroce. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 SEMIRAMIDE, poi SCITALCE
 
 SEMIRAMIDE
 Che vuol dir quello sdegno!
 Chi lo destò! Al germano
1320forse nota son io, Scitalce è noto.
 Oh dio per me pavento,
 tremo per lui. Che far dovrò? Consiglio
 io non trovo al periglio.
 Almeno in tanto affanno
1325ritrovassi placato il mio tiranno. (Semiramide partendo s’incontra in Scitalce)
 SCITALCE
 Basta la mia dimora? E fin a quando
 deggio un vile apparir? M'uccidi o rendi
 al braccio, al piè la libertade e l'armi.
 SEMIRAMIDE
 Tu ancora a tormentarmi
1330colla sorte congiuri? Ah siamo entrambi
 in gran periglio; io temo
 che Mirteo ci conosca; ai detti suoi,
 all'insolito sdegno
 quasi chiaro si scorge. E se mai vero
1335fosse il sospetto, egli vorrà col sangue
 punir la nostra fuga; e quando invano
 pur lo tentasse, al popolo ingannato
 il tumulto potria farmi palese.
 Sollecito riparo
1340chiede la sorte mia, pensaci o caro.
 SCITALCE
 Rendimi il brando e poscia
 faccia il destino.
 SEMIRAMIDE
                                 Un periglioso scampo
 questo saria; ve n'è miglior.
 SCITALCE
                                                     Non voglio
 da te consigli.
 SEMIRAMIDE
                            Ascolta,
1345non ti sdegnare. Un imeneo potrebbe
 tutto calmar; la mano
 se a me tu porgi...
 SCITALCE
                                    Eh l'ascoltarti è vano. (In atto di partire)
 SEMIRAMIDE
 Sentimi per pietà. Se mel concedi
 che mai ti può costar?
 SCITALCE
                                           Più che non credi. (Come sopra)
 SEMIRAMIDE
1350Odi un momento e poi
 vanne pur dove vuoi libero e sciolto.
 SCITALCE
 Via, per l'ultima volta ora t'ascolto.
 SEMIRAMIDE
 (Quanto è crudel!) Se la tua man mi porgi
 tutto in pace sarà. Vedrà Mirteo
1355col felice imeneo
 giustificato in noi l'antico errore.
 Più rivale in amore
 non gli sarà Scitalce e quando uniti
 voi siate in amistà, l'armi d'Egitto,
1360le forze del tuo regno, i miei fedeli
 se ben scoperta io sono
 saran bastanti a conservarmi il trono.
 O sarei pur felice
 quando giungessi a terminar la vita
1365coll'idol mio, col mio Scitalce unita.
 Che risolvi? Che dici?
 Parla, ch'io già parlai.
 SCITALCE
                                          Rendimi il brando
 s'altro a dir non ti resta.
 SEMIRAMIDE
 Così rispondi? E qual favella è questa?
1370Meglio si spieghi il labro
 né al mio pensiero il tuo pensier nasconda.
 SCITALCE
 Ma che vuoi ch'io risponda?
 Che brami udir? Ch'una spergiura, un'empia,
 che una perfida sei? Che invan con questi
1375simulati pretesti
 mi pretendi ingannar? Ch'io non ti credo,
 che pria d'esserti sposo esser vorrei
 sempre in ira agli dei,
 dal suol sepolto o incenerito adesso?
1380Lo sai né giova il replicar l'istesso.
 SEMIRAMIDE
 E questa è la mercede
 che rendi a tanto amore
 anima senza legge e senza fede?
 Tradita, disprezzata,
1385ferita, abbandonata,
 mi scopro, ti perdono,
 t'offro il talamo, il trono
 e non basta a placarti
 e a pietà non ti desti,
1390qual fiera t'educò? Dove nascesti?
 SCITALCE
 E ancor con tanto orgoglio...
 SEMIRAMIDE
 Taci; ingiurie novelle udir non voglio.
 Custodi, olà rendete (Esce una comparsa che udito l’ordine parte)
 il brando al prigionier; libero sei.
1395Va' pur dove ti guida
 il tuo cieco furor, vanne ma pensa
 ch'oggi ridotta alla sventura estrema
 vendicarmi saprò, pensaci e trema.
 
    Fuggi dagli occhi miei
1400perfido ingannator;
 ricordati che sei,
 che fosti un traditor,
 ch'io vivo ancora.
 
    Misera a chi serbai
1405amore e fedeltà,
 a un barbaro che mai
 non dimostrò pietà,
 che vuol ch'io mora. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 SCITALCE, poi TAMIRI
 
 SCITALCE
 E può con tanto fasto
1410simular fedeltà! Sogno o son desto!
 Io non m'inganno, è questo
 pur di Sibari il foglio. «Amico Idreno (Cava il foglio e legge)
 ad altro amante in seno
 Semiramide tua...» Folle a che giova
1415de' suoi falli la prova
 da un foglio mendicar, se agl'occhi miei
 scoperse il cielo i tradimenti rei?
 Ah si scacci dal petto
 la tirannia d'un vergognoso affetto. (S’incontra in Tamiri)
 TAMIRI
1420Prence con chi t'adiri?
 SCITALCE
 Alfin bella Tamiri
 m'avveggo dell'error. Teco un ingrato
 so che finora io fui ma più nol sono;
 concedimi, io lo chiedo, il tuo perdono.
 TAMIRI
1425(Nino parlò per me). Senti, Scitalce.
 S'io ti credessi appieno
 tutto mi scorderei; ma in te sospetto
 di qualche ardor primiero
 viva la fiamma ancor.
 SCITALCE
                                          No, non è vero.
 TAMIRI
1430Chi diverso ti rese?
 SCITALCE
 Nino fu che m'accese
 d'amor per te, mi liberò, mi sciolse,
 mi fe' arrossir d'ogn'altro laccio antico.
 TAMIRI
 (Quanto fa la pietà d'un vero amico!)
1435Finger tu puoi; non crederò se pria
 la tua destra non stringo.
 SCITALCE
 Ecco la destra mia, vedi se fingo.
 TAMIRI
 Sì, lo sdegno detesto.
 Prendi. (Nell’atto che vuol dargli la mano esce)
 
 SCENA IX
 
 MIRTEO e detti
 
 MIRTEO
                  Che ardir? Che tradimento è questo?
1440Così vieni a pugnar? Chi ti trattiene?
 Più non sei prigionier, libero il campo
 il re concede, a che tardar? Raccogli
 que' spiriti codardi.
 SCITALCE
 Mirteo, per quanto io tardi
1445troppo sempre a tuo danno
 sollecito sarò.
 MIRTEO
                            Dunque si vada.
 TAMIRI
 No no; già tutto è in pace,
 che tu pugni per me più non intendo. (A Scitalce)
 SCITALCE
 Eh lasciami pugnar. (A Tamiri)
 MIRTEO
                                         Prence t'attendo.
 SCITALCE
 
1450   Odi quel fasto?
 Scorgi quel foco?
 Tutto fra poco (A Tamiri)
 vedrai mancar.
 
    Al gran contrasto
1455vedersi appresso
 non è l'istesso
 che minacciar.
 
 SCENA X
 
 TAMIRI e MIRTEO
 
 TAMIRI
 (S'impedisca il cimento,
 si voli al re). (In atto di partire)
 MIRTEO
                           Così mi lasci? Ascolta.
 TAMIRI
1460Perdona. Un'altra volta
 t'ascolterò. (Come sopra)
 MIRTEO
                        Dunque mi fuggi?
 TAMIRI
                                                            Oh dio,
 non ti fuggo, t'inganni.
 MIRTEO
                                            E perché mai
 così presto involarti?
 TAMIRI
 Ma se deggio partir. (Come sopra)
 MIRTEO
                                         Sentimi e parti.
 TAMIRI
 
1465   Vuoi dirmi, lo so:
 «Languisco per te,
 riposo non ho,
 domando mercé,
 ingrata, spietata,
1470tiranna crudele»
 noiose querele
 usate in amor.
 
    Lo vedo, son quella
 che sempre adorasti.
1475Ti credo, ti basti;
 con questa favella
 parlasti finor.
 
 SCENA XI
 
 MIRTEO
 
 MIRTEO
 Or va', servi un'ingrata, il tuo riposo
 perdi per lei, consacra ai suoi voleri
1480tutte le cure tue, tutti i pensieri.
 Ecco con qual mercé
 poi si premia la fé di chi l'adora.
 Ed io pur l'amo ancora!
 Ah la nube importuna
1485che m'adombrò della ragione i rai
 si sciolga alfine. Ho vaneggiato assai.
 
    Quel vapor che in valle impura
 s'inalzò da ignobil fonte
 gli astri oscura, adombra il monte,
1490si colora in faccia al sol.
 
    Ma disciolto a poco a poco
 o dell'aure è scherzo e gioco
 o ritorna in grembo al suol.
 
 SCENA XII
 
  Anfiteatro con cancelli chiusi dai lati e trono da una parte.
 
 SEMIRAMIDE con guardie, popolo. SIBARI, poi IRCANO
 
 SEMIRAMIDE
 
    Fra tanti affanni miei
1495vorrei... Ma poi mi pento
 e palpitando io vo...
 
 IRCANO
 A forza io passerò. (Di dentro)
 SIBARI
                                     Quai grida io sento!
 IRCANO
 Mi si contende il varco? (Alle guardie)
 SEMIRAMIDE
                                               E qual ardire
 qui ti trattien? Così partisti? Adempi
1500il mio cenno così?
 IRCANO
                                    Vuo' del cimento
 trovarmi a parte anch'io. Lasciar non voglio
 la destra di Tamiri ad altri in pace.
 SEMIRAMIDE
 Tu quella destra, audace,
 non ricusasti? Altra ragion non hai.
 IRCANO
1505La morte io ricusai,
 non la sua destra. Avvelenato il nappo
 Sibari aveva, io non mancai di fede.
 SIBARI
 Mentitor, chi non vede
 che m'incolpi così, perché Tamiri
1510non ti lasciai rapir. Folle vendetta,
 menzogna pueril.
 IRCANO
                                   Come? M'avvampa
 di rabbia il cor, di rapir lei non ebbi
 il consiglio da te, da te l'aita?
 Tu sei...
 SEMIRAMIDE
                  Troppo mi irrita
1515la tua perfidia. A contrastarti il passo
 non lo vide Mirteo? Di tue menzogne
 arrossisci una volta.
 IRCANO
                                       Il mio disegno
 solo a punir costui...
 SEMIRAMIDE
 Eh taci indegno, io te conosco e lui.
1520Ircano è il menzognero,
 è Sibari il fedel.
 IRCANO
                                No, non è vero.
 Ei sa meglio ingannarti.
 SEMIRAMIDE
 Tu vorresti ingannarmi, o taci o parti.
 Non più, si dia della battaglia il segno. (Mentre Semiramide va sul trono, Ircano si ritira ad un lato in faccia a lei. Sibari resta alla sinistra del trono. Suonano le trombe, s’aprono i cancelli, dal destro de’ quali viene Mirteo e dall’opposto Scitalce ambedue senza spada, senza cimiero e senza manto)
 
 SCENA XIII
 
 MIRTEO, SCITALCE e detti
 
 MIRTEO
1525(Al traditore in faccia il sangue io sento
 agitar nelle vene). (Guardando Scitalce)
 SCITALCE
                                     (Io sento il core
 agitarsi nel petto in faccia a lei). (Guardando Semiramide)
 SEMIRAMIDE
 (Spettacolo funesto agl'occhi miei). (Due capitani delle guardie presentano l’armi a Scitalce e a Mirteo e si ritirano appresso i cancelli dell’anfiteatro)
 IRCANO
 (Io non parlo e m'adiro).
 SIBARI
                                                (Io temo e spero).
 SEMIRAMIDE
1530Principi, il cor guerriero
 dimostraste abbastanza. Ognun ravvisa
 nella vostra prontezza il vostro ardire.
 Ah le contrade assire
 non macchi il vostro sangue. Io so che il campo
1535contendervi non posso e nol contendo.
 Sol coi prieghi pretendo
 la tragedia impedir. Vivete e sia
 prezzo di tanto dono
 la vita mia, la mia corona, il trono.
 MIRTEO
1540No, desio vendicarmi.
 SCITALCE
 No, l'ira mi trasporta.
 MIRTEO
 All'armi.
 SCITALCE
                    All'armi.
 SEMIRAMIDE
                                       (O giusti dei son morta). (Mentre si battono esce frettolosa)
 
 SCENA ULTIMA
 
 TAMIRI e detti
 
 TAMIRI
 Mirteo, Scitalce, oh dio
 fermatevi, che fate?
1545È inutile la pugna. Io la richiesi,
 io più non la desio.
 MIRTEO
                                      Se a te non piace,
 è necessaria a me; vendico i miei,
 non i tuoi torti. È un traditor costui,
 mentisce il nome, egli si appella Idreno,
1550egli la mia germana
 dall'Egitto rapì.
 SIBARI
                                (Stelle che fia!)
 SCITALCE
 Saprò, qualunque io sia...
 SEMIRAMIDE
                                                 Mirteo t'inganni.
 Io conosco Scitalce,
 quell'Idreno non è.
 MIRTEO
                                      L'ascondi invano.
1555Nella regia d'Egitto
 Sibari lo conobbe, egli l'afferma.
 SIBARI
 (Ahimè).
 SCITALCE
                     Tu mi tradisci (A Sibari)
 perfido amico? È ver, mi finsi Idreno, (A Mirteo)
 t'involai la germana.
 MIRTEO
                                        Ove si trova
1560Semiramide rea? Parla? Rispondi
 pria ch'io versi il tuo sangue.
 SEMIRAMIDE
                                                       (Oh dio mi scopre!)
 SCITALCE
 Nol so, con questa mano
 il petto le passai
 e fra l'onde del Nilo io la gittai.
 TAMIRI
1565Che crudeltà!
 IRCANO
                            Che ascolto!
 MIRTEO
                                                    A tanto eccesso
 empio giungesti?
 SCITALCE
                                   In questo foglio vedi
 s'ella fu, s'io son reo. (Cava il foglio e lo dà a Mirteo)
 Sibari lo vergò, leggi Mirteo.
 SIBARI
 (Tremo).
 SEMIRAMIDE
                    (Che foglio è quello!)
 MIRTEO
                                                            «Amico Idreno
1570ad altro amante in seno (Legge)
 Semiramide tua porti tu stesso.
 L'insidia è al Nilo appresso. Ella che brama
 solo esporti al periglio
 di doverla rapir, ti finge amore,
1575fugge con te ma col disegno infame
 di privarti di vita
 e poi trovarsi unita
 a quello a cui la stringe il genio antico.
 Vivi, ha di te pietà Sibari amico».
 SEMIRAMIDE
1580(Anima rea).
 SIBARI
                           (Che incontro!)
 SEMIRAMIDE
                                                          E tanto ardisti
 Sibari d'asserir? Di nuovo afferma
 s'è verace quel foglio o menzognero.
 Guardami.
 SIBARI
                        (Che dirò). Sì, tutto è vero.
 SEMIRAMIDE
 (O tradimento!)
 MIRTEO
                                 Appieno
1585Sibari io non t'intendo. In questo foglio
 tu di Scitalce amico
 l'avverti d'un periglio e poi ti sento
 accusarlo, irritarmi
 perch'ei rimanga oppresso.
1590Come! Amico e nemico
 di Scitalce si fa Sibari istesso?
 SIBARI
 Allor... (Mi perdo). Io non credea... Parlai...
 MIRTEO
 Perfido, ti confondi. Ah Nino è questi
 un traditor, dal labro suo si tragga
1595a forza il ver.
 SEMIRAMIDE
                           (Se qui a parlar l'astringo
 al popolo mi scopre). In chiuso loco
 costui si porti e sarà mia la cura
 che il tutto a me palesi.
 SIBARI
                                             In questa guisa
 Nino mi tratti? A che portarmi altrove?
1600Qui parlerò.
 SEMIRAMIDE
                          No, vanne; i detti tuoi
 solo ascoltar vogl'io.
 SCITALCE
 Perché?
 MIRTEO
                  Resti.
 IRCANO
                               Si senta.
 SIBARI
                                                 Udite.
 SEMIRAMIDE
                                                               (Oh dio).
 SIBARI
 Semiramide amai. Lo tacqui, intesi
 l'amor suo con Scitalce, a lei concessi
1605agio a fuggir. Quanto quel foglio afferma
 finsi per farla mia.
 SCITALCE
                                     Numi! Fingesti?
 Io pur con lei fuggendo
 vidi il rival, vidi gl'armati.
 SIBARI
                                                   Io fui
 che mal noto fra l'ombre
1610sul Nilo v'attendea. Volli assalirti
 vedendoti con lei
 ma fra l'ombre in un tratto io vi perdei.
 SCITALCE
 Ah perfido. (Che feci!)
 SIBARI
                                            Udite; ancora
 molto mi resta a dir.
 SEMIRAMIDE
                                        Sibari basta.
 IRCANO
1615No, pria si chiami autore
 de' falli apposti a me.
 SIBARI
                                          Tutti son miei.
 SEMIRAMIDE
 Basta, non più.
 SIBARI
                               No, non mi basta.
 SEMIRAMIDE
                                                                 (Oh dei!)
 SIBARI
 Giacché perduto io sono
 altri lieto non sia. Popoli a voi
1620scopro un inganno, aprite i lumi; ingombra
 una femina imbelle il vostro impero.
 SEMIRAMIDE
 Taci (è tempo d'ardir). Popoli è vero. (S’alza in piedi sul trono)
 Semiramide io son. Del figlio invece
 regnai finor ma per giovarvi. Io tolsi
1625del regno il freno ad una destra imbelle
 non atta a moderarlo; io vi difesi
 dal nemico furor; d'eccelse mura
 Babilonia adornai.
 Coll'armi io dilatai
1630i regni dell'Assiria. Assiria istessa
 dica per me se mi provò finora
 sotto spoglia fallace
 ardita in guerra e moderata in pace.
 Se sdegnate ubbidirmi, ecco depongo (Si cava e posa la corona sul trono)
1635il serto mio, non è lontano il figlio.
 Dalla regia vicina
 porti sul trono il piè.
 CORO
 
    Viva lieta e sia reina
 chi finor fu nostro re. (Semiramide si ripone in capo la corona)
 
 MIRTEO
1640Ah germana.
 SEMIRAMIDE
                           Ah Mirteo. (Semiramide scende dal trono e abbraccia Mirteo)
 SCITALCE
                                                 Perdono o cara.
 Son reo. (S’inginocchia)
 SEMIRAMIDE
                    Sorgi e t'assolva
 della mia destra il dono.
 SCITALCE
                                               Oh dio Tamiri,
 coll'idol mio sdegnato
 io ti promisi amor.
 TAMIRI
                                      Tolgano i numi
1645ch'io turbi un sì bel nodo. In questa mano
 ecco il premio Mirteo da te bramato.
 SCITALCE
 Anima generosa.
 MIRTEO
                                  O me beato.
 IRCANO
 Lasciatemi svenar Sibari e poi
 al Caucaso natio torno contento.
 SEMIRAMIDE
1650D'ogni esempio maggiori
 principe i casi miei vedi che sono.
 Sia maggior d'ogni esempio anche il perdono.
 CORO
 
    Donna illustre il ciel destina
 a te regni, imperi a te.
 
1655   Viva lieta e sia reina
 chi finor fu nostro re.
 
 IL FINE