Semiramide riconosciuta, Madrid, Mojados, 1753

 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
  Gran portico del palazzo reale corrispondente alle sponde dell’Eufrate. Trono da un lato, alla sinistra del quale un sedile più basso per Tamiri. In faccia al sudetto trono tre altri sedili. Ara nel mezzo col simulacro di Belo, deità de’ Caldei. Gran ponte pratticabile con statue, navi sul fiume, vista di tende e soldati sull’altra sponda.
 
 SEMIRAMIDE creduta Nino con guardie e poi SIBARI
 
 SEMIRAMIDE
 Olà, sappia Tamiri
 che i principi son pronti,
 che fuman l'are, che al solenne rito
 di già l'ora s'appressa, (Ricevuto l’ordine, parte una guardia, nel mentre che parla Semiramide esce Sibari guardandola con meraviglia)
5che il re l'attende.
 SIBARI
                                    (Io non m'inganno, è dessa).
 Lascia che a' piedi tuoi... (S’inginocchia)
 SEMIRAMIDE
                                                 Sibari! (Oh dei!)
 S'allontani ciascun. (Che incontro!) Sorgi.
 Dall'Egitto in Assiria
 qual affar ti conduce?
 SIBARI
                                          È noto altrove
10che la real Tamiri
 dell'impero de' Battri unica erede
 qui scegliendo lo sposo oggi decide
 l'ostinate contese
 che il volto suo, che il suo retaggio accese.
15Sperai fra queste mura
 tutta l'Asia mirar; ma non sperai,
 in sembianza viril, sul trono assiro
 di ritrovar la sospirata e pianta
 principessa d'Egitto
20Semiramide...
 SEMIRAMIDE
                              Ah taci; in questo luogo
 Nino ciascun mi crede e il palesarmi
 vita, regno ed onor potria costarmi.
 SIBARI
 Che ascolto! È teco Idreno?
 Che fa? Dov'è?
 SEMIRAMIDE
                               Di quell'ingrato il nome
25non rammentarmi; abbandonai con lui
 la patria, il regno, il genitor, le nozze
 del monarca numida;
 e pur, nol crederai, l'istesso Idreno
 che m'indusse a fuggir tentò svenarmi.
 SIBARI
30Quando?
 SEMIRAMIDE
                    La notte istessa
 ch'io seco andai, del Nilo
 dalla pendente riva
 ei mi gettò ferita e semiviva.
 SIBARI
 Ma la cagione?
 SEMIRAMIDE
                              Oh dio!
35La cagione io non so.
 SIBARI
                                         (La so ben io).
 Come restasti in vita?
 SEMIRAMIDE
                                           Unica e lieve
 fu la ferita e la selvosa sponda
 co' pieghevoli salci
 la caduta scemò, mi tolse a morte.
 SIBARI
40Qual fu poi la tua sorte?
 SEMIRAMIDE
                                              In mille guise
 spoglia e nome cangiai
 finché il monarca assiro,
 fosse merito o sorte,
 del talamo real mi volle a parte.
 SIBARI
45E all'estinto tuo sposo
 non successe nel regno il picciol Nino?
 SEMIRAMIDE
 Il crede ognun; la somiglianza inganna
 del mio volto col suo.
 SIBARI
                                         Ma come il soffre?
 SEMIRAMIDE
 Effeminato e molle
50fu mia cura educarlo.
 SIBARI
                                          (E quando spero
 miglior tempo a scoprirle i miei martiri?
 Ardir). Sappi...
 SEMIRAMIDE
                               T'accheta, ecco Tamiri.
 
 SCENA II
 
 TAMIRI con seguito e detti
 
 TAMIRI
 Nino, deve al tuo zelo
 oggi l'Asia il riposo, io degli affetti
55la libertà.
 SEMIRAMIDE
                     Ma Babilonia deve
 alla bellezza tua l'aspetto illustre
 de' principi rivali. Al fianco mio (Una guardia va sul ponte e accenna che vengano)
 principessa t'assidi
 e i merti di ciascun senti e decidi. (Semiramide va sul trono, Tamiri a sinistra nel sedile, Sibari in piedi a destra. E intanto preceduti dal suono di vari istrumenti passano il ponte Mirteo, Ircano, Scitalce col loro seguito, quali si fermano fuori del portico e poi entrano l’uno dopo l’altro, quando tocca loro a parlare)
 
 SCENA III
 
 MIRTEO, IRCANO, SCITALCE e detti
 
 MIRTEO
60Al tuo cenno, gran re, deposte l'armi,
 si presenta Mirteo.
 L'Egitto...
 IRCANO
                     Odi; la bella, (A Mirteo interrompendolo)
 che fra noi si contende, è quella?
 MIRTEO
                                                              È quella. (Ad Ircano)
 L'Egitto è il regno mio...
 IRCANO
65Del Caucaso natio (A Semiramide)
 vien dal giogo selvoso
 l'arbitro degli Sciti amante e sposo.
 MIRTEO
 Ircano, a quel ch'io veggio,
 tu d'Assiria i costumi ancor non sai.
 IRCANO
70Perché?
 SEMIRAMIDE
                  Tacer tu dei;
 parli il prence d'Egitto.
 IRCANO
 In Assiria il parlar dunque è delitto?
 MIRTEO
 L'Egitto è il regno mio; sospiri e pianti,
 rispetto, fedeltà sono i miei vanti.
 SEMIRAMIDE
75Siedi, principe, e spera; a lei che adori
 non è il tuo merto ascoso. (Mirteo va a sedere)
 Qual ti sembra Mirteo? (Piano a Tamiri)
 TAMIRI
                                               Molle e noioso. (Piano a Semiramide)
 SEMIRAMIDE
 Or narra i pregi tuoi.
 IRCANO
 Dunque a vostro piacer...
 TAMIRI
                                                Parla se vuoi.
 IRCANO
80Si parli. A farmi noto
 basta affermar ch'io sono
 l'opposto di colui. Sospiri e pianti
 non son pregi fra noi. Pregio allo Scita
 è l'indurar la vita
85al caldo, al giel delle stagioni intere,
 e domar combattendo uomini e fere.
 TAMIRI
 Si vede.
 SEMIRAMIDE
                  Or siedi Ircano. (Ircano va a sedere)
 Qual ti sembra costui? (Piano a Tamiri)
 TAMIRI
                                             Barbaro e strano. (Piano a Semiramide)
 SEMIRAMIDE
 Venga Scitalce.
 SIBARI
                               (O stelle! Io veggo Idreno.
90Qual arrivo funesto!)
 SEMIRAMIDE
 Sibari, oh dio! Questo è Scitalce? (Piano a Sibari, vedendo Scitalce)
 SIBARI
                                                               È questo.
 SEMIRAMIDE
 Sarà.
 SCITALCE
             Numi! Che volto! Il re novello
 Ircano dimmi è quel ch'io miro?
 IRCANO
                                                              È quello.
 SCITALCE
 Sarà.
 SEMIRAMIDE
             Prence, il tuo nome
95dunque è Scitalce?
 SCITALCE
                                     Appunto.
 SEMIRAMIDE
 (Qual voce!)
 SCITALCE
                          (Qual richiesta!
 Io gelo).
 SEMIRAMIDE
                   (Io vengo meno).
 SCITALCE
 (Semiramide è questa).
 SEMIRAMIDE
                                               (È questi Idreno).
 Fin dall'indico clima
100ancor tu vieni alla real Tamiri
 il tributo ad offrir de' tuoi sospiri?
 SCITALCE
 Io... (Che dirò?) Se venni...
 Non sperai... Mi credea... Ma veggo... (Oh dei!)
 SEMIRAMIDE
 (Si confonde il crudel sugli occhi miei).
 TAMIRI
105Siedi Scitalce, il turbamento io credo
 figlio d'amor né a paragon d'ogn'altro
 picciol merito è questo.
 SCITALCE
 Ubbidisco.
 SEMIRAMIDE
                       (Infedel!)
 SCITALCE
                                            (Sogno o son desto?)
 Ma veramente è quegli
110il successor della corona assira? (Ad Ircano)
 IRCANO
 Non tel dissi?
 SCITALCE
                            Sarà. (Siede)
 IRCANO
                                        Questi delira.
 TAMIRI
 Nino perché non chiedi (Piano a Semiramide)
 qual mi sembri costui?
 SEMIRAMIDE
                                             Perché ravviso
 in quel volto fallace
115segni d'infedeltà.
 TAMIRI
                                   Ma pur mi piace.
 IRCANO
 Che più s'attende? È tempo
 che Tamiri decida.
 TAMIRI
 Son pronta.
 SEMIRAMIDE
                         (Oimè!) Ma prima
 giurar si dee di tollerar con pace
120la scelta d'un rivale. Il nume e l'ara
 eccovi, o prenci.
 MIRTEO
                                Ogni tuo cenno è legge. (S’alza e va all’ara)
 SCITALCE
 (Son fuor di me). (Come sopra)
 SEMIRAMIDE
                                    (Spergiuro).
 MIRTEO
 Io l'approvo. (Scitalce e Mirteo pongono la mano su l’ara, stando uno per parte)
 SCITALCE
                           Io l'affermo.
 IRCANO
                                                    Io l'assicuro. (S’alza ma non parte dal suo luogo)
 SEMIRAMIDE
 Ircano, al nume, a l'ara
125non t'avvicini?
 IRCANO
                              No, giurai né voglio
 seguir l'altrui costume;
 quest'è l'ara de' Sciti e questo è il nume. (Ponendo la mano al petto e accennando la spada)
 TAMIRI
 Io l'ardire d'Ircano,
 di Mirteo l'umiltà veggo ed ammiro.
130Ma un non so che...
 SEMIRAMIDE
                                      Sospendi
 la scelta, o principessa.
 TAMIRI
 Abbastanza pensai.
 IRCANO
                                      Dunque favelli.
 SEMIRAMIDE
 No, principi v'attendo (S’alza e seco tutti)
 entro la reggia all'oscurar del giorno.
135Ivi a mensa festiva
 sarem compagni e spiegherà Tamiri
 ivi il suo cor. Voi tollerate intanto
 il breve indugio.
 MIRTEO
                                 Io non m'oppongo.
 IRCANO
                                                                     Ed io
 mal soffro un re de' miei contenti avaro.
 SEMIRAMIDE
140Desiato piacer giunge più caro.
 
    Non so se più t'accendi
 a questa, a quella face;
 ma pensaci, ma intendi,
 forse chi più ti piace
145più traditor sarà.
 
    Avria lo stral d'amore
 troppo soavi tempre,
 se la beltà del core
 corrispondesse sempre
150del volto alla beltà. (Parte con Sibari)
 
 SCENA IV
 
 TAMIRI, MIRTEO, IRCANO e SCITALCE
 
 SCITALCE
 (Che vidi! Che ascoltai! (Fra sé)
 Semiramide vive!
 Ma non l'uccisi io stesso?
 O sognavo in quel punto o sogno adesso).
 TAMIRI
155Sì pensoso, o Scitalce? Ami o non ami?
 Sprezzi o brami i miei lacci?
 Da lungi avvampi e da vicino agghiacci.
 SCITALCE
 Perdonami, o Tamiri,
 se tu sapessi... Oh dio!
 TAMIRI
                                            Parla.
 SCITALCE
                                                         Se parlo,
160più confusa ti rendo.
 TAMIRI
 O tutto mi palesa o nulla intendo.
 SCITALCE
 
    Vorrei spiegar l'affanno,
 nasconderlo vorrei;
 e mentre i dubbi miei
165così crescendo vanno,
 tutto spiegar non oso,
 tutto non so tacer.
 
    Sollecito e dubbioso,
 penso, rammento e vedo;
170e agli occhi miei non credo,
 non credo al mio pensier. (Parte)
 
 SCENA V
 
 TAMIRI, MIRTEO ed IRCANO
 
 TAMIRI
 Più che ad ogn'altro spiace
 la dimora a Scitalce. Ei pensa e tace.
 IRCANO
 Non curar di quel folle.
175Godi di tua ventura
 che l'amor t'assicura oggi d'Ircano.
 Non rispondi? Ne temi? Ecco la mano.
 MIRTEO
 Che fai? Non ti rammenti
 il comando reale?
 IRCANO
                                   E il re qual dritto
180ha di frapporre ai miei cortesi affetti
 o limiti o dimore?
 TAMIRI
 Che! Tu conosci amore? Il tuo piacere
 è domar combattendo uomini e fere.
 IRCANO
 È ver; ma il tuo sembiante
185non mi spiace però; godo in mirarti
 e curioso il guardo
 più dell'usato intorno a te s'arresta.
 TAMIRI
 Gran sorte inver del mio sembiante è questa.
 
    Che quel cor, quel ciglio altiero
190senta amor, goda in mirarmi,
 non lo credo, non lo spero;
 tu vuoi farmi insuperbir.
 
    O pretendi allor che torni
 ai selvaggi tuoi soggiorni
195rammentar così per gioco
 l'amoroso mio martir. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 IRCANO e MIRTEO
 
 IRCANO
 La principessa udisti? Ella superba
 va degli affetti miei. Misero amante!
 Ti sento sospirar; ti veggo afflitto.
200Cangia, cangia desio
 e per consiglio mio torna in Egitto.
 MIRTEO
 Mi fai pietà. La tua fiducia insana,
 il tuo rozzo parlar, con cui l'offendi,
 ti rinfaccia Tamiri e non l'intendi.
 IRCANO
205Dunque in diversa guisa i loro affetti
 qui trattano gli amanti! E quale è mai
 questo vostro d'amor leggiadro stile?
 MIRTEO
 Con lingua più gentile
 qui si parla d'amor; qui con rispetto
210un bel volto si ammira;
 si tace; si sospira;
 si tollera; si pena;
 l'amorosa catena
 si soffre volentier, benché severa...
 IRCANO
215E poi si ottien mercede?
 MIRTEO
                                               E poi si spera.
 IRCANO
 Miserabil mercé! No; d'involarti
 il pregio di gentil non ho desio.
 Ciascun siegua il suo stile; io sieguo il mio. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 MIRTEO solo
 
 MIRTEO
 Felice te, se puoi
220sopra gli affetti tuoi
 regnar così; ma non è ver; se un giorno
 al par di me cadrai
 in servitù d'una crudele e bella,
 sarai men franco e cangerai favella.
 
225   Bel piacer saria d'un core
 quel potere a suo talento,
 quando amor gli dà tormento,
 ritornare in libertà.
 
    Ma non lice e vuole amore
230che a soffrir l'alma s'avvezzi
 e che adori anche i disprezzi
 d'una barbara beltà. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 Orti pensili.
 
 SCITALCE e SIBARI
 
 SCITALCE
 Come! E tu non ravvisi
 Semiramide in Nino? A me la scopre
235il girar de' suoi sguardi
 placidi al moto, il favellar, la voce,
 la fronte, il labro, e l'una e l'altra gota
 facile ad arrossir, ma più d'ogn'altro
 il cor che al noto aspetto
240subito torna a palpitarmi in petto.
 SIBARI
 (Dei! La conobbe!) Ah no, se fosse tale
 al germano Mirteo nota sarebbe.
 SCITALCE
 No, che bambino ei crebbe
 nella reggia de' Battri.
 SIBARI
                                           In Asia ognuno
245la crede estinta.
 SCITALCE
                                Ah più d'ogn'altro, amico,
 io crederlo dovrei. Tutto fu vero
 quanto svelasti a me. Nel luogo andai
 destinato da lei; venne l'infida;
 meco fuggì; ma poi
250non lungi dalla reggia
 l'insidie ritrovai. Cinto d'armati
 v'era il rivale...
 SIBARI
                              E il conoscesti?
 SCITALCE
                                                            Almeno
 potrei sfogarmi in lui.
 SIBARI
 (Torniamo a respirar; non sa ch'io fui).
255Ma da tanti nemici
 chi ti salvò?
 SCITALCE
                         Fra l'ombre
 del bosco e della notte
 mi dileguai; ma prima
 del Nilo in su la sponda
260l'empia trafissi e la balzai nell'onda.
 SIBARI
 Oimè!
 SCITALCE
                Da quel momento
 pace non so trovar. Sempre ho sugli occhi
 sempre il tuo foglio, il mio schernito foco,
 la sponda, il fiume, il tradimento, il loco.
 SIBARI
265Il foglio mio! Forse lo serbi?
 SCITALCE
                                                      Il serbo
 per gloria tua, per mia difesa.
 SIBARI
                                                         Ah pensa
 alla mia sicurezza. E qui Mirteo
 potria per la germana
 vendicarsi con me.
 SCITALCE
                                     Va' pur sicuro.
270A tutti il celerò; ma corrisponda
 alla mia la tua fé; non dir che Idreno
 in Egitto mi finsi.
 SIBARI
                                    Io tel prometto.
 Addio. (Torbido è il mare, il tempo è nero;
 bisogna in tanto rischio un gran nocchiero). (Parte)
 
 SCENA IX
 
 SCITALCE, TAMIRI, indi SEMIRAMIDE
 
 SCITALCE
275Chi sa? Forse il desio
 ingannar mi potrebbe. Al re si vada;
 si ritorni a veder... (In atto di partire)
 TAMIRI
                                      Dove Scitalce?
 SCITALCE
 Al monarca d'Assiria.
 TAMIRI
                                          Egli s'appressa;
 fermati.
 SCITALCE
                   (Oh dio! Che dubitarne? È dessa). (Vedendo Semiramide)
 TAMIRI
280Signor, brama Scitalce (A Semiramide)
 teco parlar.
 SEMIRAMIDE
                        (Vorrà scoprirsi!) Altrove
 piacciati, o principessa,
 portare il piè. Tutta agli accenti suoi
 lascia la libertà.
 TAMIRI
                                Parto. S'ei m'ami
285scorgi... Chiedi...
 SEMIRAMIDE
                                  Va' pur. So quel che brami. (Tamiri parte)
 (Siam soli, or parlerà).
 SCITALCE
                                            (Partì Tamiri.
 Or con me si palesa).
 SEMIRAMIDE
 (Il rossor lo ritarda).
 SCITALCE
 (Teme quel cor fallace).
 SEMIRAMIDE
290(Tace e mi guarda).
 SCITALCE
                                       (Ancor mi guarda e tace).
 SEMIRAMIDE
 Principe tu non parli?
 Impallidisci, avvampi e sei confuso?
 SCITALCE
 Signor, nel tuo sembiante
 una donna incostante,
295che in Egitto adorai,
 veder mi parve e mi turbò la mente;
 quella crudel mi figurai presente.
 SEMIRAMIDE
 Tanto simile a Nino
 era dunque colei?
 SCITALCE
                                    Simile tanto
300che sotto un'altra spoglia
 quell'infida direi che in te s'annida.
 SEMIRAMIDE
 Se fu simile a me, non era infida.
 SCITALCE
 Ah menzognera, ah ingrata... (Alterato)
 SEMIRAMIDE
                                                        Olà! Scitalce
 così meco ragiona?
 SCITALCE
305Io m'ingannai. Perdona (Si ricompone)
 uno sfogo innocente;
 quella crudel mi figurai presente.
 SEMIRAMIDE
 Pur se avessi presente
 allo sguardo colei come al pensiero,
310forse chi sa? non ti vedrei sì fiero.
 SCITALCE
 (Quale audacia! Comprenda
 alfin ch'io non la curo). Ah se vorrai,
 questo mio core oppresso
 felice tornerà.
 SEMIRAMIDE
                             (Si scopre adesso).
315Libero parla.
 SCITALCE
                           Oh dio!
 Troppo ardito sarei.
 SEMIRAMIDE
                                       La tema è vana.
 Parla; di me ti puoi fidar.
 SCITALCE
                                                 Vorrei
 pietosa a' miei martiri,
 mercé del tuo favor, render Tamiri.
 SEMIRAMIDE
320(O ingrato! O disleale!)
 SCITALCE
                                             Ella è il mio foco;
 adoro il suo sembiante...
 SEMIRAMIDE
 Non più. (Fingiam). Ti compatisco amante.
 A parlar con Tamiri
 ogni tua brama a secondar m'appresto.
 SCITALCE
325Torna appunto Tamiri. Il tempo è questo.
 SEMIRAMIDE
 (Oh importuno ritorno!)
 SCITALCE
                                                Or dir le puoi
 ch'è l'amor mio, ch'è il mio tormento estremo.
 SEMIRAMIDE
 Allontanati e taci. (Io fingo e fremo). (Scitalce si ritira indietro)
 
 SCENA X
 
 TAMIRI e detti
 
 TAMIRI
 Signor, quali predici
330venture all'amor mio.
 SEMIRAMIDE
                                          Poco felici.
 Sudai finora invano
 con Scitalce per te. Di lui ti scorda;
 non è degno d'amor.
 TAMIRI
                                        Perché?
 SEMIRAMIDE
                                                         Ti basti
 saper che non si trova
335il più perfido core, il più rubello.
 SCITALCE
 Signor, parli di me? (Avanzandosi)
 SEMIRAMIDE
                                         Di te favello.
 SCITALCE
 (Eppure impallidisce!) (Ritirandosi indietro)
 TAMIRI
                                              E s'ei non m'ama,
 perché si fa rivale
 d'Ircano e di Mirteo? Chiedasi...
 SEMIRAMIDE
                                                             Ah ferma, (Arrestandola)
340non gli parlar, se la tua pace brami.
 TAMIRI
 Ma la cagion?
 SEMIRAMIDE
                            Tu sei
 innocente in amore; ed egli ha l'arte
 d'affascinar chi sue lusinghe ascolta.
 SCITALCE
 Nino... (Appressandosi)
 SEMIRAMIDE
                 Eh taci una volta; (Con impeto)
345non turbarci così.
 SCITALCE
                                   Ma qui si tratta
 del mio riposo; e compatir tu dei...
 TAMIRI
 Ma Scitalce io vorrei
 chiaro intendere alfin quai son gli affetti
 che nascondi nel seno.
 SCITALCE
                                           In seno ascondo
350un incendio per te. L'unico oggetto
 sei tu di mia costanza,
 il mio ben, l'idol mio, la mia speranza.
 SEMIRAMIDE
 (Perfido!)
 TAMIRI
                      Io non intendo
 se siano i detti tuoi finti o veraci.
355Eccedi e quando parli e quando taci.
 SCITALCE
 
    Se intende sì poco (A Semiramide)
 ch'ho l'alma piagata,
 tu dille il mio foco,
 tu parla per me.
360(Sospira l'ingrata;
 contenta non è). (Tra sé)
 
    Sai pur che l'adoro, (A Semiramide)
 che peno, che moro,
 che tutta si fida
365quest'alma di te.
 (Si turba l'infida; (Tra sé)
 contenta non è). (Parte)
 
 SCENA XI
 
 SEMIRAMIDE e TAMIRI
 
 TAMIRI
 Udisti il prence? Egli è diverso assai
 da quel che lo figuri.
 SEMIRAMIDE
                                        Ah tu non sai
370quanto a fingere è avvezzo.
 TAMIRI
 Pur non sembra così.
 SEMIRAMIDE
                                         Di quel crudele
 non fidarti, o Tamiri; altro interesse
 non ho che il tuo riposo.
 TAMIRI
                                              Io ben m'avvedo
 del zelo tuo ma sì crudel nol credo.
 
375   Ei d'amor quasi delira
 e il tuo labbro lo condanna;
 ei mi guarda e poi sospira
 e tu vuoi ch'io sia crudel.
 
    Ma sia fido, ingrato sia,
380so che piace all'alma mia.
 E se piace allor che inganna,
 che sarà quando è fedel? (Parte)
 
 SCENA XII
 
 SEMIRAMIDE, poi IRCANO e MIRTEO
 
 SEMIRAMIDE
 Sarà dunque Scitalce
 sposo a Tamiri? E soffrirò che ad onta
385del nostro affetto antico...
 Principi, io vi predico
 gran disastri in amor. Se pigri siete,
 la destra di Tamiri
 Scitalce usurperà. Correte a lei,
390ditele i vostri affanni;
 pietà chiedete e se pietà bramate
 qualche stilla di pianto ancor versate.
 IRCANO
 Non è sì vile Ircano.
 MIRTEO
 A placar quell'ingrata il pianto è vano.
 SEMIRAMIDE
 
395   Voi non sapete quanto
 giovi a destar faville
 quell'improvviso pianto
 che versan due pupille
 in faccia al caro ben.
 
400   Ogni bellezza altera
 va dell'altrui dolore;
 si rende poi men fiera
 e alfin germoglia amore
 alla pietade in sen. (Parte)
 
 SCENA XIII
 
 IRCANO e MIRTEO
 
 MIRTEO
405Che pensi, Ircano?
 IRCANO
                                     Hai tu coraggio?
 MIRTEO
                                                                     Il brando
 risponderà quando tu voglia.
 IRCANO
                                                       Andiamo
 l'importuno rivale
 uniti ad assalir. Purché si vinca,
 lode al par del valor merta l'ingegno.
 MIRTEO
410Sol di un tuo pari il bel pensiero è degno. (Parte)
 
 SCENA XIV
 
 IRCANO solo
 
 IRCANO
 Quanti inventan costoro
 incommodi riguardi? Eh ch'io non venni
 con essi a delirar. Tremi Scitalce;
 la sua caduta è certa,
415o frodi io tenti o violenza aperta.
 
    Talor se il vento freme
 chiuso negli antri cupi,
 dalle radici estreme
 vedi ondeggiar le rupi
420e le smarrite belve
 le selve abbandonar.
 
    Se poi della montagna
 esce dai varchi ignoti,
 o va per la campagna
425struggendo i campi interi
 o dissipando i voti
 dei pallidi nocchieri
 per l'agitato mar. (Parte)
 
 Fine dell’atto primo