Siroe re di Persia, Venezia, Rossetti, 1726

 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Parco reale.
 
 LAODICE, poi SIROE
 
 LAODICE
 Che funesto piacere
 è mai quel di vendetta!
615Figurata diletta
 ma lascia conseguita il pentimento.
 Lo so ben io che sento
 del periglio di Siroe in mezzo al core
 il rimorso e l'orrore.
 SIROE
                                        Alfin Laodice
620sei vendicata; a me soffrir conviene
 la pena del tuo fallo.
 LAODICE
                                       Amato prence
 così confusa io sono
 che non ho cor di favellarti.
 SIROE
                                                    Avesti
 però cor d'accusarmi.
 LAODICE
                                          Un cieco sdegno
625figlio del tuo disprezzo
 persuase l'accusa. Ah tu perdona,
 perdona o Siroe un violento amore.
 Mi punisce abbastanza il mio dolore.
 Non soffrirai de la menzogna il danno,
630io scoprirò l'inganno.
 Saprà Cosroe ch'io fui...
 SIROE
                                              La tua ruina
 non fa la mia salvezza. Anche innocente
 di questa colpa, io di più grave errore
 già son creduto autor; taci, potrebbe
635destar la tua pietà nuovi sospetti
 d'amorosa fra noi
 secreta intelligenza.
 LAODICE
                                       E quale ammenda
 può farmi meritare il tuo perdono?
 Tu me l'addita; a quanto
640prescriver mi vorrai pronta son io
 ma poi scordati o caro il fallo mio.
 SIROE
 Più nol rammento e se ti par che sia
 la sofferenza mia di premio degna,
 più non amarmi.
 LAODICE
                                  Oh dio, come potrei
645lasciar sì dolci affetti in abandono.
 SIROE
 Questo da te domando unico dono.
 LAODICE
 Dimmi crudel ch'io vada
 lungi dagl'occhi tuoi, dimmi ch'io taccia,
 sdegnami o mi discaccia.
650Tutto soffro per te ma ch'io non t'ami
 troppo crudel mi chiedi e invan lo brami.
 SIROE
 Amandomi che speri?
 LAODICE
                                           Altro non spero
 che custodir gelosa
 l'idea di chi m'accende in mezzo al core
655e meritar penando
 d'una rara costanza il pregio almeno.
 SIROE
 E qual follia t'insegna
 a serbar tanta fede a chi ti sdegna?
 LAODICE
 
    Voi m'insegnate
660benché sdegnose
 luci adorate
 la fedeltà.
 
    Quando volete
 ch'io non v'adori
665più mi togliete
 la libertà. (Parte)
 
 SCENA II
 
 SIROE, poi EMIRA sotto nome d’Idaspe
 
 SIROE
 Come quel di Laodice
 potessi almen lo sdegno
 placar dell'idol mio.
 EMIRA
                                       Fermati indegno.
 SIROE
670Ancor non sei contenta?
 EMIRA
 Ancor pago non sei?
 SIROE
                                        Forse ritorni
 ad insultar un misero inocente?
 EMIRA
 Vai forse al genitor
 a palesar quel che taceva il foglio?
 SIROE
675Quel foglio in che t'offese? Io son creduto
 reo del delitto e mel sopporto e taccio.
 EMIRA
 Ed io, crudel, che faccio
 qualor t'insulto? Assicurar procuro
 Cosroe della mia fé, più per tuo scampo
680che per la mia vendetta.
 SIROE
                                               Ah dunque o cara
 fa' più per me. Perdona al padre o almeno
 se brami una vendetta apri il mio seno.
 EMIRA
 Io confonder non so Cosroe col figlio.
 Odio quello, amo te, vendico estinto
685il proprio genitore.
 SIROE
                                      E il mio, che vive,
 per legge di natura anch'io difendo.
 Sempre della vendetta
 più giusta è la difesa.
 EMIRA
 La generosa impresa
690dunque tu siegui, io seguirò la mia.
 Ma sai però qual sia
 il debito d'entrambi? A noi che siamo
 figli di due nemici
 è delitto l'amor, dobbiamo odiarci.
695Tu devi il mio disegno
 scoprir a Cosroe, io prevenir l'accusa.
 Tu scorgere in Emira il più crudele
 implacabil nemico, in Siroe io deggio
 abborrir d'un tiranno il figlio indegno.
700Cominci in questo punto il nostro sdegno. (In atto di partire)
 SIROE
 Mio ben t'arresta.
 EMIRA
                                    Ardisci
 di chiamarmi tuo bene? Unir pretendi
 il fido amante ed il crudel nemico
 e ti mostri a un istante
705debol nemico ed infedele amante.
 SIROE
 A torto l'amor mio...
 EMIRA
                                        Taci, l'amore
 è ne l'odio sepolto.
 Parlami di furore,
 parlami di vendetta ed io t'ascolto.
 SIROE
710Dunque così degg'io?...
 EMIRA
 Sì, scordarti d'Emira.
 SIROE
                                          Emira addio.
 Mi vuoi reo, mi vuoi morto,
 t'appagherò. Del tradimento al padre
 vado a scoprirmi autor; la tua fierezza
715così sarà contenta. (In atto di partire)
 EMIRA
 Sentimi, non partir.
 SIROE
                                        Che vuoi ch'io senta,
 lasciami alla mia sorte.
 EMIRA
                                             Odi, non giova
 né a me né a Cosroe il farti reo.
 SIROE
                                                           Ma basta
 per morir innocente. Ascolta, alfine
720son più figlio che amante, a me non lice
 e vivere e tacer. Tutto palese
 al genitor farò, quando non posso
 toglierlo in altra guisa al tuo furore.
 EMIRA
 Va' pur, va' traditore,
725accusami o t'accusa, a tuo dispetto
 il contrario io farò, vedrem di noi
 chi troverà più fede. (Vuol partire)
 SIROE
 Il mio sangue si chiede,
 barbara il verserò. L'animo acerbo
730pasci nel mio morir. (Cava la spada)
 
 SCENA III
 
 COSROE senza guardie e detti
 
 COSROE
                                         Che fai superbo!
 EMIRA
 O dei.
 COSROE
               Contro un mio fido
 stringi il brando o fellon? Niega se puoi!
 Or non v'è chi t'accusi, il guardo mio
 non s'ingannò, di' che mentisco anch'io.
 SIROE
735Tutto è vero, io son reo, tradisco il padre,
 son nemico al germano, insulto Idaspe,
 mi si deve la morte. Ingiusto sei
 se la ritardi adesso.
 Non curo uomini e dei,
740odio il giorno, odio tutti, odio me stesso.
 EMIRA
 (Difendetelo o numi).
 COSROE
 Olà costui s'arresti. (Escono alcune guardie)
 EMIRA
                                       Ei non volea
 offendermi o signor. Cieco di sdegno
 forse contro di sé volgea l'acciaro.
 COSROE
745Invan cerchi un riparo
 con pietosa menzogna al suo delitto.
 Perché fuggir?
 EMIRA
                              La fuga
 tema non era in me.
 SIROE
                                        Taci una volta,
 Idaspe taci, il mio maggior nemico
750è chi più mi soccorre. Il mio tormento
 termini col morir.
 COSROE
                                    Sarai contento.
 Pochi istanti di vita
 ti restano infedel.
 EMIRA
                                   Mio re, che dici!
 Necessaria a' tuoi giorni
755è la vita di Siroe, ei non ancora
 i complici scoprì. Morebbe seco
 il temuto segreto.
 COSROE
                                   È vero, oh quanto
 deggio al tuo amor, vegliami sempre a lato.
 SIROE
 Forse incontro al tuo fato
760corri così, non può tradirti Idaspe?
 EMIRA
 Io tradirlo!
 SIROE
                        In ciascuno
 può celarsi il nemico, ah non fidarti.
 Chi sa l'empio qual è.
 COSROE
                                          Chetati e parti.
 SIROE
 
    Mi credi infedele.
765Sol questo m'affanna.
 Chi sa chi t'inganna.
 (Che pena è tacer!)
 
    Sei padre, son figlio,
 mi scaccia, mi sgrida.
770Ma pensa al periglio,
 ma poco ti fida.
 Ma impara a temer. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 COSROE ed EMIRA
 
 EMIRA
 (Pensoso è il re). (A parte da sé)
 COSROE
                                   (Per tante prove e tante
 so che il figlio è infedel ma pur que' detti...) (A parte da sé)
 EMIRA
775(Forse crede a' sospetti
 che Siroe suggerì). (Come sopra)
 COSROE
                                      (Tradirmi Idaspe
 per qual ragion!) (Come sopra)
 EMIRA
                                   (S'ei di mia fé paventa
 perdo i mezzi al disegno. Or non m'osserva,
 siam soli, il tempo è questo). (Come sopra)
 COSROE
                                                        (Un reo l'accusa
780per render forse il fallo suo minore). (Come sopra)
 EMIRA
 (La vittima si sveni al genitore). (Snuda la spada per ferir Cosroe)
 
 SCENA V
 
 MEDARSE e detti
 
 MEDARSE
 Signore.
 EMIRA
                   (Oh dei!)
 MEDARSE
                                       Perché quel ferro Idaspe?
 EMIRA
 Per deporlo al suo piè, v'è chi ha potuto
 farlo temer di me. Troppo geloso
785io son dell'onor mio.
 Io traditore! Oh dio
 nel più vivo del cor Siroe m'offese.
 Finché non scopri il vero
 eccomi disarmato e prigioniero. (A Cosroe)
 COSROE
790Che fedeltà.
 MEDARSE
                         Forse il german procura
 divider la sua colpa.
 COSROE
                                       Idaspe, torni
 per mia difesa al fianco tuo la spada.
 EMIRA
 Perdonami o mio re, quando è in periglio
 d'un sovrano la vita ha corpo ogn'ombra.
795Prima dall'alma sgombra
 quell'idea che m'oltraggia e al fianco mio
 poscia per tuo riparo
 senza taccia d'error torni l'acciaro.
 COSROE
 No no, ripiglia il brando.
 EMIRA
800Ubbidirti non deggio.
 COSROE
                                           Io tel comando.
 EMIRA
 Così vuoi, non m'oppongo. Almen permetti
 ch'io la regia abandoni, acciò non dia
 di novelli sospetti
 colpa l'invidia all'innocenza mia.
 COSROE
805Anzi voglio che Idaspe
 sempre de' giorni miei vegli alla cura.
 EMIRA
 Io!
 COSROE
         Sì.
 EMIRA
                 Chi m'assicura
 della fede di tanti a cui commessa
 è la tua vita? Io debitor sarei
810de la colpa d'ognun; s'io fossi solo...
 COSROE
 E solo esser tu dei.
 Fra le reali guardie
 le più fide tu scegli. A tuo talento
 le cambia e le disponi e sia tuo peso
815di scoprir chi m'insidia.
 EMIRA
                                               Al regio cenno
 ubbidirò né dal mio sguardo accorto
 potrà celarsi il reo. (Son quasi in porto).
 
    Benché s'asconda
 la serpe antica
820tra fronda e fronda,
 tra spica e spica,
 pur dalla cura
 non è sicura
 del pastorello
825che l'osservò.
 
    Al par di quello
 sol per te fido
 fin dentro il nido
 l'assalirò. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 COSROE e MEDARSE
 
 MEDARSE
830Non è picciola sorte
 ch'uno stranier così fedel ti sia.
 Ma non basta o mio re. Maggior riparo
 chiede il nostro destin.
 COSROE
                                            Sarai nel giro
 di questo dì tu mio compagno al soglio
835e opporsi a due regnanti
 non potrà facilmente un folle orgoglio.
 MEDARSE
 Anzi il tuo amor l'irrita. Ha già sedotta
 del popolo fedel Siroe gran parte.
 Si parla e si minaccia, ah se non svelli
840dalla radice sua la pianta infesta
 sempre per noi germoglierà funesta.
 Atroce ma sicuro
 il rimedio saria; reciso il capo
 perde tutto il vigore
845l'audacia popolare.
 COSROE
                                     Io non ho core.
 MEDARSE
 Anch'io gelo in pensarlo, altro non resta
 dunque per tua salvezza
 che appagar Siroe e sollevarlo al trono.
 Volontier gli abbandono
850la contesa corona. Andrò lontano
 per placar l'ira sua. Se questo è poco
 sazialo del mio sangue, aprimi il seno.
 Sarò felice appieno
 se può la mia ferita
855render la pace a chi mi diè la vita.
 COSROE
 Sento per tenerezza
 il ciglio inumidir, caro Medarse
 vieni al mio sen. Perché due figli eguali
 non diemmi il ciel.
 MEDARSE
                                      Se ricusar potessi
860di scemar, per salvarti, i giorni miei,
 degno di sì gran padre io non sarei.
 
    Deggio a te del giorno i rai
 e per te come vorrai
 saprò vivere o morir.
 
865   Io vivrò se la mia vita
 è riparo a la tua sorte,
 io morrò se la mia morte
 può dar pace al tuo martir. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 COSROE
 
 COSROE
 Più dubitar non posso.
870È Siroe l'infedel. Vorrei punirlo
 ma risolver non so, che in mezzo all'ira
 per lui mi parla in petto
 un resto ancor del mio paterno affetto.
 
    Fra sdegno ed amore
875tiranni del core
 l'antica sua calma
 quest'alma perdé.
 
    Geloso del trono,
 pietoso del figlio,
880incerto ragiono,
 non trovo consiglio
 e intanto non sono
 né padre né re. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 Appartamenti terreni corrispondenti a’ giardini con sedie.
 
 SIROE senza spada e ARASSE
 
 ARASSE
 Chi ricusa un'aita
885giustifica il rigor de la sua sorte.
 Disperato e non forte
 prence ti mostri allor che in me condanni
 un zelo che fomenta
 del popolo il favor per tuo riparo.
 SIROE
890L'ira del fato avaro
 tolerando si vince.
 ARASSE
                                    Al merto amica
 rade volte è fortuna e prende a sdegno
 chi meno a lei che alla virtù si affida.
 SIROE
 L'alma che in me s'annida
895più che felice e rea
 misera ed innocente esser desia.
 ARASSE
 Un'innocenza oblia
 che avria nome di colpa. Il volgo suole
 giudicar dagli eventi e sempre crede
900colpevole colui che resta oppresso.
 SIROE
 Mi basta di morir noto a me stesso.
 ARASSE
 Ad onta ancor di questa
 rigorosa virtù, sarà mia cura
 toglierti all'ira dell'ingiusto padre.
905Il popolo e le squadre
 solleverò per così giusta impresa.
 SIROE
 Ma questo è tradimento e non difesa.
 ARASSE
 
    Se pugnar non sai col fato
 innocente sventurato,
910basto solo al gran cimento
 quando langue il tuo valor.
 
    Rende giusto il tradimento
 chi punisce il traditor. (Parte)
 
 SCENA IX
 
 MEDARSE e detto
 
 MEDARSE
 Come! Nessuno è teco?
 SIROE
                                             Ho sempre a lato
915la crudel compagnia di mie sventure.
 MEDARSE
 Son già quasi sicure
 le tue felicità. Deve a momenti
 qui venir Cosroe e forse
 a consolarti ei viene.
 SIROE
                                        Or vedi quanto
920sventurato son io. Del padre invece
 giunse Medarse.
 MEDARSE
                                 Il tuo piacer saria
 poter senza compagno
 seco parlar, porresti in uso allora
 lusinghe e prieghi e ricoprir con arte
925sapresti il mal talento,
 semplice se lo speri, io nol consento.
 SIROE
 T'inganni, a me non spiace
 favellar te presente,
 chi delitto non ha rossor non sente.
930Pena in vederti è il sovvenirmi solo
 ch'abbia fonte comune il sangue nostro.
 MEDARSE
 Sarà mio merto e la corona e l'ostro.
 
 SCENA X
 
 COSROE, EMIRA col nome d’Idaspe e detti
 
 COSROE
 Veglia Idaspe all'ingresso, e il cenno mio
 nelle vicine stanze
935Laodice attenda.
 EMIRA
                                 Ubbidirò. (Si ritira in disparte)
 COSROE
                                                      Medarse
 parti.
 MEDARSE
              Ch'io parta! E chi difende intanto
 signor le mie ragioni.
 COSROE
                                          Io le difendo.
 SIROE
 Resti se vuol.
 COSROE
                           No, teco
 solo esser voglio.
 MEDARSE
                                 E puoi fidarti a lui?
 COSROE
940Più oltre non cercar. Vanne.
 MEDARSE
                                                     Ubbidisco.
 Ma poi...
 COSROE
                    Taci, Medarse, e t'allontana.
 MEDARSE
 (Mi cominci a tradir sorte inumana).
 
 SCENA XI
 
 COSROE, SIROE ed EMIRA in disparte
 
 COSROE
 Siedi Siroe e m'ascolta.
 Io vengo qual mi vuoi giudice o padre.
945Mi vuoi padre? Vedrai
 fin dove giunga la clemenza mia.
 Giudice vuoi ch'io sia?
 Sosterrò teco il mio real decoro. (Siede)
 SIROE
 Il giudice non temo e il padre adoro. (Siede)
 COSROE
950Posso sperar dal figlio
 ubbidito un mio cenno? Infin ch'io parlo
 taci e mostrami in questo il tuo rispetto.
 SIROE
 Finché vuoi tacerò, così prometto.
 EMIRA
 (Che dir vorrà!)
 COSROE
                                 Di mille colpe reo
955Siroe tu sei. Per questa volta soffri
 che le rammenti. Un giuramento io chiedo
 per riposo del regno e tu ricusi.
 Ti perdono e t'abbusi
 di mia pietà. Mi fa palese un foglio
960che v'è tra' miei più cari un traditore
 e mentre il mio timore
 or da un lato, or dall'altro erra dubbioso
 io veggo te nelle mie stanze ascoso.
 Che più. Medarse istesso
965scopre i tuoi falli...
 SIROE
                                     E creder puoi veraci...
 COSROE
 Serbami la promessa, ascolta e taci.
 EMIRA
 (Misero prence).
 COSROE
                                  Ognun di te si lagna.
 Hai sconvolta la regia, alcun sicuro
 dal tuo orgoglio non è. Medarse insulti,
970tenti Laodice e la minacci. Idaspe
 infin sugli occhi miei svenar procuri
 né ti basta. I tumulti a danno mio
 ne' popoli risvegli...
 SIROE
                                       Ah son fallaci...
 COSROE
 Serbami la promessa, ascolta e taci.
975Vedi da quanti oltraggi
 quasi sforzato a condannarti io sono
 e pur tutto mi scordo e ti perdono,
 torniam figlio ad amarci, il reo mi svela
 o i complici palesa, un padre offeso
980altr'ammenda non chiede
 da l'offensor che pentimento e fede.
 EMIRA
 (Veggio Siroe commosso.
 Ah mi scoprisse mai!)
 SIROE
                                           Parlar non posso.
 COSROE
 Odi Siroe. Se temi
985per la vita del reo, paventi invano.
 Se quel tu sei, nel confessarlo al padre
 te stesso assolvi e ti fai strada al trono.
 Se tu non sei ti dono,
 pur che noto mi sia, salvo l'indegno.
990Ecco se vuoi la real destra in pegno.
 EMIRA
 (Ahimè).
 SIROE
                     Quando sicuri
 siano dal tuo castigo i tradimenti
 dirò...
 EMIRA
               Non ti ramenti
 che il tuo cenno, signor, Laodice attende.
 SIROE
995(Oh dei!)
 COSROE
                     Lo so, parti.
 EMIRA
                                             Dirò fra tanto...
 COSROE
 Di' ciò che vuoi.
 EMIRA
                                T'ubbidirò fedele.
 (Perfido non parlar). (A Siroe)
 SIROE
                                          (Quanto è crudele).
 COSROE
 Spiegati e ricomponi
 i miei sconvolti affetti, or perché taci?
1000Perché quel turbamento?
 SIROE
                                                 Oh dio.
 COSROE
                                                                 T'intendo.
 Al nome di Laodice
 resister non sapesti. In questo ancora
 t'appagherò, già ti prevenni, io svelo
 la debolezza mia, Laodice adoro,
1005con mio rossore il dico e pure io voglio
 cederla a te, sol dalla trama ascosa
 assicurami o figlio e sia tua sposa.
 SIROE
 Forse non crederai...
 EMIRA
                                        Chiedea Laodice
 importuna l'ingresso, acciò non fosse
1010a te molesta allontanar la feci.
 COSROE
 E partì?
 EMIRA
                   Sì mio re.
 COSROE
                                        Vanne e l'arresta.
 EMIRA
 Vado. (Mi vuoi tradir). (A Siroe)
 SIROE
                                              (Che pena è questa!)
 COSROE
 Parla. Laodice è tua, di più che brami.
 Dubbioso ancor ti veggio?
 SIROE
1015Sdegno Laodice e favellar non deggio.
 COSROE
 Perfido, alfin tu vuoi
 morir da traditor come vivesti.
 Che più da me vorresti.
 Ti scuso, ti perdono,
1020ti richiamo sul trono,
 colei che m'innamora
 ceder ti voglio e non ti basta ancora?
 La mia morte, il mio sangue
 è il tuo voto, lo so. Saziati indegno.
1025Solo e senza soccorso
 già teco io son, via ti sodisfa appieno,
 disarmami inumano e m'apri il seno.
 EMIRA
 E chi tant'ira accende?
 Così senza difesa
1030in periglio lasciarti a me non lice,
 eccomi al fianco tuo.
 COSROE
                                        Venga Laodice. (Emira parte)
 SIROE
 Signor, se amai Laodice
 punisca il ciel...
 COSROE
                               Non irritar gli dei
 con novelli spergiuri.
 
 SCENA XII
 
 LAODICE, EMIRA e detti
 
 LAODICE
1035Ecomi a' cenni tuoi.
 COSROE
                                       Siroe m'ascolta.
 Questa è l'ultima volta
 ch'offro uno scampo, abbi Laodice e il trono,
 se vuoi parlar, ma se tacer pretendi
 in carcere crudel la morte attendi.
1040Resti Idaspe in mia vece. A lui confida
 l'autor del fallo; in libertà ti lascio
 pochi momenti, in tuo favor gli adopra.
 Ma se il fulmine poi cader vedrai
 la colpa è tua, che trattener nol sai.
 
1045   Tu di pietà mi spogli,
 tu desti il mio furor,
 tu solo o traditor
 mi fai tiranno.
 
    Non dirmi, no, spietato.
1050È il tuo crudel desio,
 ingrato, e non son io
 che ti condanno. (Parte)
 
 SCENA XIII
 
 SIROE, EMIRA e LAODICE
 
 SIROE
 (Che risolver degg'io!)
 EMIRA
                                            Felici amanti
 delle vostre fortune o quanto io godo.
1055O Persia avventurosa,
 se imitando la sposa
 i figli prenderan forme leggiadre
 e se avran fedeltà simile al padre.
 SIROE
 (E mi deride ancor).
 LAODICE
                                         Secondi il cielo
1060il lieto augurio; ei però tace e parmi
 irresoluto ancor.
 EMIRA
                                 Parla? Saria (A Siroe)
 stupidità se più tacessi.
 SIROE
                                              O dei
 lasciami in pace.
 EMIRA
                                  Il re sai che t'impose
 di sceglier me presente
1065il carcere o Laodice.
 LAODICE
                                       Or che risolvi?
 SIROE
 Per me risolva Idaspe, il suo volere
 sarà legge del mio. Fra tanto io parto
 e vo fra le ritorte
 l'esito ad aspettar della mia sorte.
 EMIRA
1070Ma prence io non saprei...
 SIROE
                                                  Sapesti assai
 tormentarmi finora.
 (Provi l'istessa pena Emira ancora).
 
    Fra i dubbi affetti miei
 risolvermi non so.
1075Tu pensaci, tu sei (Ad Emira)
 l'arbitro del mio cor.
 
    Vuoi che la morte attenda?
 La morte attenderò.
 Vuoi che per lei m'accenda?
1080Eccomi tutto amor. (Parte)
 
 SCENA XIV
 
 EMIRA e LAODICE
 
 EMIRA
 (A costei che dirò!)
 LAODICE
                                      Da' labri tuoi
 ora dipende, Idaspe,
 il riposo d'un regno, il mio contento.
 EMIRA
 Di Siroe, a quel ch'io sento,
1085senza noia Laodice
 le nozze accettaria.
 LAODICE
                                     Sarei felice.
 EMIRA
 Dunque l'ami?
 LAODICE
                               L'adoro.
 EMIRA
 E speri la sua mano...
 LAODICE
 Stringer per opra tua.
 EMIRA
                                           Lo speri invano.
 LAODICE
1090Perché?
 EMIRA
                  Posso svelarti un mio segreto?
 LAODICE
 Parla.
 EMIRA
              Del tuo sembiante,
 perdonami l'ardire, io vivo amante.
 LAODICE
 Di me!
 EMIRA
                 Sì; chi mai puote
 mirar senza avvampar quell'aureo crine,
1095quelle vermiglie gote,
 le labra coralline,
 il bianco sen, le belle
 due rilucenti stelle. Ah se non credi
 qual fuoco ho in petto accolto
1100guarda e vedrai che mi rosseggia in volto.
 LAODICE
 E tacesti...
 EMIRA
                      Il rispetto
 muto finor mi rese.
 LAODICE
                                       Ascolta Idaspe.
 Amarti non poss'io.
 EMIRA
 Così crudele, oh dio.
 LAODICE
                                        S'è ver che m'ami,
1105servi agli affetti miei. L'amato prence
 con virtù di te degna a me concedi.
 EMIRA
 Oh questo no, troppa virtù mi chiedi.
 LAODICE
 Siroe si perde.
 EMIRA
                              Il cielo
 gl'innocenti difende.
 LAODICE
                                         E se la speme
1110me pietosa ti finge ella t'inganna.
 EMIRA
 Tanto meco potresti esser tiranna?
 LAODICE
 La tua crudel sentenza
 insegna a me la tirannia.
 EMIRA
                                                Pazienza.
 LAODICE
 T'odierò finch'io viva e non potrai
1115riderti de' miei danni.
 EMIRA
 Saranno almen comuni i nostri affanni.
 LAODICE
 
    Amico il fato
 mi guida in porto
 e tu spietato
1120mi fai perir.
 
    Ti renda amore
 per mio conforto
 tutto il dolore
 che fai soffrir. (Parte)
 
 SCENA XV
 
 EMIRA
 
 EMIRA
1125Sì diversi sembianti
 per odio e per amore or lascio, or prendo
 ch'io me stessa talor né meno intendo.
 Odio il tiranno ed a svenarlo io sola
 mille non temerei nemiche squadre;
1130ma penso poi che del mio bene è padre.
 Amo Siroe e mi pento
 d'esser io la cagion del suo periglio;
 ma penso poi che del tiranno è figlio.
 Così sempre il mio core
1135è infelice nell'odio e nell'amore.
 
    Non vi piacque ingiusti dei
 ch'io nascessi pastorella,
 altra pena or non avrei
 che la cura d'un'agnella,
1140che l'affetto d'un pastor.
 
    Ma chi nasce in regia cuna
 più nemica ha la fortuna,
 che nel trono ascosi stanno
 e l'inganno ed il timor.
 
 Il fine dell’atto secondo