Olimpiade, Torino, Reale, 1757

 SCENA III
 
 ARISTEA ed ARGENE
 
 ARGENE
525Ah! Dimmi, o principessa,
 v'è sotto il ciel chi possa dirsi, oh dio!
 più misera di me?
 ARISTEA
                                     Sì. Vi son io.
 ARGENE
 Ah non ti faccia amore
 provar mai le mie pene! Ah tu non sai
530qual perdita è la mia! Quanto mi costa
 quel cor che tu m'involi!
 ARISTEA
                                               E tu non senti,
 non comprendi abbastanza i miei tormenti.
 
    Grandi, è ver, son le tue pene;
 perdi, è ver, l'amato bene;
535ma sei tua, ma piangi intanto,
 ma domandi almen pietà.
 
    Io dal fato, io sono oppressa.
 Perdo altrui, perdo me stessa;
 né conservo almen del pianto
540l'infelice libertà. (Parte)