Olimpiade, Torino, Reale, 1757

 SCENA V
 
 AMINTA solo
 
 AMINTA
 Insana gioventù! Qualora esposta
 ti veggo tanto agl'impeti d'amore,
590di mia vecchiezza io mi consolo e rido.
 Dolce è il mirar dal lido
 chi sta per naufragar; non che ne alletti
 il danno altrui ma sol perché l'aspetto
 d'un mal che non si soffre è dolce oggetto.
595Ma che? L'età canuta
 non ha le sue tempeste? Ah! Che purtroppo
 ha le sue proprie; e dal timor dell'altre
 sciolta non è. Son le follie diverse
 ma folle è ognuno; e a suo piacer n'aggira
600l'odio o l'amor, la cupidigia o l'ira.
 
    Siam navi all'onde algenti
 lasciate in abbandono;
 impetuosi venti
 i nostri affetti sono;
605ogni diletto è scoglio;
 tutta la vita è mar.
 
    Ben, qual nocchiero, in noi
 veglia ragion; ma poi
 pur dall'ondoso orgoglio
610si lascia trasportar. (Parte)