Olimpiade, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA PRIMA
 
 ARISTEA ed ARGENE
 
 ARGENE
 Ed ancor della pugna
485l'esito non si sa?
 ARISTEA
                                 No, bella Argene.
 È pur dura la legge, onde n'è tolto
 d'esserne spettatrici!
 ARGENE
                                         Ah! Che sarebbe
 forse pena maggior veder chi s'ama
 in cimento sì grande e non potergli
490porger soccorso, esser presente...
 ARISTEA
                                                              Io sono
 presente ancor lontana; anzi mi fingo
 forse quel che non è. Se tu vedessi
 come sta questo cor! Qui dentro, amica,
 qui dentro si combatte; e più che altrove
495qui la pugna è crudele. Ho innanzi agli occhi
 Megacle, la palestra,
 i giudici, i rivali. Io mi figuro
 questi più forti e quei men giusti. Io provo
 doppiamente nell'alma
500ciò che or soffre il mio ben, gli urti, le scosse,
 gl'insulti, le minacce. Ah! Che presente
 solo il ver temerei; ma il mio pensiero
 fa ch'io tema, lontana, il falso e il vero.
 ARGENE
 Né ancor si vede alcun. (Guardando per la scena)
 ARISTEA
                                              Né alcuno... Oh dio! (Turbata)
 ARGENE
505Che avvenne?
 ARISTEA
                             Oh come io tremo,
 come palpito adesso!
 ARGENE
                                         E la cagione?
 ARISTEA
 È deciso il mio fato;
 vedi Alcandro che arriva.
 ARGENE
                                                Alcandro, ah corri; (Verso la scena)
 consolane. Che rechi?