Olimpiade, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA VII
 
 ARISTEA e detti
 
 ARISTEA
                                   (All'odiose nozze (Non vedendo Megacle)
 come vittima io vengo all'ara avanti).
 LICIDA
 (Sarà mio quel bel volto in pochi istanti).
 CLISTENE
 Avvicinati, o figlia; ecco il tuo sposo. (Tenendo Megacle per mano)
 MEGACLE
 (Ah! Non è ver).
 ARISTEA
                                 Lo sposo mio! (Stupisce vedendo Megacle)
 CLISTENE
                                                             Sì. Vedi
675se giammai più bel nodo in ciel si strinse.
 ARISTEA
 (Ma se Licida vinse,
 come il mio bene?... Il genitor m'inganna?)
 LICIDA
 (Crede Megacle sposo e se ne affanna).
 ARISTEA
 E questi, o padre, è il vincitor? (Additando Megacle)
 CLISTENE
                                                           Mel chiedi?
680Non lo ravvisi al volto
 di polve asperso? All'onorate stille
 che gli rigan la fronte? A quelle foglie
 che son di chi trionfa
 l'ornamento primiero?
 ARISTEA
685Ma che dicesti, Alcandro?
 ALCANDRO
                                                 Io dissi il vero.
 CLISTENE
 Non più dubbiezze. Ecco il consorte a cui
 il ciel t'accoppia; e nol potea più degno
 ottener dagli dei l'amor paterno.
 ARISTEA
 (Che gioia!)
 MEGACLE
                          (Che martir!)
 LICIDA
                                                      (Che giorno eterno!)
 CLISTENE
690E voi tacete! Onde il silenzio? (A Megacle ed Aristea)
 MEGACLE
                                                         (Oh dio!
 Come comincierò?)
 ARISTEA
                                       Parlar vorrei
 ma...
 CLISTENE
             Intendo. Intempestiva
 è la presenza mia. Severo ciglio,
 rigida maestà, paterno impero
695incomodi compagni
 sono agli amanti. Io mi sovvengo ancora
 quanto increbbero a me. Restate. Io lodo
 quel modesto rossor che vi trattiene.
 MEGACLE
 (Sempre lo stato mio peggior diviene).
 CLISTENE
 
700   So ch'è fanciullo Amore
 né conversar gli piace
 con la canuta età.
 
    Di scherzi ei si compiace;
 si stanca del rigore;
705e stan di rado in pace
 rispetto e libertà. (Parte)