Olimpiade, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA VIII
 
 ARGENE e detti
 
 ARGENE
 Fermati, o re. Fermate,
 sacri ministri.
 CLISTENE
                             Oh insano ardir! Non sai,
 ninfa, qual opra turbi?
 ARGENE
                                            Anzi più grata
 vengo a renderla a Giove. Una io vi reco
1325vittima volontaria ed innocente
 che ha valor, che ha desio
 di morir per quel reo.
 CLISTENE
                                           Qual è?
 ARGENE
                                                            Son io.
 MEGACLE
 (Oh bella fede!)
 LICIDA
                                (Oh mio rossor!)
 CLISTENE
                                                                 Dovresti
 saper che al debil sesso
1330pel più forte morir non è permesso.
 ARGENE
 Ma il morir non si vieta
 per lo sposo a una sposa. In questa guisa
 so che al tessalo Admeto
 serbò la vita Alceste; e so che poi
1335l'esempio suo divenne legge a noi.
 CLISTENE
 Che perciò? Sei tu forse
 di Licida consorte?
 ARGENE
                                      Ei me ne diede
 in pegno la sua destra e la sua fede.
 CLISTENE
 Licori, io che t'ascolto
1340son più folle di te. D'un regio erede
 una vil pastorella
 dunque...
 ARGENE
                     Né vil son io
 né son Licori. Argene ho nome; in Creta
 chiara è del sangue mio la gloria antica;
1345e se giurommi fé Licida il dica.
 CLISTENE
 Licida, parla.
 LICIDA
                           (È l'esser menzognero
 questa volta pietà). No, non è vero.
 ARGENE
 Come! E negar lo puoi? Volgiti, ingrato;
 riconosci i tuoi doni,
1350se me non vuoi. L'aureo monile è questo
 che nel punto funesto
 di giurarmi tua sposa
 ebbi da te. Ti risovvenga almeno
 che di tua man me ne adornasti il seno.
 LICIDA
1355(Purtroppo è ver).
 ARGENE
                                    Guardalo, o re.
 CLISTENE
                                                                 Dinanzi (Alle guardie che vogliono allontanarla a forza)
 mi si tolga costei.
 ARGENE
                                   Popoli, amici,
 sacri ministri, eterni dei, se pure
 n'è alcun presente al sacrifizio ingiusto,
 protesto innanzi a voi; giuro ch'io sono
1360sposa a Licida e voglio
 morir per lui; né... Principessa, ah! vieni;
 soccorrimi; non vuole
 udirmi il padre tuo.