Didone abbandonata, Torino, Reale, 1757, II

 SCENA IV
 
 IARBA frettoloso con seguito e detto
 
 IARBA
 Seguitemi, o compagni;
 alla reggia, alla reggia. (Passa avanti Osmida senza vederlo)
 OSMIDA
                                            Odi, signore,
1065le tue schiere son pronte; è tempo alfine
 che vendichi i tuoi torti.
 IARBA
                                               Amici, andiamo, (Senza dar orecchio ad Osmida)
 non soffre indugi il mio furor. (In atto di partire)
 OSMIDA
                                                          T'arresta.
 IARBA
 Che vuoi? (Con isdegno)
 OSMIDA
                       Deh non scordarti
 che deve alla mia fede
1070l'amor tuo vendicato una mercede.
 IARBA
 È giusto; anzi preceda
 la tua mercede alla vendetta mia.
 OSMIDA
 Generoso monarca...
 IARBA
                                        Olà, costui
 si disarmi, s'annodi e poi s'uccida. (In atto di partire)
 OSMIDA
1075Come! Questo ad Osmida?
 Qual ingiusto furore...
 IARBA
 Quest'è il premio dovuto a un traditore. (Parte seguito da’ suoi, a riserva di pochi che restano ad eseguire il comando)