Demofoonte, Parigi, Quillau, 1755

 SCENA ULTIMA
 
 CREUSA e detti
 
 CREUSA
 Signor veraci sono
1405le felici novelle onde la reggia
 tutta si riempì?
 DEMOFOONTE
                                Sì, principessa.
 Ecco lo sposo tuo. L'erede, il figlio
 io ti promisi; ed in Cherinto io t'offro
 ed il figlio e l'erede.
 CHERINTO
                                       Il cambio forse
1410spiace a Creusa.
 CREUSA
                                 A quel che il ciel destina
 invan farei riparo.
 CHERINTO
 Ancora non vuoi dir ch'io ti son caro?
 CREUSA
 L'opra stessa il dirà.
 TIMANTE
                                        Dunque son io
 quell'innocente usurpator di cui
1415l'oracolo parlò!
 DEMOFOONTE
                              Sì. Vedi come
 ogni nube sparì. Libero è il regno
 dall'annuo sagrificio; al vero erede
 la corona ritorna; io le promesse
 mantengo al re di Frigia,
1420senza usar crudeltà; Cherinto acquista
 la sua Creusa, ella uno scettro; abbracci
 sicuro tu la tua Dircea; non resta
 una cagion di duolo;
 e scioglie tanti nodi un foglio solo.
 TIMANTE
1425Oh caro foglio! Oh me felice! Oh numi
 da qual orrido peso
 mi sento allegerir! Figlio, consorte,
 tornate a questo sen; posso abbracciarvi
 senza tremar.
 DIRCEA
                            Che fortunato istante!
 CREUSA
1430Che teneri trasporti!
 TIMANTE
                                         a' piedi tuoi (S’inginocchia)
 eccomi un'altra volta,
 mio giustissimo re. Scusa gli eccessi
 d'un disperato amor. Sarò, lo giuro,
 sarò miglior vassallo
1435che figlio non ti fui.
 DEMOFOONTE
                                       Sorgi, tu sei
 mio figlio ancor. Chiamami padre. Io voglio
 esserlo fin che vivo. Era finora
 obbligo il nostro amor ma quindi innanzi
 elezion sarà. Nodo più forte
1440fabbricato da noi, non dalla sorte.
 CORO
 
    Par maggiore ogni diletto,
 se in un'anima si spande,
 quand'oppressa è dal timor.
 
    Qual piacer sarà perfetto,
1445se convien per esser grande
 che cominci dal dolor?