Demofoonte, Torino, Reale, 1757

 SCENA V
 
  Porto di mare festivamente adornato per l’arrivo della principessa di Frigia. Vista di molte navi, dalla più magnifica delle quali al suono di vari stromenti barbari, preceduti da numeroso corteggio, sbarcano a terra
 
 CREUSA e CHERINTO
 
 CREUSA
 Ma che t'affanna, o prence?
 Perché mesto così? Pensi, sospiri,
 taci, mi guardi; e se a parlar t'astringo
 con rimproveri amici,
250molto a dir ti prepari e nulla dici.
 Dove andò quel sereno
 allegro tuo sembiante? Ove i festivi
 detti ingegnosi? In Tracia tu non sei
 qual eri in Frigia. Al talamo le spose
255in sì lugubre aspetto
 s'accompagnan fra voi? Per le mie nozze
 qual augurio è mai questo?
 CHERINTO
 Se nulla di funesto
 presagisce il mio duol, tutto si sfoghi,
260o bella principessa,
 tutto sopra di me. Poco i miei mali
 accresceran le stelle. Io de' viventi
 già sono il più infelice.
 CREUSA
                                            E questo arcano
 non può svelarsi a me? Vaglion sì poco
265il mio soccorso, i miei consigli?
 CHERINTO
                                                           E vuoi
 ch'io parli? Ubbidirò. Dal primo istante...
 Quel giorno... Oh dio! No, non ho cor. Perdona.
 Meglio è tacer. Meriterei parlando
 forse lo sdegno tuo.
 CREUSA
                                      Lo merta assai
270già la tua diffidenza. È ver ch'alfine
 io son donna e sarebbe
 mal sicuro il segreto. Andiamo, andiamo.
 Taci pur; n'hai ragion.
 CHERINTO
                                            Fermati. Oh numi!
 Parlerò; non sdegnarti. Io non ho pace;
275tu me la togli; il tuo bel volto adoro;
 so che l'adoro invano;
 e mi sento morir. Questo è l'arcano.
 CREUSA
 Come? Che ardir?
 CHERINTO
                                     Nol dissi
 che sdegnar ti farei?
 CREUSA
                                        Sperai, Cherinto,
280più rispetto da te.
 CHERINTO
                                    Colpa d'amore...
 CREUSA
 Taci, taci. Non più. (Volendo partire)
 CHERINTO
                                      Ma già che a forza
 tu volesti, o Creusa,
 il delitto ascoltar, senti la scusa.
 CREUSA
 Che dir potrai?
 CHERINTO
                               Che di pietà son degno,
285s'ardo per te. Che se l'amarti è colpa,
 Demofoonte è il reo. Doveva il padre
 per condurti a Timante
 altri sceglier che me. Se l'esca avvampa,
 stupir non dee chi l'avvicina al fuoco.
290Tu bella sei, cieco io non son. Ti vidi,
 t'ammirai, mi piacesti. A te vicino
 ogni dì mi trovai. Comodo e scusa
 il nome di congiunto
 mi diè per vagheggiarti; e me quel nome
295non che gli altri ingannò. L'amor, che sempre
 sospirar mi facea d'esserti accanto,
 mi pareva dovere. E mille volte
 a te spiegar credei
 gli affetti del german, spiegando i miei.
 CREUSA
300(Ah me n'avvidi). Un tale ardir mi giunge
 nuovo così che istupidisco.
 CHERINTO
                                                   E pure
 talor mi lusingai che l'alme nostre
 s'intendesser fra loro
 senza parlar. Certi sospiri intesi;
305un non so che di languido osservai
 spesso negli occhi tuoi che mi parea
 molto più che amicizia.
 CREUSA
                                             Or su, Cherinto,
 della mia tolleranza
 cominci ad abusar. Mai più d'amore
310guarda di non parlarmi.
 CHERINTO
                                               Io non comprendo...
 CREUSA
 Mi spiegherò. Se in avvenir più saggio
 non sei di quel che fosti infino ad ora,
 non comparirmi innanzi. Intendi ancora?
 CHERINTO
 
    T'intendo, ingrata,
315vuoi ch'io mi uccida.
 Sarai contenta,
 m'ucciderò.
 
    Ma ti rammenta
 ch'a un'alma fida
320l'averti amata
 troppo costò. (Vuol partire)
 
 CREUSA
 Dove? Ferma.
 CHERINTO
                             No no. Troppo t'offende
 la mia presenza. (In atto di partire)
 CREUSA
                                  Odi, Cherinto.
 CHERINTO
                                                               Eh troppo
 abuserei restando
325della tua tolleranza. (In atto di partire)
 CREUSA
                                       E chi finora
 t'impose di partir?
 CHERINTO
                                      Comprendo assai
 anche quel che non dici.
 CREUSA
                                               Ah prence, ah quanto
 mal mi conosci! Io da quel punto... (Oh numi!)
 CHERINTO
 Termina i detti tuoi.
 CREUSA
330Da quel punto... (Ah che fo!) Parti, se vuoi.
 CHERINTO
 Barbara, partirò; ma forse... Oh stelle!
 Ecco il german.