Demofoonte, Torino, Reale, 1757

 SCENA XIII
 
 TIMANTE e MATUSIO
 
 TIMANTE
 Consigliatemi, o dei.
 MATUSIO
                                         Né s'apre il suolo?
 Né un fulmine punisce
485tanta empietà, tanta ingiustizia? E poi
 mi si dirà che Giove
 abbia cura di noi.
 TIMANTE
                                   Facciamo, amico,
 miglior uso del tempo. Appresso a lei
 tu vanne e vedi ov'è condotta. Il padre
490io volo intanto a raddolcir.
 MATUSIO
                                                  Non spero...
 TIMANTE
 Oh dio! Va'. Troverassi
 altra via di salvarla, ove non ceda
 del genitor lo sdegno.
 MATUSIO
 Oh di padre miglior figlio ben degno! (L’abbraccia e parte)
 TIMANTE
 
495   Se ardire e speranza
 dal ciel non mi viene,
 mi manca costanza
 per tanto dolor.
 
    La dolce compagna
500vedersi rapire,
 udir che si lagna
 condotta a morire
 son smanie, son pene
 che opprimono un cor. (Parte)
 
 Fine dell’atto primo