La clemenza di Tito, Vienna, van Ghelen, 1734

 SCENA XIV
 
 SESTO e VITELLIA
 
 SESTO
1000Posso alfine, o crudele...
 VITELLIA
 Oh dio, l'ore in querele
 non perdiamo così. Fuggi e conserva
 la tua vita e la mia.
 SESTO
                                      Ch'io fugga e lasci
 un amico innocente...
 VITELLIA
                                          Io dell'amico
1005la cura prenderò.
 SESTO
                                  No, finch'io vegga
 Annio in periglio...
 VITELLIA
                                     A tutti i numi il giuro,
 io lo difenderò.
 SESTO
                               Ma che ti giova
 la fuga mia?
 VITELLIA
                          Con la tua fuga è salva
 la tua vita, il mio onor. Tu sei perduto,
1010se alcun ti scuopre; e se scoperto sei
 pubblico è il mio segreto.
 SESTO
                                                 In questo seno
 sepolto resterà. Nessuno il seppe;
 tacendolo morrò.
 VITELLIA
                                  Mi fiderei,
 se minor tenerezza
1015per Tito in te vedessi. Il suo rigore
 non temo già, la sua clemenza io temo.
 Questa ti vincerebbe. Ah per que' primi
 momenti in cui ti piacqui, ah per le care,
 dolci speranze tue, fuggi, assicura
1020il mio timido cor. Tanto facesti;
 l'opra compisci. Il più gran dono è questo
 che far mi puoi. Tu non mi rendi meno
 che la pace e l'onor. Sesto, che dici?
 Risolvi.
 SESTO
                 Oh dio!
 VITELLIA
                                  Sì, già ti leggo in volto
1025la pietà ch'hai di me; conosco i moti
 del tenero tuo cor. Di', m'ingannai?
 Sperai troppo da te? Ma parla o Sesto.
 SESTO
 Partirò, fuggirò. (Che incanto è questo!)
 VITELLIA
 Respiro.
 SESTO
                   Almen talvolta
1030quando lungi sarò...