La clemenza di Tito, Venezia, Bettinelli, 1737

 SCENA XIII
 
 VITELLIA
 
 VITELLIA
 Che angustia è questa! Ah caro Tito! Io fui
560teco ingiusta il confesso. Ah se fra tanto
 Sesto il cenno eseguisse, il caso mio
 sarebbe il più crudel... No non si faccia
 sì funesto presagio. E se mai Tito
 si tornasse a pentir... Perché pentirsi?
565Perché l'ho da temer? Quanti pensieri
 mi si affollano in mente! Afflitta e lieta
 godo, torno a temer, gielo, m'accendo,
 me stessa in questo stato io non intendo.
 
    Quando sarà quel dì
570ch'io non ti senta in sen
 sempre tremar così
 povero core.
 
    Stelle che crudeltà!
 Un sol piacer non v'è
575che quando mio si fa
 non sia dolore. (Parte)
 
 Fine dell’atto primo