La clemenza di Tito, Venezia, Bettinelli, 1737

 SCENA XII
 
  Luogo magnifico che introduce a vastissimo anfiteatro di cui per diversi archi scuopresi la parte interna. I sedili dell’anfiteatro suddetto saranno ripieni di numeroso popolo spettatore e si vedranno già nell’arena i complici della congiura condannati alle fiere.
 
 Nel tempo che si canta il seguente coro, preceduto da’ littori, circondato da’ senatori e patrizi romani e seguito da’ pretoriani, esce TITO e poco dopo ANNIO e SERVILIA da diverse parti
 
 CORO
 
    Che del ciel, che degli dei
 tu il pensier, l'amor tu sei,
 grand'eroe, nel giro angusto
1430si mostrò di questo dì.
 
    Ma cagion di meraviglia
 non è già, felice Augusto,
 che gli dei chi lor somiglia
 custodiscano così.
 
 TITO
1435Pria che principio a' lieti
 spettacoli si dia, custodi, innanzi
 conducetemi il reo. (Più di perdono
 speme ei non ha. Quanto aspettato meno,
 più caro esser gli dee).
 ANNIO
                                            Pietà signore.
 SERVILIA
1440Signor, pietà.
 TITO
                            Se a chiederla venite
 per Sesto, è tardi. È il suo destin deciso.
 ANNIO
 E sì tranquillo in viso
 lo condanni a morir!
 SERVILIA
                                        Di Tito il core
 come il dolce perdé costume antico?
 TITO
1445Ei s'appressa; tacete.
 SERVILIA
                                         Oh Sesto!
 ANNIO
                                                             Oh amico!