La clemenza di Tito, Torino, Reale, 1757

 SCENA PRIMA
 
 Logge a vista del Tevere negli appartamenti di Vitellia.
 
 VITELLIA e SESTO
 
 VITELLIA
 Ma che? Sempre l'istesso,
 Sesto, a dir mi verrai? So che sedotto
 fu Lentulo da te, che i suoi seguaci
 son pronti già, che 'l Campidoglio acceso
5darà moto a un tumulto e sarà il segno,
 onde possiate uniti
 Tito assalir, che i congiurati avranno
 vermiglio nastro al destro braccio appeso
 per conoscersi insieme. Io tutto questo
10già mille volte udii; la mia vendetta
 mai non veggo però. S'aspetta forse
 che Tito a Berenice in faccia mia
 offra d'amore insano
 l'usurpato mio soglio e la sua mano?
15Parla, di', che s'attende?
 SESTO
                                               Oh dio!
 VITELLIA
                                                                Sospiri?
 Intenderti vorrei. Pronto all'impresa
 sempre parti da me; sempre ritorni
 confuso, irresoluto. Onde in te nasce
 questa vicenda eterna
20d'ardire e di viltà?
 SESTO
                                     Vitellia, ascolta.
 Ecco io t'apro il mio cor. Quando mi trovo
 presente a te, non so pensar, non posso
 voler che a voglia tua, rapir mi sento
 tutto nel tuo furor, fremo a' tuoi torti,
25Tito mi sembra reo di mille morti.
 Quando a lui son presente,
 Tito, non ti sdegnar, parmi innocente.
 VITELLIA
 Dunque...
 SESTO
                      Pria di sgridarmi,
 ch'io ti spieghi il mio stato almen concedi.
30Tu vendetta mi chiedi;
 Tito vuol fedeltà. Tu di tua mano
 con l'offerta mi sproni; ei mi raffrena
 co' benefizi suoi. Per te l'amore,
 per lui parla il dover. Se a te ritorno,
35sempre ti trovo in volto
 qualche nuova beltà; se torno a lui,
 sempre gli scopro in seno
 qualche nuova virtù. Vorrei servirti;
 tradirlo non vorrei. Viver non posso,
40se ti perdo, mia vita; e se t'acquisto,
 vengo in odio a me stesso.
 Questo è lo stato mio; sgridami adesso.
 VITELLIA
 No, non meriti, ingrato,
 l'onor dell'ire mie.
 SESTO
                                     Pensaci, o cara,
45pensaci meglio. Ah non togliamo in Tito
 la sua delizia al mondo, il padre a Roma,
 l'amico a noi. Fra le memorie antiche
 trova l'egual, se puoi. Fingiti in mente
 eroe più generoso o più clemente.
50Parlagli di premiar, poveri a lui
 sembran gli erari sui.
 Parlagli di punir, scuse al delitto
 cerca in ognun. Chi all'inesperta ei dona,
 chi alla canuta età. Risparmia in uno
55l'onor del sangue illustre; il basso stato
 compatisce nell'altro. Inutil chiama,
 perduto il giorno ei dice
 in cui fatto non ha qualcun felice.
 VITELLIA
 Ma regna...
 SESTO
                        Ei regna, è ver; ma vuol da noi
60sol tanta servitù quanto impedisca
 di perir la licenza. Ei regna, è vero;
 ma di sì vasto impero,
 tolto l'alloro e l'ostro,
 suo tutto il peso e tutto il frutto è nostro.
 VITELLIA
65Dunque a vantarmi in faccia
 venisti il mio nemico? E più non pensi
 che questo eroe clemente un soglio usurpa
 dal suo tolto al mio padre?
 Che m'ingannò, che mi ridusse, e questo
70è il suo fallo maggior, quasi ad amarlo?
 E poi, perfido! e poi di nuovo al Tebro
 richiamar Berenice? Una rivale
 avesse scelta almeno
 degna di me fra le beltà di Roma.
75Ma una barbara, o Sesto,
 un'esule antepormi! Una regina!
 SESTO
 Sai pur che Berenice
 volontaria tornò.
 VITELLIA
                                 Narra a' fanciulli
 codeste fole. Io so gli antichi amori;
80so le lagrime sparse allor che quindi
 l'altra volta partì; so come adesso
 l'accolse e l'onorò. Chi non lo vede?
 Il perfido l'adora.
 SESTO
                                   Ah! Principessa,
 tu sei gelosa.
 VITELLIA
                           Io!
 SESTO
                                   Sì.
 VITELLIA
                                           Gelosa io sono,
85se non soffro un disprezzo?
 SESTO
                                                    E pure...
 VITELLIA
                                                                      E pure
 non hai cor d'acquistarmi.
 SESTO
                                                   Io son...
 VITELLIA
                                                                    Tu sei
 sciolto d'ogni promessa. A me non manca
 più degno esecutor dell'odio mio.
 SESTO
 Sentimi.
 VITELLIA
                    Intesi assai.
 SESTO
                                            Fermati.
 VITELLIA
                                                               Addio.
 SESTO
90Ah Vitellia, ah mio nume,
 non partir. Dove vai?
 Perdonami, ti credo, io m'ingannai.
 Tutto, tutto farò. Prescrivi, imponi,
 regola i moti miei;
95tu la mia sorte, il mio destin tu sei.
 VITELLIA
 Prima che il sol tramonti,
 voglio Tito svenato e voglio...