La clemenza di Tito, Torino, Reale, 1757

 SCENA X
 
 SESTO, VITELLIA, TITO e SERVILIA
 
 VITELLIA
 (Ah! Sesto è qui; non mi scoprisse almeno).
 SESTO
890Sì sì voglio al suo piè... (Vuole andare a Tito)
 VITELLIA
                                             Cesare invitto, (S’inoltra e l’interrompe)
 preser gli dei cura di te.
 SESTO
                                              (Mancava
 Vitellia ancor).
 VITELLIA
                              Pensando
 al passato tuo rischio ancor pavento.
 (Per pietà non parlar). (Piano a Sesto)
 SESTO
                                             (Questo è tormento!)
 TITO
895Il perder, principessa,
 e la vita e l'impero
 affliggermi non può. Già miei non sono
 che per usarne a benefizio altrui.
 So che tutto è di tutti e che né pure
900di nascer meritò chi d'esser nato
 crede solo per sé. Ma quando a Roma
 giovi ch'io versi il sangue,
 perché insidiarmi? Ho ricusato mai
 di versarlo per lei? Non sa l'ingrata
905che son romano anch'io, che Tito io sono?
 Perché rapir quel che offerisco in dono?
 SERVILIA
 Oh vero eroe!