La clemenza di Tito, Torino, Reale, 1757

 SCENA XIII
 
 SESTO, VITELLIA ed ANNIO
 
 ANNIO
 (E Sesto non favella!)
 SESTO
                                          (Io moro).
 VITELLIA
                                                                (Io tremo).
 ANNIO
 Ma, Sesto, al punto estremo
 ridotto io sono; e non ascolto ancora
 chi s'impieghi per me. Tu non ignori
990quel che mi dice ognun, quel ch'io non dico.
 Questo è troppo soffrir. Pensaci, amico.
 
    Ch'io parto reo lo vedi;
 ch'io son fedel lo sai.
 Di te non mi scordai;
995non ti scordar di me.
 
    Soffro le mie catene;
 ma questa macchia in fronte,
 ma l'odio del mio bene
 soffribile non è. (Parte)