La clemenza di Tito, Torino, Reale, 1757

 SCENA XI
 
 VITELLIA sola
 
 VITELLIA
 Ecco il punto, o Vitellia,
1400d'esaminar la tua costanza. Avrai
 valor che basti a rimirare esangue
 il tuo Sesto fedel? Sesto che t'ama
 più della vita sua? Che per tua colpa
 divenne reo? Che t'ubbidì crudele?
1405Che ingiusta t'adorò? Che in faccia a morte
 sì gran fede ti serba? E tu fra tanto
 non ignota a te stessa andrai tranquilla
 al talamo d'Augusto? Ah! Mi vedrei
 sempre Sesto d'intorno. E l'aure e i sassi
1410temerei che loquaci
 mi scoprissero a Tito. a' piedi suoi
 vadasi il tutto a palesar; si scemi
 il delitto di Sesto,
 se scusar non si può. Speranze, addio,
1415d'impero e d'imenei; nutrirvi adesso
 stupidità saria. Ma, pur che sempre
 questa smania crudel non mi tormenti,
 si gettin pur l'altre speranze a' venti.
 
    Getta il nocchier talora
1420pur que' tesori all'onde
 che da remote sponde
 per tanto mar portò.
 
    E giunto al lido amico
 gli dei ringrazia ancora
1425che ritornò mendico
 ma salvo ritornò. (Parte)