La clemenza di Tito, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA IV
 
 SERVILIA e PUBLIO
 
 SERVILIA
 Publio, che inaspettato
 accidente funesto!
 PUBLIO
                                    Ah voglia il cielo
 che un'opra sia del caso e che non abbia
635forse più reo disegno
 chi destò quelle fiamme!
 SERVILIA
                                                Ah tu mi fai
 tutto il sangue gelar!
 PUBLIO
                                        Torna, o Servilia,
 a' tuoi soggiorni e non temer. Ti lascio
 quei custodi in difesa e corro intanto
640di Vitellia a cercar. Tito m'impone
 d'aver cura d'entrambe.
 SERVILIA
                                               E ancor di noi
 Tito si rammentò?
 PUBLIO
                                     Tutto rammenta;
 provede a tutto: a riparare i danni,
 a prevenir le insidie, a ricomporre
645gli ordini già sconvolti... Oh se il vedessi
 della confusa plebe
 gl'impeti regolar! Gli audaci affrena,
 i timidi assicura; in cento modi
 sa promesse adoprar, minacce e lodi.
650Tutto ritrovi in lui; ci vedi insieme
 il difensor di Roma,
 il terror delle squadre,
 l'amico, il prence, il cittadino, il padre.
 SERVILIA
 Ma sorpreso così, come ha saputo...
 PUBLIO
655Eh Servilia, t'inganni;
 Tito non si sorprende. Un impensato
 colpo non v'è che nol ritrovi armato.
 
    Sia lontano ogni cimento,
 l'onda sia tranquilla e pura,
660buon guerrier non s'assicura,
 non si fida il buon nocchier.
 
    Anche in pace, in calma ancora
 l'armi adatta, i remi appresta,
 di battaglia o di tempesta
665qualche assalto a sostener. (Parte)