La clemenza di Tito, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA II
 
 TITO e poi ANNIO
 
 TITO
 No, così scellerato
1100il mio Sesto non credo. Io l'ho veduto
 non sol fido ed amico
 ma tenero per me. Tanto cambiarsi
 un'alma non potrebbe. Annio, che rechi?
 L'innocenza di Sesto,
1105come la tua, di', si svelò? Che dice?
 Consolami.
 ANNIO
                        Ah signor! Pietà per lui
 io vengo ad implorar.
 TITO
                                          Pietà! Ma dunque
 sicuramente è reo?
 ANNIO
                                      Quel manto, ond'io
 parvi infedele, egli mi diè. Da lui
1110sai che seppesi il cambio. A Sesto in faccia
 esser da lui sedotto
 Lentulo afferma e l'accusato tace.
 Che sperar si può mai?
 TITO
                                             Speriamo, amico,
 speriamo ancora. Agl'infelici è spesso
1115colpa la sorte; e quel che vero appare
 sempre vero non è. Tu ne hai le prove.
 Con la divisa infame
 mi vieni innanzi; ognun t'accusa; io chiedo
 degl'indizi ragion; tu non rispondi,
1120palpiti, ti confondi... A tutti vera
 non parea la tua colpa? E pur non era.
 Chi sa; di Sesto a danno
 può il caso unir le circostanze istesse
 o somiglianti a quelle.
 ANNIO
                                           Il ciel volesse!
1125Ma se poi fosse reo?
 TITO
 Ma se poi fosse reo, dopo sì grandi
 prove dell'amor mio, se poi di tanta
 enorme ingratitudine è capace,
 saprò scordarmi appieno
1130anch'io... Ma non sarà; lo spero almeno.