Achille in Sciro, Vienna, van Ghelen, 1736

 SCENA PRIMA
 
  Aspetto esteriore di magnifico tempio dedicato a Bacco, donde si discende per due spaziose scale divise in diversi piani. È il tempio sudetto circondato da portici che prolungandosi da entrambi i lati, formano il recinto d’una vastissima piazza. Fra le distanze che lasciano fra loro le numerose colonne de’ portici medesimi scuopresi dal destro lato il bosco sacro alla deità sudetta e dal sinistro la marina di Sciro, dove poi approderanno alcune navi. La gran piazza comparirà tutta ingombrata da liete schiere di baccanti che celebrando le feste del loro nume intrecciano allegre danze, al suono di vari istromenti, secondati dal canto del seguente coro.
 
 E fra tanto precedute e seguite da folto corteggio di nobili donzelle, scenderanno dal tempio e verranno a poco a poco avanzandosi DEIDAMIA ed ACHILLE in abito feminile
 
 CORO
 
    Ah di tue lodi al suono
 padre Lieo discendi;
 ah le nostr'alme accendi
 del sacro tuo furor.
 
 PARTE DEL CORO
 
5   Oh fonte de' diletti,
 oh dolce obblio de' mali,
 per te d'esser mortali
 noi ci scordiam talor.
 
 TUTTO
 
    Ah le nostr'alme accendi
10del sacro tuo furor.
 
 PARTE
 
    Per te, se in fredde vene
 pigro ristagna e langue,
 bolle di nuovo il sangue
 d'insolito calor.
 
 TUTTO
 
15   Ah le nostr'alme accendi
 del sacro tuo furor.
 
 PARTE
 
    Chi te raccoglie in seno
 esser non può fallace;
 fai diventar verace
20un labbro mentitor.
 
 TUTTO
 
    Ah le nostr'alme accendi
 del sacro tuo furor.
 
 PARTE
 
    Tu dai coraggio al vile,
 rasciughi al mesto i pianti,
25discacci dagli amanti
 l'incomodo rossor.
 
 TUTTO
 
    Oh fonte de' diletti,
 oh dolce obblio de' mali,
 accendi i nostri petti
30del sacro tuo furor. (Ad un improviso suon di trombe che odesi in lontano verso la marina tace il coro, s’interrompe il ballo e s’arrestan tutti in attitudine di timore riguardando verso il mare)
 
 DEIDAMIA
 Udisti? (Ad Achille)
 ACHILLE
                  Udii.
 DEIDAMIA
                              Chi temerario ardisce
 turbar col suon profano
 dell'orgie venerate il rito arcano?
 ACHILLE
 Non m'ingannai. Lo strepito sonoro
35parte dal mar. Ma non saprei... Non veggo
 che vuol dir, chi lo muova... Ah principessa,
 eccone la cagion. Due navi, osserva,
 vengono a questo lido.
 DEIDAMIA
                                           Oimè!
 ACHILLE
                                                          Che temi?
 Son lungi ancor. (Compariscono in lontano due navi. Sentesi di nuovo il suono delle trombe suddette; tutti partono fuggendo, toltone Achille e Deidamia)
 DEIDAMIA
                                  Fuggiam.
 ACHILLE
                                                      Perché?
 DEIDAMIA
                                                                       Non sai
40che d'infami pirati
 tutto infestato è il mar? Così rapite
 fur le figlie infelici
 al re d'Argo e di Tiro. Ignori forse
 la recente di Sparta
45perdita ingiuriosa? E che ne freme
 invan la Grecia e che domanda invano
 l'infida sposa al predator troiano?
 Chi sa che ancora in quelle
 insidiose navi... Oh dei, vien meco.
 ACHILLE
50Di che tremi mia vita? Achille è teco.
 DEIDAMIA
 Taci.
 ACHILLE
             E se teco è Achille...
 DEIDAMIA
                                                   Ah taci; alcuno (Guardandosi intorno)
 potrebbe udirti; e se scoperto sei
 son perduta, ti perdo. E che direbbe
 il genitor deluso? Una donzella
55sai che ti crede e si compiace e ride
 del nostro amor; ma che sarà, se mai,
 solo in pensarlo io moro,
 se mai scuopre che in Pirra Achille adoro.
 ACHILLE
 Perdona, è vero.