Achille in Sciro, Venezia, Bettinelli, 1737

 SCENA IV
 
 NEARCO e poi ULISSE ed ARCADE dalle navi
 
 NEARCO
 Che difficile impresa
 Tetide m'imponesti! Ogni momento
 temo scoperto Achille. È ver che amore
125lo tiene a fren; ma se una tromba ascolta,
 se rimira un guerrier, s'agita, avvampa,
 sdegna l'abito imbelle. Or che farebbe
 se sapesse che Troia
 senza lui non cadrà, che lui domanda
130tutta la Grecia armata? Ah tolga il cielo
 che alcuno in questo lido
 non venga a ricercarlo... Oh dei! M'inganno?
 Ulisse! E qual cagione
 qui lo conduce? Ah non a caso ei viene.
135Che farò? Mi conosce,
 e nella reggia appunto
 del genitor d'Achille. È ver che ormai
 lungo tempo è trascorso. In ogni caso
 niegherò d'esser quello. Olà straniero
140non osar d'inoltrarti
 senza dirmi chi sei. Questa è la legge;
 il mio re la prescrisse.
 ULISSE
 S'ubbidisca alla legge; io sono Ulisse.
 NEARCO
 Ulisse! I detti audaci
145scusa eroe generoso. Al re men volo
 con sì lieta novella. (Vuol partire)
 ULISSE
                                      Odi. E tu sei (Esaminandolo attentamente)
 servo di Licomede?
 NEARCO
                                       Appunto.
 ULISSE
                                                           Il nome?
 NEARCO.
 Nearco.
 ULISSE
                  Ove nascesti?
 NEARCO
 Nacqui in Corinto.
 ULISSE
                                     E da' paterni lidi
150perché mai qui venisti?
 NEARCO
                                              Io venni... Oh dio!
 Signor troppo m'arresti e il re frattanto
 non sa chi giunse in porto.
 ULISSE
 Va' dunque.
 NEARCO
                          (Ah ch'io fingea s'è quasi accorto). (Parte)