Achille in Sciro, Venezia, Bettinelli, 1737

 SCENA V
 
 DEIDAMIA e NEARCO
 
 DEIDAMIA
1110Nearco io tremo. Ah mi consola.
 NEARCO
                                                            E come
 consolarti poss'io, se son più oppresso,
 più confuso di te?
 DEIDAMIA
                                    Numi clementi
 se puri, se innocenti
 furon gli affetti miei, voi dissipate
1115questo nembo crudel. Voi gl'inspiraste,
 proteggeteli voi. Se colpa è amore,
 sì, lo confesso, errai;
 ma grande è la mia scusa; Achille amai.
 
    Chi può dir che rea son io
1120guard'in volto all'idol mio;
 e le scuse del mio core
 da quel volto intenderà.
 
    Da quel volto in cui ripose
 fausto il ciel, benigno amore
1125tante cifre luminose
 di valore e di beltà. (Parte)