Didone abbandonata, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA XII
 
 OSMIDA e detti
 
 DIDONE
1210Osmida.
 OSMIDA
                   Arde d'intorno...
 DIDONE
 Lo so; d'Enea ti chiedo.
 Che ottenesti da Enea?
 OSMIDA
                                             Partì. Lontano
 è già da queste sponde. Io giunsi appena
 a ravvisar le fuggitive antenne.
 DIDONE
1215Ah stolta! Io stessa, io sono
 complice di sua fuga. Al primo istante
 arrestar lo dovea. Ritorna, Osmida;
 corri, vola sul lido; aduna insieme
 armi, navi, guerrieri;
1220raggiungi l'infedele,
 lacera i lini suoi, sommergi i legni;
 portami fra catene
 quel traditore avvinto;
 e, se vivo non puoi, portalo estinto.
 OSMIDA
1225Tu pensi a vendicarti e cresce intanto
 la sollecita fiamma.
 DIDONE
                                      È ver, corriamo.
 Io voglio... Ah no... Restate...
 Ma la vostra dimora...
 Io mi confondo... E non partisti ancora?
 OSMIDA
1230Eseguisco i tuoi cenni. (Parte)