Achille in Sciro, Parigi, Quillau, 1755

 SCENA XIV
 
 ACHILLE, DEIDAMIA e TEAGENE
 
 ACHILLE
 (Ah se altre spoglie avessi). (Da sé)
 TEAGENE
                                                     Or che siam soli,
 principessa gentil, soffri ch'io spieghi
 l'ardor di questo sen; soffri ch'io dica...
 DEIDAMIA
365Non parlarmi d'amor; ne son nemica.
 
    Del sen gli ardori
 nessun mi vanti;
 non soffro amori,
 non voglio amanti;
370troppo m'è cara
 la libertà.
 
    Se fosse ognuno
 così sincero,
 meno importuno
375parrebbe il vero,
 saria più rara
 l'infedeltà. (Parte con Achille, il quale si ferma nell’entrare)
 
 TEAGENE
 Giusti numi! E in tal guisa
 Deidamia m'accoglie? In che son reo?
380Che fu? Sieguasi. (Vuol seguir Deidamia)
 ACHILLE
                                    Ferma. Ove t'affretti? (Arrestandolo)
 TEAGENE
 A Deidamia appresso;
 raggiungerla desio.
 ACHILLE
                                      Non è permesso. (Risoluto)
 TEAGENE
 Chi può vietarlo?
 ACHILLE
                                   Io.
 TEAGENE
                                           Tu?
 ACHILLE
                                                     Sì. Né giammai,
 sappilo, io parlo invano. (Parte lentamente)
 TEAGENE
385(Delle ninfe di Sciro il genio è strano.
 E pur quella fierezza
 ha un non so che, che piace). Odi. Ma dimmi
 almen, perché?
 ACHILLE
                               Dissi abbastanza. (Parte come sopra)
 TEAGENE
                                                                 E credi
 che di te sola io tema?
390Credi bastar tu sola?
 ACHILLE
                                         Io basto; e trema. (Con aria feroce)
 TEAGENE
 (Quell'ardir m'innamora). (Da sé)
 DEIDAMIA
 (Ah mancator, non sei contento ancora). (Nell’atto che Achille si rivolge per partire, incontra su la scena Deidamia che gli dice sdegnata il verso suddetto e lo lascia confuso)
 ACHILLE
 (Misero! È ver, trascorsi!)
 TEAGENE
                                                  Ascolta; io voglio,
 bella ninfa, ubbidirti; e per mercede
395bramo sol de' tuoi sdegni
 l'origine saper. Di'... Ma... Sospiri?
 Mi guardi? Ti confondi?
 Qual cambiamento è il tuo? Parla; rispondi?
 ACHILLE
 
    Risponderti vorrei
400ma gela il labbro e tace;
 lo rese amor loquace,
 muto lo rende amor.
 
    Amor che a suo talento
 rende un imbelle audace;
405e abbatte in un momento,
 quando gli piace, un cor. (Parte)